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CON OCCHI DI BAMBINA

Ania Goledzinowska

 

 

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Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!

Post n°54 pubblicato il 26 Maggio 2011 da ania_goledzinowska

Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!

 (Gv 20,24-29)
La via della fede, dal giorno della risurrezione di Gesù fino al termine della storia, non è la visione, bensì la testimonianza. Si crede per la Parola proferita dai testimoni.
Quale dovrà sempre essere l'oggetto della testimonianza? Non certo il riferimento puro e semplice della Parola del Vangelo. Dire il Vangelo, annunziarlo, insegnarlo, proclamarlo, predicarlo, commentarlo non è testimonianza. Tutte queste attività non ci rendono veri, credibili, giusti testimoni della Parola.C'è pertanto una differenza tra la testimonianza resa dagli Apostoli a Tommaso e quella che ogni giorno il cristiano deve offrire ad ogni uomo. Gli Apostoli dicono a Tommaso ciò che loro avevano visto, gli parlano cioè del Signore che era risorto ed era apparso loro, augurando la pace, soffiando e spirando sopra di loro lo Spirito Santo, costituendoli suoi missionari, mandandoli nel mondo a perdonare i peccati. 

Ogni altro che viene dopo gli Apostoli, che non ha visto il Signore, può essere testimone in un solo modo: dicendo di essere stato visto dal Signore, da Lui redento, giustificato, fatto nuova creatura, santificato, conformato al suo mistero di morte e di risurrezione. La testimonianza per tutti noi nasce dalla santificazione della nostra vita, dal passaggio dalle tenebre alla luce, dalla falsità alla verità, dal peccato alla grazia, dall'egoismo alla vera carità, dalla solitudine alla comunione, dalla morte alla vita.
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Tommaso vede il Signore, crede senza toccarlo. La sola vista gli basta e si apre subito alla fede. Quanto il Signore ha fatto con lui visibilmente, lo farà con ogni altro uomo invisibilmente. Con ogni altro uomo opererà nel cuore, nella mente, nello spirito, nell'anima, nello stesso corpo, perché libererà l'uomo da ogni schiavitù di peccato, vizio, concupiscenza, egoismo, superbia, impurità, volgarità. Lo introdurrà nella sua stessa santità, perché lo inonderà di Spirito Santo e di vita eterna.
Questa trasformazione in Cristo non è possibile a nessuna forza umana. La santità del nostro corpo è solo opera della grazia divina, è un dono dello Spirito Santo, è il frutto della venuta del Signore a visitarci. Per questo oggi e sempre la testimonianza a Cristo Gesù la si può rendere solo dalla santità del nostro corpo, adornato di ogni virtù, splendente per libertà da ogni vizio, radioso per l'assenza in esso del peccato.
Il testimone è obbligato a parlare di Cristo sempre dalla verità e dalla grazia di Cristo, dire chi è Gesù dal suo cuore e dal suo corpo, divenendo, il testimone, cuore e corpo santo di Gesù Signore. Se questa conformazione non si compie, il nostro parlare è vano. Diciamo cose che non esistono. Raccontiamo verità che non sono in noi. Diciamo una realtà che l'altro non vede nella concretezza del nostro corpo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, aiutaci a crescere nella verità e nella grazia di Cristo Gesù. Lo esige la nostra missione di testimoni di Gesù Signore. Angeli e Santi di Dio, aiutateci, a rendere credibile la nostra Parola con la santità del nostro corpo.

 
 
 
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