Creato da ania_goledzinowska il 10/01/2011

CON OCCHI DI BAMBINA

Ania Goledzinowska

 

 

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CUBA..........VERSO LA NORMALITA???

Post n°42 pubblicato il 06 Maggio 2011 da ania_goledzinowska

 

CUBA - PATRIA O MUERTE VINCEREMOS

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"Hasta la victoria siempre, Patria o muerte", è lo slogan del Che, e della rivoluzione che sottrasse Cuba e il suo l'arcipelago alla dittatura di Fulgencio Battista – sotto la cui oppressione tutte le ricchezze dell'isola furono svendute agli Stati Uniti, e la prostituzione e il gioco d'azzardo dilagavano, con una forte influenza della mafia italoamericana – e la consegnò all'interminabile regime comunista di Fidel Castro.

Lo si vede scritto dappertutto e a me, a dire il vero, fa venire la pelle d'oca. È un grido di libertà, ma che viene da un popolo che, per una ragione o per l'altra, la libertà continua a sognarla. Proprio in questi giorni si cellebrera "Revoluzion Socialista Y Democratica" dovè Fidel fara il suo discorso in piazza.

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Sono nata nella Polonia comunista, e appena messo piede a terra dall'aereo, mi è sembrato di essere tornata indietro di 25 anni. Questo che era successo in Polonia con Solidarnosc ora si sta ripetendo in Egitto, Tunesia, Libia. In Cuba ancora no. L'impronta della lunga dominazione spagnola, a L'Avana, capitale di questa splendida isola dalla storia tormentata è ancora evidente, e l'architettura coloniale vi affascinerà subito. I paesaggi e le coste sono semplicemente mozzafiato, e inoltre Cuba è una terra ricchissima di risorse (prima di tutto lo zucchero, ma anche nichel e persino petrolio): potrebbe prosperare anche solo per il turismo, eppure la  popolazione (oltre undici milioni di persone, di cui circa due milioni e mezzo nella capitale), vive in gran parte nella miseria. 

Qualcuno mi ha sconsigliato persino di scrivere questo reportage, perché altrimenti tornando qui probabilmente sarei stata arrestata... Già, ma se tutti facciamo sempre finta di niente, e ci lasciamo scorrere addosso la realtà, le cose non cambieranno mai... Sarò un'ingenua, ma sono una che crede ancora che il mondo possa cambiare. 

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Appena metti piede a L'Avana scendendo dall'aereo ti investe un caldo appiccicoso, e si sente un odore di benzina così forte che ti stordisce. Forse dipende dal fatto che in giro ci sono solo macchine vecchissime. Anche i pezzi di ricambio vengono continuamente riclicati, così spesso la gente resta in panne: il meccanico o il gommista devono essere mestieri d'oro da queste parti... In realtà i Cubani non solo non possono permettersi una macchina nuova, ma la Legge gli vieterebbe in ogni caso di comprarla. Così le automobili sono un bene di famiglia, che passa da padre a figlio. Le strade sono piene di persone che fanno l'autostop, perché i mezzi pubblici, quando funzionano, sono talmente pieni che salirci è un'impresa. Nessun cubano ha una casa di proprietà. Qui è tutto del Governo. Casa poi... Moltissimi palazzi cadono letteralmente a pezzi. Alcuni, come ho detto, sono splendidi esempi di architettura coloniale, con il patio interior, alla spagnola, ma sembrano rovine abbandonate tanto sono fatiscente:  invece se andate a guardare, scoprite che dentro ci vive gente. Dopo un po' mi sembrava davvero di essere stata catapultata nella Polonia di una volta, quando nei negozi non c'era nulla e le case sembravano casermoni grigi, cose di cui ho parlato anche nel mio libro "Con Occhi di Bambina" in cui racconto cosa vuol dire nascere sotto una dittatura. 

Ma, come spesso succede quando un Paese è povero, la gente è disponibile, cordiale, alla mano...  I Cubani sono il frutto di innumerevoli contaminazioni culturali. Questa è una terra magica, dove attraverso il commercio di schiavi si diffuse il vudù, e dove la musica africana è rimbalzata attraverso il sudamerica, dando vita a ritmi che balliamo in tutto il mondo. L'atmosfera che si respira nelle strade, è straordinaria. La criminalità comune, quasi non esiste. Potete tranquillamente andare in giro per le strade anche di notte e non vi succede niente. La gente vi sorride sempre, anche se ci sarebbero tante ragioni per piangere. Noi, figli del consumismo più sfrenato, ci lamentiamo sempre perché non abbiamo abbastanza soldi, però magari abbiamo in casa tre televisori, due auto, e venti paie di scarpe... A un cubano se gli regali un paio di vecchi infradito lo fai felice! Torni tra tre anni e lui le porta ancora, qui non si butta niente. Come quando la gente veniva nei Paesi dell'Est, e regalava le calze e noi le mettevamo solo la domenica per andare in chiesa... Un Cubano guadagna da 10 a massimo 25 pesos al mese. Circa 22 euro. Più fortunati quelli che lavorano negli alberghi o nei ristoranti, che possono arrotondare con le mance. L'alfabetizazione è praticamente totale, perché il sistema scolastico è gratuito fino all'Università, però le scuole non sono vicine e molte volte pulman e rotto, quindi a scuola non si può andare.  C'è molta disoccupazione, e tanti vivono di quello che gli passa lo Stato: un po' di riso, fagioli.. In ospedale (i medici cubani sono tra i migliori del mondo), non è raro vedere una vecchietta che paga la visita offrendo una gallina o un chilo di banane. 

