CARICO A CHIACCHIERE

BAGNI PUBBLICI O PUBBLICI BAGNI?


       Siamo a Roma e nel piazzale del museo Maxxi, è stata posta un'opera dell'artista Monica Bonvicini.  Stiamo parlando di una toilette semplicemente affascinante: le pareti esterne come quelle interne, sono grandi specchi, dove la gente si intrattiene scattando selfie in quantità industriale. Chi entra nel nostro...cesso (perché di un moderno vespasiano stiamo parlando), trova la magnificenza di una toilette piccola, ma comprensiva di tutto il necessario: dal water al lavandino, dallo specchio alle apparecchiature automatiche e necessarie per la carta igienica, fazzolettini e soffioni per asciugarsi. Insomma una esperienza da vivere come se si fosse a casa: pulizia, igiene e comodità per godere di un servizio ad hoc. Gramellini del ”Corsera”, nella sua rubrica accenna alla bontà dell'opera, ma nel contempo pone domande fondamentali: serve per i turisti e i loro dannati selfie...personali, visto che negli specchi esterni si riflettono le loro immagini, oppure a coloro che usando la struttura interna, si specchiano mentre provvedono alle loro necessità, chiedendosi con l'ansia che li possiede: “E se dovessero vedermi mentre sono al cesso?”. Preoccupazione inutile,  poiché da fuori non si vede niente e da dentro non si vede fuori. Quindi, “cui prodest?”. O meglio, uno scopo fondamentale sarebbe che tutti i fruitori non sporcassero come fanno a casa loro e chi entrasse non deve pensare che chi sia appena uscito prima di lui, abbia imbrattato e fatto scempio come spesso accada nei bagni pubblici. Saremmo capaci quindi di rispettare codesto scopo che farebbe di noi umani un popolo civile e rispettoso?