LE NOSTRE NOTE...

Ivan Graziani - Lugano Addio


Grandissimo chitarrista, forse il migliore fra tutti i cantautori, Graziani ci ha lasciato brani ironici, a volte ermetici, ma sempre attuali. Ad ascoltarlo adesso sembra incredibile come la sua produzione piuttosto consistente sia potuta passare così sotto silenzio.Ivan era un artista semplice. Per molti solo un chitarrista. Nulla di più... Non aveva "nulla da dire". Nulla di eclatante e nulla di socialmente utile. Non smuoveva coscienze.
Pochi accordi e melodie scontate. Semplici e poco incisive. Forse anche un po' banali. Ma non era così...Io ricordo un artista a tutto tondo. Un vero artista con la A maiuscola. Senza pretese e senza eccentricità. Tranne che per gli occhiali. Sproporzionati e rossi. Tipici di quegli anni. Molto Elton John. Zero moine, zero capricci da star. Un "semplice" cantautore. Concerti in teatri. Mai stadi pieni stracolmi. Chitarra e voce.
Toni alti e un timbro struggente, malinconico. Pur essendo egli stato rocker tra i più validi della scena indigena, il suo ricordo è legato principalmente a delle ballate, piccoli capi d'opera di romanticismo, leggerezza e ironia. "Lugano Addio", contenuta nell'album "I lupi", apre la serie e resta fra le più memorabili. Interamente giocata sul filo della nostalgia, per una figura di donna e per una vicenda sentimentale conclusa, la canzone cita nel titolo la celebre "Addio a Lugano" degli anarchici, con un pudico riferimento ai genitori dei due protagonisti del pezzo. Grazie pure alla preziosa collaborazione di Antonello Venditti, "Lugano addio" entra nelle classifiche di vendite e procura al nostro quel successo che da gran tempo inseguiva senza fortuna.
Gli esegeti dell'epoca trovarono diversi significati reconditi in questa canzone...La differenza tra il Nord e il Sud. Tra chi ha combattuto e chi è rimasto a prendere il sole. Era di destra o di sinistra? Non voglio essere presuntuso nel proporre un' interpretazione autentica. Credo però che sia soprattutto una storia d'amore. Semplice quanto malinconica. Un tuffo nel passato. Un viaggio nei ricordi di una gioventù superata che ha lasciato spazio alla maturità. Bellissima la chitarra, personale ed appassionata l'interpretazione. Canta con me dice la canzone...e noi cantiamo con Ivan...
Le scarpe da tennis bianche e bluseni pesanti e labbra rosse e la giacca a ventoOh ! Marta io ti ricordo cosìil tuo sorriso e i tuoi capelli fermi come il lagoLugano addio cantavimentre la mano mi tenevi"Canta con me"Tu mi dicevi ed io cantavodi un posto chenon avevo visto maiTu, tu mi parlavi di frontieredi finanzieri e contrabbandomi scaldavo ai tuoi racconti"Eh mio padre sì," Tu mi dicevi,"Quassù in montagna ha combattuto !"Poi del mio mi domandavi              Ed io pensavo a casamio padre fermo sulla spiaggiale reti al sole i pescherecci in alto mareconchiglie e stellele bestemmie e il suo doloreOh ! Marta io ti ricordo cosìil tuo sorriso e i tuoi capelli fermi come il lagoLugano addio cantavimentre la mano mi teneviaddio cantavie non per falsa ingenuitàtu ci credevie adesso anch'io che sono quaOh ! Marta mia addio ti ricordo cosìil tuo sorriso e i tuoi capelli fermi come il lago...