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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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E così il principe Carlo con la sua Camilla, ha trovato il tempo per fare una scappatella in Italia, scordarsi la Brexit e godere di una intensa vacanza. Addirittura i futuri reali, hanno trovato il modo per dividersi e concedersi visite in luoghi diversi per ottenere più visibilità. Carlo si è concesso anche un bel piatto di matriciana nei luoghi terremotati, e la visita gli ha reso la simpatia degli abitanti. Tornato a Firenze per ricongiungersi a Camilla, ha visitato la casa famiglia San Paolino (Caritas) e tra strette di mano e sorrisi, con la sua solita e istintiva irruenza, ha visto un tavolo dove quattro ospiti della casa giocavano a tressette; ha quindi chiesto di sedersi con loro per conoscere e capire il gioco. Beh, un'esperienza unica per il Principe e i giocatori che hanno ospitato il quarto "incomodo". Ovviamente, per problemi di lingua e per opportuna conoscenza delle carte e del gioco, si è seduto accanto a lui un signore che l'ha aiutato. Raga' non so come abbiano fatto, non so come sia andato il gioco, ma tenuto conto che il "tressette" sia particolare e ricco di segni, ci sarà stato da ridere e divertirsi. Immagino i segni che si scambiano i giocatori: occhiolino, labbra a forma di culo di gallina, movimenti con le mani, le dichiarazioni per le combinazioni che si posseggo: Napoletana, Buongioco, piombo ad uno o due pali, insomma, presumo sia stato molto istruttivo per l'erede al trono e spero tanto che non vi siano state le tipiche intemperanze del "tressette": "Nooooo, perché hai giocato così...". "Ma komekakkio giochi?". "Ma regina maiala, non dovevi uscire a spade...". A quel punto con la regina di mezzo, magari è partito l'inno reale con buona pace degli astanti.
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