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RAGAZZI DIFFICILI E FAMIGLIE...PEGGIO

Post n°2718 pubblicato il 18 Gennaio 2018 da monellaccio19
 

Risultati immagini per CUS BARI PREMIAZIONI GIOVANI CANOTTAGGIO


Ricordo sempre con piacere il tempo in cui mio figlio ebbe a frequentare, agli inizi degli anni ottanta, i corsi di canottaggio presso il CUS di Bari. Ebbe un periodo sereno e dedicandosi allo studio, mentre si rafforzava nel fisico, passò momenti di gloria effimera, ovvero, partecipò a gare nazionali juniores girando l'Italia per gareggiare. Furono momenti di cui conserviamo ricordi piacevoli e soddisfacenti, non poteva essere altrimenti del resto: scuola, sport e famiglia attenta. Non è un vanto, è una constatazione di fatto che sottolineo volendomi rapportare alla nuova generazione dei ragazzi di oggi e delle loro esagerate mattane. Le ultime notizia da Napoli, Torino e altre città, ci consegnano situazioni difficili e troppo a rischio. Non saranno i cento poliziotti in più da mandare a presidiare le zone più pericolose di Napoli che si risolvono i problemi. E' necessario che si riparta dall'anagrafe di queste famiglie che vivono ai bordi delle città, le periferie dannate e dimenticate: recuperare dagli stati di famiglia delle zone,  questi ragazzi che magari vanno a scuola, ma solo per presenza obbligatoria, identificarli e cercarli uno ad uno, per reinserirli in società, offrendo loro possibilità alternative alla strada e al gruppo nullafacente. Il branco si annoia, il branco deve strafare altrimenti non ha ragione di esistere e di essere tale. Spezzare questa logica infame è il problema e intervenendo radicalmente, mettendo su strutture ad hoc per loro, ci sarebbero altri sbocchi. Una scuola, per esempio, ha deciso di stare aperta fino alle 22 la sera, lo scopo è impegnare i ragazzi in tante attività. Sacrificarsi per loro è un dovere, toglierli dalla strada pure, abbiamo quindi i presupposti perché noi adulti non ci si debba pentire dopo. Costruiamo per loro, siamo vicini per attività alternative oltre la scuola. Si può fare e si deve fare: ora squillano evidenti e pericolosi campanelli d'allarme, quindi ora è il momento di operare senza timori e tentennamenti. Sdrammatizzo con un piccolo divertente siparietto: evitiamo anche quanto immortalato qua sotto:



 

Tu genitore che come abbia fatto io ai miei tempi, assistendo alle gare di canottaggio di mio figlio e immortalando premiazioni e momenti piacevoli con filmati e foto, sii più concentrato su tuo figlio beneficiario del premio e no su chi lo consegna. Vedendo la foto da ragazzo cresciuto, che idee potrà mai farsi della vita?

 
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gabbiano642014
gabbiano642014 il 19/01/18 alle 12:37 via WEB
Il libro "La curiosità non invecchia" di Ammaniti è un libro vitale,ma se per terza età intendiamo il ritratto fotografico,il nuovo impatto genitoriale dovrebbe fare un pò di formazione.Una formazione che per il rinnovamento delle nuove generazioni ,deve essere pensiero critico e deve favorire lo sviluppo di abilità e capacità sociale.La fase educativa inizia dalla famiglia e successivamente si protrae nell'azione pubblica a tutti i livelli educativi.
 
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