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MA QUANTO COSTA UN SELFIE CON SALVINI?

Post n°3810 pubblicato il 03 Febbraio 2021 da monellaccio19
 

 

 

 

I selfie di Salvini, in questi ultimi anni, sono da antologia: centinaia e centinaia di foto scattate in mezzo alla folla durante le sue escursioni politiche, in lungo e in largo per tutta l'Italia. Ha saputo vendersi, ha saputo cogliere i suoi attimi fuggenti e ha realizzato il meglio che potesse fare per conquistare popolarità. La sfida continua, essere populista è anche questo: far sentire alla gente in strada, la presenza di una persona pronta a risolvere i problemi del popolo, realizzare le loro aspettative e a promettere tutto l'ovvio possibile e immaginabile, per sentirsi un Masaniello del terzo millennio. Orbene, in questi giorni è balzato agli onori delle cronache, un caso pertinente a quanto vi abbia raccontato: un selfie fatto da Salvini a Bologna in occasione di un comizio del 18 novembre 2019. Un tal Cristian Lanzi, si è avvicinato a Matteo e ha fatto un selfie con il suo beniamino: erano le 16.10. Nulla da eccepire, tutto normale, se non fosse che l'operaio Lanzi era in malattia dal 2/10/19 al 06/12/19. In possesso di un certificato medico, lui in quel frangente avrebbe dovuto stare a casa, ma fiero di aver strappato un ambito selfie con il grande Salvini, Lanzi ha pensato bene di postare sulla sua pagina Facebook l'ambito trofeo. In azienda si è saputo della bravata e il nostro amico si è beccato il licenziamento. In poche parole: Cristian aveva bisogno di riguardarsi per un periodo di circa due mesi e la sua azienda scopre che il comizio di Salvini, fosse una buona ragione per uscire. C'è stata la contestazione per il provvedimento e il tribunale di Bologna investito per dirimere il problema, ha dato ragione all'operaio! Oh poffarbacco,  ma come  è possibile? La colpa c'è stata, la sua uscita non era sembrata giustificata visto che aveva necessità di stare a casa. Per eventuali controlli, l'operaio doveva stare a casa ogni giorno dalle 17 alle 19, cioè rendersi reperibile per eventuali visite di verifica. L'avvocato difensore non ha avuto difficoltà a dimostrare come gli orari coincidessero e in più, come la patologia riscontrata dal medico curante, fosse bisognosa proprio delle uscite dell'uomo: passeggiare era il consiglio per guarire e superare il male (sic). Il tribunale ha ingiunto il reintegro di Cristian, e nel contempo ha ribaltato una sentenza della Cassazione nr.6047/2018 che legittimava il licenziamento specie se l'avvenuta trasgressione fosse stata divulgata sui social e tramite selfie. Quindi si è giocata la partita su quel 16.10 orario del selfie. Non si sa se alle 17, l'operaio fosse a casa. Un precedente quindi che deve tenere sul vivo la giurisprudenza: non vi sono sicurezze e certezze, gli analisti del settore devono studiare attentamente i casi e essere pronti alle altalenanti decisioni legislative. Per concludere, mi permetto aggiungere ancora qualche dettaglio: ci sono buone ragioni perché la fedeltà sfegatata per Salvini, possa aver compiaciuto qualcuno al tribunale? E ancor di più: sarebbe un vantaggio per il nostro operaio, essere un noto rappresentante sindacale della CGIL? Tirate voi le conclusioni su questa faccenda, pensate ai sindacati, alle amicizie e ai contatti vari e capirete meglio cosa significhi in termini di benefici, occupare certi ruoli. Beato chi può...

 
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Rispondi al commento:
monellaccio19
monellaccio19 il 03/02/21 alle 10:37 via WEB
Opportune precisazioni le tue, regole molto importanti che come da prassi ormai, sono solo ad esclusiva interpretazione di chi deve giudicare. Ecco perché la sentenza di Cassazione che io abbia citato, passa ad essere "carta straccia". Aggiungo solo che tutte le norme che regolano le malattie, le assenze e le eventuali deroghe, sono in discussione ma, in presenza di citazioni, autocelebrazioni e supponenti immagini poste sui social, rappresentano un aggravante!!!!! Pertanto e chiudo: "Di cosa stiamo parlando?" a prescindere da Salvini? Buondì e buon lavoro.
 
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