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UNA FOTO CHE RACCONTA TANTE STORIE

Post n°2506 pubblicato il 25 Settembre 2017 da monellaccio19
 

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Non si sa di chi sia questa mano: presumibilmente dovrebbe essere di un bambino, oppure di una persona molto anziana. E' tuttavia, una mano che ha il potere di raccontare una storia, una vita intera. Non è importante sapere in quale posto del pianeta sia stata colta la foto di quella mano eloquente, non cambierebbe il suo racconto, la sua condizione di vita e soprattutto la sua origine. Sappiamo che c'è e lo sappiamo a prescindere dalla foto; è da tempo che conosciamo certe realtà e non possiamo eluderle solo girando la testa dall'altra parte. Una volta non era così, un tempo loro avevano una terra, un paese e un posto dove stare traendo le poche risorse per farsele bastare. Da molto tempo, invece, gli occidentali vanno da loro e fanno il possibile per cancellarli dalla faccia della terra. Se no direttamente, aiutando il tiranno di turno a farne carne da macello pur di sfruttare le risorse che loro non sapevano, nella loro felice miseria, di possedere. E' tempo che cambi questa carneficina, questa oppressione mascherata da generosi "liberatori": non possiamo continuare a mostrare dolore, desolazione e sensibili emozioni difronte a simili scene, mentre dall'altra parte i coloni siano i colpevoli della loro indigente condizione. Aiutiamoli davvero là dove hanno bisogno senza sfruttare le loro risorse, mettiamoli nella condizione di vivere la loro vita dignitosamente e senza pretendere "dazi" insopportabili e insostenibili. La foto è eloquente, se desta qualche sentimento può essere solo di pietosa misericordia. Rammentiamola questa foto quando parliamo di extracomunitari, di negri, di popoli oppressi, affamati e bisognosi di aiuti dovunque e comunque. Un mondo che non si preoccupi di chi viva ai margini, è un mondo destinato a morire nei cuori di coloro che lo abitano.

 
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woodenship
woodenship il 25/09/17 alle 18:09 via WEB
Vedi,vecchio mio,da tempo è in atto una sorta di disumanizzazione dell'altro.Si dice: aiutiamoli a casa loro,però non si dice nè come nè quando,facendo finta di ignorare che il nostro benessere si basa, in gran parte, su questa manina ridotta ad insulto per l'occhio ed il cuore...E pure ci offendiamo quando ci vengono a bussare alla porta,magari arrivando a bordo di rottame.Tranne poi pagarli anche meno perchè"negri",per farli lavorare dodici ore nei campi.........Un abbraccione.......W.....
 
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