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ARDEA: E' NECESSARIO CAMBIARE SISTEMA

Post n°3952 pubblicato il 16 Giugno 2021 da monellaccio19
 

 

 

Il caso di Ardea ha scosso come non mai, l'opinione pubblica: per la sua efferatezza, per le tre vittime di cui due ragazzini, per il contesto e per i precedenti. Orbene, volendo andare oltre per soffermarsi sulle cause, sugli effetti e soprattutto sulla possibile prevenzione utile per tentare di fermare questi gesti inconsulti e sempre più frequenti, mi permetto osservare alcuni presupposti che potrebbero aiutarci a capire come tentare di fermare questi assalti proditori e improvvisi da parte di persone fuori di testa. Nel 1978 entrò in vigore la legge Basaglia: nel nostro paese chiusero tutti i manicomi e fu predisposto che gli internati fossero ritenuti cittadini come tutti gli altri e quindi  da "sottrarre" alle intemperanze, agli arbitri e ai trattamenti anche violenti per tutti coloro che fossero ritenuti pazzi o presunti tali. Una vittoria della civiltà, della medicina e della società moderna che non poteva più permettersi di gestire quel genere di malati con leggi vecchie e fuori da ogni diritto umano.  A maggior ragione se i precedenti del folle erano noti,  i segnali erano pericolosi, di persone gravemente malate in Italia ne abbiamo tante e tutte a casa, sorvegliati da familiari che magari la notte si chiudono a chiave per non essere follemente aggrediti dal parente.  Insomma, siamo ostaggi delle casualità, dei contesti affrontati con sufficienza e distacco, un ritenere tutto scontato e normale. La legge Basaglia va cambiata, la collettività non può essere bersaglio di questi signori che ammazzano e si ammazzano come pare e piace a loro. Lo stato non può scaricare sulle famiglie un carico così gravoso, lo ammettono anche i medici, c'è da rivedere il sistema, non ci si può nascondere dietro la frase "inviolabili libertà individuali". E' vero, oltre 40 anni fa i diritti e i trattamenti degli internati erano calpestati da chi fosse responsabile della gestione di questi luoghi oscuri e impenetrabili, ma oggi si può aprire un nuovo capitolo: il disagio sociale cresce, la libertà di essere coinvolti da scorrerie di folli capaci di uccidere non può tenerci chiusi in casa. La libertà è un diritto di tutti: di quelli che ammazzano no, ma di quelli che vogliono vivere certamente sì! Nel vecchio manicomio di Madrid, ormai abbattuto e non più in uso, v'era una targa all'ingresso: "Non lo siamo tutti, non ci siamo tutti". Vera e comprensiva realtà, ma oggi non si può vivere con questa patema. 

 
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g1b9
g1b9 il 16/06/21 alle 16:46 via WEB
C'erano una volta i manicomi, dove si praticava di tutto, compreso l'elettroshock a pazienti, che soffrivano di depressione gravi come agli schizofrenico. Basta leggere il libro " Le libere donne di Magliano, di Mario Tobino, la storia di un medico, che vive con le sue donne pazze, per rendersi conto di cosa potesse essere uno di quei luoghi. E siamo passati alla piena libertà di questi malati, tra i quali pochi hanno scritto in faccia il loro stato, mentre la maggioranza vive indisturbata tra noi, ignari ed esposti ad ogni genere di intemperanza. Capita a volte di assistere a TSO su persone semplicemente un po' strane, il cui comportamento disturba qualche pseudo benpensante, mentre i pochi cosiddetti repartini negli ospedali restano spesso quasi vuoti. Come scrivi tu succedono troppe tragedie ascrivibili a squilibrati, il cui aggravamento non può essere imputato alle famiglie, che non sono preparate ad accudire queste persone, delle quali , inoltre diventano pure responsabili. Mi stupisce che l'attenzione di coloro ai quali non sfugge alcun ché di anomalo che debba essere regolamentato, siano così disattenti a questo problema da non coinvolgere il ministero della Sanità affichè trovi una soluzione per questi malati, perchè tali sono,evitando tante morti assurde. E non parlino anche qui di political correct perchè sarebbe come dire che siamo al capolinea della civiltà.Buon pomeriggio carissimo!
 
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