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CENTRI COMMERCIALI: DENTRO O FUORI?

Post n°3406 pubblicato il 02 Dicembre 2019 da monellaccio19
 

 

 

Ammetto di essere stato uno strenuo oppositore all'avvento della grande distribuzione. Oltre trentanni fa, ai primi accenni di invasione nella mia città, partecipai attivamente ai primi incontri organizzati per confrontarsi su questo evento: due scuole di pensiero diverse e opposte, a confronto. La parte consenziente di estrazione politica e la parte contraria, rappresentata dai commercianti impauriti per l'impari lotta concorrenziale che avrebbero dovuto affrontare.  Come sospettammo all'epoca, così accadde:  il lungo arco periferico della nostra città, vide spuntare le prime grandi strutture e i primi ipermercati. Erano i tempi del famoso slogan: "Voglio vivere alla COOP".  Hanno avuto ragione loro e oggi capisco che tutta questa esplosione evolutiva del consumo, faceva parte di un progresso irrefrenabile e  irrinunciabile. E' vero, i commercianti hanno pagato un caro prezzo, hanno chiuso le loro attività e i più fortunati si sono salvati divenendo gestori in franchising di grandi marchi. Ora ai giorni nostri, negare tutto questo sarebbe mera utopia: non si può rinunciare all'utilizzo delle attività poste nelle grandi aree commerciali. Inoltre, continuano ad aprirsi strutture dappertutto per  offrire sempre di più e tutto ciò che serve. Di Maio e il suo movimento non mollano la presa, dopo un periodo di silenzio perché presi da problemi più gravi, tornano a parlare delle domeniche con le attività chiuse: per rispetto dei lavoratori, tutti a casa per godere della festività. Loro insistono, non intendono recedere dal proposito e trovano un forte e corposo argine in chi invece, è decisamente favorevole alle domeniche lavorative. Se c'è lavoro e personale impegnato, rispettando la rotazione e i riposi, ci stanno tutte le aperture possibili e immaginabili. Oggi la gente si è abituata a fare le compere specie nei giorni festivi e negare loro questa possibilità, non è produttivo e conveniente per nessuno. Il giocattolo oggi funziona così, il commercio comune e di vicinato pian piano dovrà limitarsi e convincersi che non può misurarsi con i colossi. Purtroppo, a testimonianza di quanto la scelta dei grillini sia fuori dal tempo e da ogni normale battaglia di progresso a favore di investimenti produttivi, l'IKEA che era pronta ad aprire a Verona e ad Arese, è decisa a tirarsi indietro, con lei anche tutti coloro del comparto ristorazione che avrebbero avviato le loro attività. Non si rendono conto che questo paese langue e scoraggia chi voglia investire; oggi questo manca nel nostro paese, facciamo paura a chi intenda portare soldi e favorire il lavoro. Ormai non è solo un problema di Ikea o altri, questa è una chiara e sconsiderata mossa che in generale, spaventa il segmento economico finanziario del nostro paese. Attrarre e convincere sono i verbi da battere e su cui insistere, ma se parliamo di limitare le giornate lavorative e /o ridurre le aperture per concedere la domenica ai lavoratori, significa che ci siamo fermati a oltre trentanni fa. Io c'ero e mi sono battuto all'epoca, oggi capisco che non avevo capito dove stavamo andando e quali risultati avremmo ottenuto. Indietro non si torna. Amen.

 
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monellaccio19
monellaccio19 il 03/12/19 alle 16:11 via WEB
Scusami, ma forse mi sono spiegato male: non vado all'iper per socializzare, ci mancherebbe altro, dicevo che sei "costretto" a comportamenti molto particolari specie nelle giornate di grande movimento: tra scontri con carrelli, gente distratta e urti non voluti, si sprecano le scuse. Per il resto mio caro Vince, sono d'accordo con te, ovvero, quello che mi hai raccontato è esattamente ciò che io e altri della mia "parrocchia", paventavamo come sciagura sociale e imprenditoriale. Il tempo ahimè, ci ha dato torto, il tempo che nessuno può fermare, ci ha in un certo modo smentito e portato in questi tempi. Ricordo proprio a proposito del "Voglio Vivere alla Coop" un articolo che scrissi sulla Gazzetta ove, immaginai un fantastico mondo dove vivere in una di queste realtà, lavorarci, abitarci, mandare i figli a scuola e svolgere tutta una giornata tipo, in quella grande immensa struttura. Vivere e consumare tutto lì, senza fare troppa strada. Concludevo il pezzo, immaginando la sera dalle 23.00 in poi, tutti gli scaffali chiusi e ben protetti, con le corsie e i corridoi deserti e fuochi accessi lungo i percorsi, con le puttane a disposizione per chi volesse cogliere anche quel tipo di...consumo!!!!! Caro mio, ho dovuto in questi trentanni, prendere atto che non sarò io o altri come me, a cambiare questo incalzante progresso: andrà sempre peggio e prenderne atto dopo aver tentato la "rivoluzione", non credo sia peccato mortale. Ciao Vince, sto diventando vecchio anche per i.....mulini a vento!
 
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