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UOMINI E DONNE: VISIBILI MA...FANTASMI

Post n°3811 pubblicato il 04 Febbraio 2021 da monellaccio19
 

 

 

 

 

Il popolo della notte: quegli uomini e donne invisibili che dopo essersi aggirati per tutta la giornata in città, si portano verso gli angoli più bui e meno frequentati del centro, delle stazioni metropolitane o ferroviarie, dove sistemarsi per la notte. I clochard, i barboni se preferite, esseri umani che per piena indigenza e assoluta mancanza di mezzi, devono dormire per strada e ripararsi dal freddo intenso dell'inverno in città come Milano o del nord in genere. Quando il freddo morde, uccide in tutti i posti, essere fuori e in presenza di altre patologie, ci sono persone che rischiano la vita puntualmente ogni notte. Eppure per loro si muovono associazioni e volontari sempre in giro per raggiungerli e offrire loro assistenza per la notte: coperte, bevande calde, controlli medici in presenza di patologie anche leggere. La Caritas poi, mette a disposizione di costoro pasti caldi e luoghi per dormire con un tetto sulla testa. Molto spesso, non si possono accontentare tutti questi bisognosi ma talvolta, essere senza fissa dimora e passare anche la notte all'addiaccio, è una scelta di vita. Era questa la vita di Umberto, un clochard di settantacinque anni, trovato morto a Milano in zona stazione ferroviaria Porta Garibaldi, da agenti della Polfer. A causa del freddo e magari di altre patologie, l'uomo non ha chiesto aiuto, è morto senza dare alcun segno. Indagando sulla sua persona, la polizia ha trovato in una cassetta di sicurezza messa a disposizione dalla Caritas per i senza tetto: 100 mila euro in contanti, 19 mila euro in titoli azionari, e una pensione attiva di 750 euro mensili provenienti dalla Germania. Una scelta di vita pazzesca, un vivere ai margini della società lontano dai parenti e girovagando per la città. Chiarina, sua sorella, sostiene che da quando è sparito nel nulla, lo hanno cercato ovunque, ma senza mai ritrovarlo. Tra le altre carte, risulta il possesso di una casa in Calabria, sua regione natia e la proprietà di due furgoni con relative assicurazioni pagate. Umberto se ne è andato così  in un  solitario viaggio verso l'infinito, senza alcuna condivisione con nessuno, se no i suoi amici vagabondi. Perché? Perché rendersi invisibile, pur possedendo il necessario per vivere la sua vita anche da solo? Perché scegliere il sacrificio, la vita di strada e l'essere emarginato? Ci vuole coraggio oppure l'amarezza, il dolore di certe situazioni familiari lo hanno alienato al punto tale da fuggire e da imboscarsi per rendersi invisibile. Quanti stereotipi, quanti luoghi comuni coinvolgono i barboni? La retorica li descrive come fannulloni e pronti a chiedere elemosina per poi ubriacarsi in qualche osteria. Cosa sappiamo di vero? Quali storie nascondo al punto di passare come fantasmi vestiti di cenci e  senza un passato, senza un futuro. Un sacrifico fatto per mera scelta: un vivere ai margini della società, ma con coscienza e gusto per la libertà ambita da un uomo desiderso solo della solitudine.  R.I.P. Umberto.




 
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Rispondi al commento:
soltanto_unsogno
soltanto_unsogno il 05/02/21 alle 10:36 via WEB
Storia triste che ci lascia l'amaro in bocca, mille domande senza risposte, le risposte ai nostri tanti perche' se l'e' portate nella sua tomba..riposa in pace caro Umberto ...
 
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