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E SE FACESSIMO GIA' L'ALBERO DI NATALE?

Post n°4419 pubblicato il 22 Novembre 2022 da monellaccio19
 

 

 

 

 

"Amo'....dove sei?", chiamata più volte, non ricevo risposta. Alzo leggermente la voce: "Oh... ma dove sei? Non mi senti?".  Mi alzo dalla scrivania e raggiungo la stanza dove generalmente lavora, la porta è chiusa. La apro dopo un toc: "Ma sei qui? Ti sto chiamando invano, non mi rispondi...", solleva la testa dalla macchina per cucire e volgendo lo sguardo torvo e minaccioso verso di me: "Come avrei potuto sentirti, con la porta chiusa e il fruscio della macchina? E poi, la devi smettere di chiamarmi, devi alzare le natiche, non puoi continuare a stare seduto, uscendo poco e passando il tempo alla scrivania, devi camminare pigrolo!". Sono basito, stai a vedere che tutto 'sto casino è colpa mia: "Pigrolo? Ekkedè?...", "Un nome nuovo che mi è venuto in mente, magari i nani di Biancaneve erano otto e uno si chiamava Pigrolo perché era sempre lì a non far niente. Vabbè, dimmi cosa c'è? Che vuoi?".  Mi seggo sul divano, sono esausto, la invito a sedersi accanto, battendo la mano vicino al mio posto: "Segga signora delle tramelie...le devo fare una proposta...". Sorride l'infame, sa tutto e non riesco mai a sorprenderla: "...Signora delle tramelie? Ekkevordì?". "Beh, tu puoi inventarti nomi nuovi e io non posso affibbiarti una etichetta che coniughi Camelie e trame? Ascoltami, facciamo subito l'albero di Natale? Addobbiamo la casa come ogni anno?". Incredula, quasi avessi detto una colossale cazzata, strabuzza gli occhi: "L'albero di Natale...il 22 novembre? E di grazia, ponendo la domanda spontanea, perché non aspettare l'otto dicembre come da tradizione?". "Semplice, ho letto or ora che chi addobba e mette su l'albero di Natale con anticipo, è più felice, più sereno e trascorre tutto il periodo prenatalizio, natalizio e festivo fino al 6 gennaio, in un clima di assoluta pace e tranquillità: i ricordi dell'infanzia tornano alla memoria, le atmosfere di quando eravamo piccoli riempiono di gioia i nostri cuori. I sentimenti si arricchiscono di bontà, l'atmosfera natalizia ci culla in un etereo senso di beatitudine e il....", mi da una gomitata nel fianco e sbotta: "Ma che t'è preso, ma dove leggi tutte ste cazzate, come fai ad immergerti in quella fogna che è diventata ormai la rete, sei ormai strafatto e credo sia giunta l'ora di smetterla. Domattina chiamo Alfredo (mio cugggino lo psichiatra) e lui saprà come sedarti".   Fine di un momento magico, pensavo di fare una pausa, di creare nuove emozioni, ma evidentemente la proposta era insulsa e poco convincente. Sono andato a rileggere l'articolo! 

 
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monellaccio19
monellaccio19 il 22/11/22 alle 12:04 via WEB
Che dirti? E' cambiata molto in questi ultimi anni la nostra vita: a prescindere dalle ristrettezze del covid, è venuto meno il momento convivale, regolare e sistematico, del pranzo festivo a casa mia. A parte compleanni e onomastici, eravamo soliti riunirci per pranzare da me: mio figlio, sua moglie e le due bambine. Bambine? Acc.... la più grande ha diciannove anni, la più piccola sedici anni e sembra più grande delle sorella. Oggi sono due sventole e ovviamente, cambiando gli interessi, non ci onorano con la loro presenza. Intendiamoci: affetto e sentimenti non sono in discussione, ma a quella età figurati se stanno con i nonni a pranzo. Mia figlia è a Milano e con la mia terza nipote (6 anni), sarebbe con noi se vivesse a Bari. Quindi a parte le visite saltuarie e le occasioni per pranzare e cenare fuori per qualche ricorrenza, ormai siamo a...guardarci negli occhi io e mia moglie. La comitiva di amici è ferma: il dolore ci nega la voglia di stare insieme: uno (il Gianci), è immobile nel suo letto e si sta battendo con il male che lo tiene bloccato e inibito nei movimenti e nel parlare. Una tragedia che ci porta a una visita ogni sabato pomeriggio (tutti noi) per tenerlo su un paio di ore, ma non immagini quanto ci costi emotivamente, quando eravamo gli artefici di "Villa Arzilla". La sofferenza è tanta per noi, pesa anche quando siamo soli in casa e le lacrime ci rigano il volto quando pensiamo a lui. Dopo sessant'anni insieme non avremmo mai pensato di finire così. Scusami...... Buon pranzo Giovanna.
 
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