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FRANCO E IL SETTIMANALE DEGLI OROSCOPI racconto (730) di Dino Secondo Barili

1 SETTEMBRE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 1 Settembre 2014 – Lunedì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconti di settembre

730

Franco e il Settimanale degli Oroscopi

Non sempre le cose vanno come una persona le programma (anzi, quasi mai). Per esempio. Il Dott. Franco, cinquantenne, scapolo, fisico atletico e volontà di ferro, un anno fa, aveva deciso di frequentare un Corso di Pittura a Milano. Il Corso si teneva il Sabato mattina per dare la possibilità ai partecipanti di avere la giornata a loro disposizione. Naturalmente la disponibilità della giornata la potevano avere coloro che “non” avevano impegni di famiglia, cioè gli scapoli e le nubili. In pratica i single. Il Dott. Franco era single da un anno. Da quando, la sua morosa, Dott. Celestina, l’aveva lasciato perché voleva sposarsi e lui no. Al cinquantenne stava bene così… e non voleva cambiare. Un anno fa, il Dott. Franco era contento di frequentare un Corso di Pittura a Milano dove, a quanto si diceva, la maggioranza erano di “stato libero”. Il primo sabato del Corso, il Dott. Franco, arrivò alla Stazione Ferroviaria di Pavia con mezz’ora di anticipo rispetto alla partenza del treno. Acquistò il giornale e, dopo una breve riflessione, anche un Settimanale degli Oroscopi. Dopo aver trovato una panchina libera nella pensilina tra i binari, diede un’occhiata superficiale ai titoli del giornale. Subito però, cercò di sfogliare il Settimanale degli Oroscopi. Era quasi giunto alla pagina del suo oroscopo personale, quando, accanto a lui, sulla stessa panchina, aveva trovato posto una bellissima trentenne… alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Inoltre, la ragazza portava una minigonna che era un programma. Era maggiore la parte che mostrava che quella che copriva. Da sola (la minigonna) avrebbe fatto perdere la testa al più insensibile e refrattario degli uomini. E non era finita. La bellissima trentenne aveva tra le mani una copia dello stesso Settimanale degli Oroscopi che il Dott. Franco stava sfogliando. Inevitabile la domanda. “Scusi l’indiscrezione… Anche lei legge il Settimanale degli Oroscopi?” La trentenne non si scompose. Rispose con cortesia. “Certo… è fondamentale conoscere ciò che ci aspetta. Una persona è preparata a prendere le decisioni adeguate” Il Dott. Franco non ci aveva pensato, ma la trentenne aveva ragione. Il silenzio tra i due durò una frazione di un secondo. Questa volta è stata la trentenne a fare la domanda. “Vedo che anche lei legge il Settimanale degli Oroscopi. Come mai?” Il Dott. Franco ne approfittò per presentarsi ed espresse la sua opinione.”Essendo scapolo sono sempre in attesa di sapere cosa mi riserva il Destino. Lo so che è una curiosità… ma è pur sempre modo per affrontare il futuro” Ormai il discorso tra i due era aperto. Anche la ragazza in minigonna ne approfittò per presentarsi. “Sono la Dott. Paola. Scusi l’indiscrezione… di cosa si occupa in particolare?” Lo sguardo del Dott. Franco assunse un aspetto professionale. “Come lavoro faccio il Dirigente a Milano… ma al sabato, preferisco fare il pittore dilettante. Uno di quelli che girano per la città alla ricerca degli scorci da immortalare sulla tela” La Dott. Paola si illuminò in viso. “Allora aveva ragione il mio oroscopo di ieri. Diceva. “Domani conoscerai un Pittore, un Artista…” Ecco perché leggo tutti i giorni il mio oroscopo” Franco e Paola, senza volerlo, erano passati dal lei… al confidenziale tu. Il cinquantenne si sentì inorgoglito. “Veramente… mi piacerebbe essere un Pittore importante… Da lì a essere Artista penso che la differenza la fa il tempo… Ecco perché sto andando a Milano per frequentare un Corso di Pittura” Paola ebbe un sussulto.”Un Corso di Pittura? Anch’io vado ad un Corso di Pittura… in qualità di Docente. Mi occupo di “Psicologia del Quadro”. E’ una materia che mi ha interessata fin dai tempi della Scuola Media” Ormai era fatta. Meglio di così non sarebbe potuta andare. Il Dott. Franco aveva trovato il suo punto di riferimento, e la Dott. Paola pure. Anzi, nella testa dei due cominciarono a prendere forma nuove aspettative e illusioni… che sarebbero rimaste tali se l’intraprendenza di entrambi non avesse fatto il resto. Franco aveva iniziato una discreta corte a Paola che procedeva costante… parola dopo parola. Anche Paola si accorse che il cinquantenne era attratto dalle sue stupende forme. Osservava gli occhi di Franco mentre scrutavano i lineamenti del viso, le sinuose linee del seno … per scendere giù, giù fino alla punta delle scarpe. Era talmente alto l’interesse del cinquantenne che dava l’impressione… di non aver mai visto una donna. Del resto le donne non sono tutte uguali… e il Dott. Franco sapeva cogliere la differenza . Dopo l’arrivo alla Stazione Centrale di Milano, Franco e Paola, presero un caffè in un Bar della Stazione. La rinnovata Stazione Centrale di Milano è diventata un biglietto da visita in previsione dell’EXPO’2015. Un luogo da sogno dove c’è di tutto e di più. Franco e Paola avevano ancora un’ora prima che iniziasse il Corso di Pittura e l’intesa tra i due aveva preso a correre. Franco teneva stretta sottobraccio Paola la quale si lasciava cullare come fosse “una bambola”. Un momento magico in cui due persone finiscono per suggellare la loro intesa con un bacio… E’ proprio quello che è avvenuto tra Franco e Paola… ed  è stato solo l’inizio perché quello che è avvenuto dopo non è possibile descriverlo su questa pagina del Blog. Lo lasciamo all’immaginazioni dei lettori… i quali farebbero bene a moltiplicare la loro immaginazione molte volte. Infatti, per Franco e Paola è stato un sabato di fuoco…da fuochi d’artificio… dove la musica seguiva il ritmo dello scoppiettar dei baci… - Questo è il racconto 730, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 01/09/14 alle 13:33 via WEB
