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Fertility Day - sogni e calzetti di una generazione

Post n°824 pubblicato il 03 Settembre 2016 da mullerina
 

I bimbi mi continuano a far impazzire, divertire, sorridere, pensare, qualche volta urlare (l'infermiera generale che è in me si anima ogni volta che i passetti da corsa disperata si fanno udire da qualche corridoio... il mio: "Non si corre! Vuoi che fasciamo anche la testa?!" da isterica domatrice è ormai un disco fisso). Sembra incredibile come anche un mondo che pensavo immensamente lontano da me e dalla mia poca esperienza, sia diventato invece così familiare. Tutti mi ripetono che quando avrò figli saprò già tutto... quanto c'è di più sbagliato! Ogni bambino è davvero un mondo a sé, come ogni mamma. Magari saprò alcune cose, ma mille altre le dovrò imparare da zero.

Ci penso perchè in questi giorni una mia amica ci ha annunciato di essere incinta, mentre una collega mi ha confidato della trafila di burocrazia che sta affrontando per poter adottare, con tempi nebulosi, rarefatti e dilatati da diventare vecchio solo a pensarsi.
Ci penso perchè ho incontrato un'amica che di bimbi ne ha adottati due, uno spettacolo della natura, cresciuti con un amore immenso, con tutte le difficoltà che questa esperienza genitoriale comporta.
Ci penso in questi giorni che le locandine della (fallita) campagna del #Fertilityday impazzano sul web... Che poi se siamo così preoccupati del calo di nascite "italiane" chiamiamolo giornata della promozione della fertilità.
L'iniziativa magari non era del tutto sbagliata, se rivolta a chi vorrebbe avere figli e incontra qualche difficoltà, è giusto far luce sui maggiori problemi legati all'infertilità. L'errore è stato il "richiamo alle armi" a tutte le donne in età fertile, con slogan sessisti, di pessimo gusto e inaudita insensibilità. E non sono certo io a illuminarvi, chiunque veda le locandine prodotte penso rabbrividisca da solo.

La maternità è un'esperienza che inevitabilmente è influenzata da un sacco di fattori. Non c'è solo la parte biologica, serve sentimento, servono condizioni, servono speranze e aiuti concreti. L'articolo della Costituzione "La Costituzione tutela la procreazione cosciente e responsabile" definisce proprio che i figli che vorremmo vedere al mondo sono figli voluti, da persone che hanno compreso il significato di una nuova vita e accettano tutto il cambiameno che comporta, pronti a prendersene cura e crescerlo in un ambiente sano; nelle locandine di propaganda invece l'accento è stato messo unicamente sulla -procreazione-, un "andate e moltiplicatevi" dei nostri giorni. 

Un'altra pessima scelta è stata quella di focalizzare il nocciolo della questione sulla donna. È vero a partorire è la donna, ad avere un utero è la donna, ad avere un numero di possibilità limitate nel tempo è la donna, ma un figlio una donna da sola non lo fa. La genitorialità è un'esperienza di coppia, da tutelare prima ancora che da incentivare.
E si deve partire proprio dalle basi, dal rispetto reciproco fra tutti, dall'inesistenza di ruoli prefissati, dall'amore per il prossimo e per se stessi... La donna non è l'unica che fa e cresce i figli, siamo persone che insieme maturano l'idea di un figlio ed è bene che senza fretta di essere "creativi" ci pensiamo prima.
È vero non tutto può essere calcolato, le certezze su un futuro roseo non ce le da nessuno, ma è anche vero che se l'instabilità è ciò che caratterizza la nostra vita in un determinato momento è normale cercare prima un equilibrio. 
Tutti i tempi si sono allungati, studiamo per più tempo, lavoriamo più tardi e con condizioni più sfavorevoli del passato, spesso i giovani passano di stage in stage con minimi rimborsi spese (o anche inesistenti rimborsi spese), ci sono sogni come quello di indipendenza e di famiglia che restano chiusi nel cassetto per così tanto tempo che quando lo si riapre si trovano solo calzetti spaiati.

 

 

 
 
 
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