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Post n°3997 pubblicato il 02 Agosto 2021 da monellaccio19
 
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Io  posso capire i momenti difficili, le situazione estreme e di emergenza: siamo sotto pressione da molto tempo oramai e gestirci, conformarci, adattarci diventa sempre più faticoso e depressivo. Parlano in tanti, tutti bravi e preparati, al   momento i "no vax" sono quelli che ci stanno mettendo più a disagio e francamente sul  tema parlano e manifestano in tanti: ogni santo  giorno prendiamo atto di personaggi noti, politici, attori, sportivi, ideologici, filosofi, salutisti e...squadristi, di nuove posizioni, di nuove argomentazioni e di chiacchiere al vento che prive di ogni fondamento, suffragano posizioni estreme e molto convincenti per coloro che subiscono facilmente convincimenti poco corretti. Orbene, in cotanta baraonda, tra tante correnti che fanno pure piacere per chi come me subisce un caldo terribile, vi riporto un caso terribile e degno di attenzione. No quella a cui accennavo che non serve a nessuno, ma ad una specifica considerazione per un fattaccio molto grave. Aniello Vicedomini un sessantottenne di Casola di Napoli, affetto da fibrosi polmonare idiopatica e condotto immediatamente al Pronto Soccorso dell'ospedale di Castellamare di Stabia per un malore, viene ritenuto in condizioni molto gravi e se ne dispone il trasferimento  urgente al Cardarelli di Napoli. Sistemato in ambulanza e posto sotto ossigeno, il mezzo a sirene spiegate raggiunge immediatamente l'ospedale e mentre rilevano il povero Aniello, si rendono conto che l'ossigeno erogato dalla bombola posta sul mezzo era finito, ovvero, la bombola non era piena. L'uomo non ce l'ha fatta e purtroppo è deceduto senza che i professionisti del Cardarelli potessero tentare di recuperare la vita del povero sig. Vicedomini. Una tragedia assurda, una drammatica situazione che va imputata certamente no al destino, ma alla poca professionalità delle persone partite che avrebbero dovuto accudire l'uomo. Una bombola di ossigeno, uno strumento essenziale va verificato e controllato, non si può affidare tutto alla fortuna o al caso. Personale qualificato e attento non lo avrebbe permesso e questa è una grave mancanza. Un nipote del defunto, giornalista della zona, ha raccontato i fatti con molta puntualità, la famiglia è distrutta e siatene certi: invocano giustizia, non molleranno la presa per questa ennesima "distrazione" grave della sanità campana. Non facciamo riferimenti pregiudizievoli e  stereotipi della posizione della regione  che conosciamo tutti e non si può far finta di niente. Se c'è da battersi, allora i campani facciano la loro parte poiché solo loro potranno cambiare questa spiacevole, grave e drammatica situazione. La salute, la vera salute dell'individuo, è sacra...dappertutto!!!






 

 
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