ARTE E PITTURA---Picasso diceva:"Tutti i bambini sono degli artisti nati, ma che il difficile sta nel restarlo da grandi". Talento innato e capacità di conservarlo, l'arte e la pittura rappresentano occasioni di crescita e formazione uniche per i più piccoli. Attraverso la pittura il bambino vive e comunica le sue emozioni. È la libera espressione di ciò che ha dentro. I bambini iniziano a giocare con i colori quando sono piccoli, attraverso l'uso di materiali diversi: si inizia con i pastelloni a cera, molto grossi e morbidi, che lasciano il segno sul foglio senza difficoltà. Si passa poi alle matite colorate, alle matite nere; si usa quindi la tempera, che andrà stesa prima con le mani, su fogli grandi, e poi con il pennello, quando il bambino avrà sviluppato la capacità di impugnarlo. È importante che si sentano liberi di esprimersi. Devono sentirsi liberi di muoversi, quindi meglio se indossano abiti comodi. Devono essere liberi di sporcarsi, perché significa che sono dentro al disegno, che riescono a vivere con il corpo quello che stanno esprimendo sul foglio. Si parte con il foglio molto grande quando sono piccoli e poi man mano si restringe il foglio e si varia nell'uso dei materiali. Il bambino, intorno ai due anni e mezzo, decide cosa vuol fare. Questo è un passaggio molto importante: se prima esprimeva con il corpo le sue emozioni, ora inizia a usare la matita o il pennello e decide cosa vuole fare. Significa che il bambino prende una decisione su quello che vuole mostrare, quale emozione vuole rappresentare. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 01/09/14 alle 13:41 via WEB
ARTE E PITTURA---È importante che impariamo a leggere, in questa comunicazione pittorica, quello che il bambino sta esprimendo. In genere, il bambino vuole esprimere la sua gioia, la sua voglia di vivere. Possono capitare dei momenti più tristi, per esempio quando un bambino utilizza i colori più scuri, più cupi. Chiediamo di raccontarci cosa hanno disegnato e scopriremo storie bellissime che il bambino saprà narrare insieme al disegno. Questa comunicazione attraverso il disegno, questo colloquio genitori-figli, è importantissimo. Ci sono opere d'arte che sembrano realizzate da bambini. I bambini riescono a creare delle figure che ci lasciano stupiti, perché interpretano la realtà con i loro occhi . Con pochi tratti, un bambino rappresenta quello che vede. Molte opere d'arte moderna e contemporanea mostrano la realtà vista con gli occhi dell'artista, con una lettura non convenzionale ma che passa attraverso le emozioni. E il bambino è maestro nell'esprimere emozioni.Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 01/09/14 alle 14:10 via WEB
Vincent van Gogh (1853-1890) è considerato "il pittore malato" per eccellenza. La natura della sua malattia, che si manifestò prima dei trent'anni, è stata oggetto di numerose interpretazioni, fondate soprattutto sulle lettere che van Gogh stesso scrisse al fratello Theo. Le cause delle sua malattia, suscitano ancora grande interesse. Nel momento in cui le sue crisi, caratterizzate soprattutto da allucinazioni e attacchi di tipo epilettico, si manifestavano, l'artista "cadeva" in uno stato di profonda depressione e confusione mentale, tanto da renderlo incapace di lavorare. Dapprima si pensò che si trattasse di epilessia. Questa prima ipotesi fu formulata non in base ai sintomi che distinguevano la sua malattia, ma da ciò che van Gogh disse di sé: " .sono un pazzo o un epilettico ". Sulla base delle allucinazioni di cui soffriva e in seguito ad un episodio di paranoia, nel quale fu tormentato dalla convinzione che i vicini lo volessero avvelenare, si ipotizzò che l'artista potesse essere schizofrenico. Nei sintomi dichiarati dal pittore si è riscontrata una somiglianza con quelli di una rara malattia eridataria: la porfiria acuta intermittente. Questa patologia si manifesta in età adulta con attacchi improvvisi, intervallati da periodi di benessere. È noto inoltre che, come numerosi artisti dell'epoca, anche van Gogh facesse uso di una bevanda alcolica decisamente tossica ma assai in voga nella Francia di quel periodo: l' assenzio . Questo liquore dal colore verde intenso, che diviene giallo se allungato con acqua, si ricava dalla pianta Artemisia absinthium e contiene, oltre all'alcol, alcuni olii essenziali molto tossici, dagli effetti dannosi sul sistema nervoso. Quindi, come sostengono numerosi studiosi l'uso di assenzio e di altre bevande alcoliche, associato ad una cattiva e scarsa nutrizione devono aver aggravato i sintomi della sua malattia. Un anno prima della sua morte van Gogh, dopo una violenta discussione con il pittore amico Gauguin, si recise l'orecchio sinistro per poi regalarlo ad una prostituta. Un suo autoritratto testimonia l'episodio di automutilazione che contrassegnò la sua malattia. Ciao Teresa Ramaioli
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