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Ma intorno all'allegria della gente, alla loro apparente spensieratezza, alla loro filosofia di vita che li fa convivere con una serenità incredibile con la miseria, ci sono molte ombre. Mentre tutto ti sembra normale, fino all'attimo prima, all'improvviso scopri che la persona con cui hai appena parlato è stata arrestata! Un uomo si era soffermato a chiacchierare con noi. Si lamentava di come andavano le cose... L'abbiamo ascoltato, poi ci siamo salutati, e cento metri più in là lo aspettavano due poliziotti in borghese: manette, e via. 

Perche? Il regime di Castro ha salvato Cuba da un gorgo mortale, ma ormai sopravvive a se stesso, e mentre continua a lottare con l'imperialismo americano, la gente crepa. Molto sono insofferenti al comunismo, ma guai aprire bocca. In ogni quartiere c'è un così detto Capo, che raccoglie tutte le informazioni, e scatta la denuncia. Così tra di loro i Cubani non si fidano molto. Durante la dittatura di Battista, questo Paese era stato il paradiso dei pedofili. Oggi non dovrebbe essere più così, ma ci sono innumerevoli cose da cambiare ancora, e il tunnel sembra lungo. La povertà induce ancora la prostituzione, ma se un turista viene beccato in macchina o in albergo con una ragazza, al turista non fanno nulla, mentre la ragazza finisce in galera. Eppure appena entri in un locale le ragazze ti saltano adosso due o tre alla volta, chiedendoti un "regalino". Circa 100 pesos. Se aspetti quando il locale chiude, e arrivano i "saldi umani", con 100 pesos te ne porti a casa due... E puntuale fiorisce l'indotto: in alcune "casas particulares", cioè "case private", una parte è dedicata ad ospitare i turisti che hanno fatto "spese" nei locali, e lì si può fare quello che si vuole... Altrimenti la ragazza devi portarla in albergo, e lì tocca allungare anche circa 100 pesos alla reception... Insomma, c'è tutta una mostruosa economia sotteranea. Avevo deciso di aiutare una famiglia Cubana, che ha una bambina malata. Loro vivono in una camera in 4, insieme anche a un cane. La loro casa sembra uno di quei locali sotterranei dove nei palazzi occidentali stanno i bidoni della spazzatura. La famiglia, ovviamente, era felicissima di poter ricevere una mano, e io di potergliela dare, ma non fu cosi, il giorno dopo mi chiamò una persona, mi chiese di incontrarci, e mi spiegò che era meglio se smettevo di fare beneficenza, perché rischiavo di creare seri problemi a quelle persone. Il Governo tiene moltissimo all'immagine di facciata, e guai accettare "elemosine" dagli stranieri.

Una sera io e i miei amici siamo andati in un locale dove era vietato entrare con i pantaloncini corti. Indossavo un paio di shorts e non volevano lasciarmi entrare. Però, dentro, le ragazze portavano minigonne minuscole... Insomma sì, Cuba è questo: una continua, affascinante contraddizione, un luogo fuori del tempo, una terra di musica e di magia, un cortocircuito di culture diverse dove incontrerete miseria e spiagge da sogno, gente affamata e ristoranti dove si serve una cucina magnifica, a base di aragosta, gamberi, e pollo, che sono le loro specialità (imperdibile la granita di Mojito). Il mare è stupendo soprattutto andando verso Varadeo, e poi Cayo Blanco, una delle innumerevoli isolette che si possono raggiungere in barca. Fate di tutto per organizzarvi una gita in mezzo al mare e fare il bagno con i delfini: un'emozione indescrivibile, che vi metterà a contatto con la natura come nient'altro al mondo.

Pieni di suggestioni anche i mercatini, dove si può trovare davvero di tutto, tra cui ovviamente i celeberrimi sigari. E magari fate una puntata al Havana Cafè, un locale molto carratteristico, dove si svolge uno spettacolo di musica e danza davvero straordinario (senza dimenticatere di allungare una mancia qua e là ogni tanto...) Noi possiamo scegliere, loro no...

"O Patria o Morte".... Ma sarebbe una pagina di Storia da voltare. E pare che potrebbe essere cosi, nei ultimi giorni  lo stesso Fidel Castro che lascia il posto di segretario del Partito comunista al fratello Raul, ha rappresentato il via libera alla cornice ideologica data dal sesto congresso alle riforme avviate negli ultimi anni dal regime. Cosi' e' stato anche per gli incarichi di leadership politica e statale, la cui durata e' stata ristretta a cinque anni ciascuno. I mille delegati arrivati all'Avana hanno approvato un'ondata di circa 300 provvedimenti nel settore dell'economia, incluso il taglio di un milione di posti di lavoro e la decentralizzazione della gestione del settore agricolo. Il socialismo non viene rinnegato, ma e' destinato a cambiare volto. Al suo interno, ha stabilito l'assise, saranno "riconosciute e promosse" le modalita' di "investimenti esteri, le cooperative, la piccola imprenditoria agricola e il lavoro privato". Sara' permessa anche la compravendita delle abitazioni tra i privati, una decisione che potrebbe smantellare la linea di trasmissione della proprieta' dai genitori ai figli e avviare un vero mercato immobiliare.

Staremo a vedere…Perché una sola cosa conta davvero: io dico, Viva la Libertà!

Ania Goledzinowska

a cura di : Flavio Pagano

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