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La nebbia agli irti colli

Post n°791 pubblicato il 27 Settembre 2014 da mullerina
 

Sono di ritorno da un intenso corso di formazione, in attesa dell'inizio sul campo.
In questi ultimi giorni ho scoperto che l'attività che svolgerò è ben diversa da ciò che "temevo" quando ho partecipato alla selezione per la borsa di studio, infatti in quelle tre righe contenute nel bando non è che tutto fosse proprio spiegato in maniera cristallina.
Si tratta di una nuova sfida, una nuova figura, da creare ed inserire per la prima volta. Immaginabili tutti i possibili inghippi che potranno esserci, visto il progetto mai sperimentato. Mi sento un po' pioniera e un po' cavia...
Sono curiosa di vedere come andrà e se le mie aspettative (ancora un po' indefinite, a dire il vero) verranno o meno confermate.
Non è semplice dopo tre anni di bombardamento e concentrazione sulla capacità di fare cose, passare ora ad un concentrarsi e dedicarsi completamente alla relazione. Senza perdere "l'occhio clinico" e l'attenzione alla possibile degenerazione degli stati di salute... anche se non è tanto il rischio di perderlo (l'occhio clinico), ma più la paura di non svilupparlo proprio! Dal momento che è un'abilità che solo la pratica e l'esperienza possono aiutare a creare.

Sono molto stuzzicata dall'importanza data, finalmente, alla comunicazione. Questa ricerca di un'alleanza terapeutica con il paziente, realmente condivisa.
Un ponte tra persone e sanitari era da tempo necessario. In fondo è finita da un bel po' l'era del medico onniscente e venerato, a cui era data l'ultima parola (se non la sola) sulle decisioni da prendere... Ormai siamo tutti un po' dottori di noi stessi (con tutti i rischi che le diagnosi fai-da-te comportano) ed è quindi impensabile non rendere partecipi delle scelte proprio coloro che ne sono oggetto.
Questa rivoluzione, che ha bisogno dei suoi tempi e che mi auguro sia iniziata già, è accompagnata anche da questo nuovo interesse verso la vicinanza psicologica ed emotiva, non solo nei confronti dei pazienti, ma anche delle persone che stanno loro accanto, anch'esse mosse dall'ansia e dalla paura, nei momenti delicati dell'attesa, in luoghi di importante incertezza.
Ecco dove mi inserirò io...
Sarà un'esperienza tutta da pensare e realizzare giorno per giorno. Non ho modelli a cui ispirarmi, il che rende difficile l'inizio. Vedremo un po' come il tutto si svilupperà e plasmerà.

 

 

 
 
 
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