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"VILLA ARZILLA" RECLAMA UN SUO SANREMO

Post n°3843 pubblicato il 08 Marzo 2021 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

 

L'unico aspetto nuovo, ma negativo e discutibile di questo Sanremo 2021, è stato il calo sensibile ed evidente degli ascolti tv. Poi ovviamente, giocando con i numeri e le percentuali,  la RAI ne parla in termini positivi, accenna a risultati eccezionali e con la complicità della TIM sponsor unico con molti soldoni sul tavolo, per la prima volta si parla di social: ovvero di una partecipazione serrata e pesante del web e quindi dei giovani. E siamo arrivati al punto che ci interessa discutere. Tutto il resto di questa edizione del festival, non si dissocia molto dagli altri anni, infatti come al solito le discussioni, le polemiche e i bisticci, sono all'ordine del giorno: si parla di abbigliamento, si discute di griffe e originalità, di capi adatti a tizio e no a caio, acconciature, presenze molto azzeccate, volgarità da evitare, colpi di teatro molto provvidenziali, scelte provocatorie e come ogni anno, non si è salvato nessuno. Come volevasi dimostrare, il festival è solo un gran carrozzone dove salgono e scendono ospiti, dove viaggiano i partecipanti e gli ospiti che hanno la loro importanza: è un assortimento vasto e ricco di personaggi che possono incontrare il favore del pubblico che segue il festival. Pertanto, se a seguire si è in tanti,  come le cifre hanno sempre dimostrato negli anni passati, allora c'è voglia di calmierare le presenze e distribuirle affinché tutti siano soddisfatti.  Ovvero, non c'è trippa per gatti, ma c'è spettacolo per tutti. Tutto ciò lo si ottiene in primis, con una partecipazione di cantanti noti, affermati nel panorama italiano e dotati di una conoscenza popolare in grado di essere votati un po' da tutti. Lo stesso dicasi per gli ospiti: spalmare una presenza ricca di personaggi famosi, molto richiesti e molto apprezzati da un pubblico vasto e vario, era prassi formale e studiata a tavolino, per tutti i telespettatori che a milioni seguivano la kermesse sanremese. A parte i giovani (otto partecipanti in gara) ben spalmati sulle serate, ventisei cantanti da trascinarsi dietro per quattro serate e portarli tutti in finale, "cui prodest?" Solo alle case discografiche e le "indie", gruppi indipendenti ma sempre presenti sul mercato. Una lungaggine "burocratica" ispirata al migliore ufficio statale ricco di dipendenti, incapaci di lavorare in tempo utile, solo per una pratica: per tale ragione si è persa una discreta fetta di telespettatori crollati senza pudore davanti allo schermo tv. Solo alcuni sofferenti e sotto ossigeno hanno resistito, ma nonostante fossero svegli, tutto il resto era assente a cominciare dall'udito. Quel "lu dito" medio, o "digitus impudicus", che hanno mostrato debolmente e ormai sfiniti per l'orario, allo schermo del televisore. Purtroppo il virus ha modificato e logorato gli ascolti, il resto lo hanno fatto loro: scelte, impostazioni, variazioni e  personaggi non molto accettati e graditi.  I monologhi non pagano, le forzature pure, Ama e Fiore hanno fatto di tutto e di più per non far naufragare il barcone sanremese. Un altro errore molto grave e forse avrà uno strascico piuttosto movimentato, è stato portare Fedez a Sanremo: tutto a posto (a parte qualche stonatura, ma pare fosse di moda in questo festival), poiché la sua partecipazione, come ampiamente dimostrato, era in pieno conflitto di interessi poiché ha subito il favoreggiamento della moglie e del figlio. C'era da aspettarselo e purtroppo ci siamo distratti in molti: l'ultima sera, quella in cui contavano molto le votazioni da casa, la Ferragni ha scatenato il suo "prezioso" bacino di 23 milioni di followers, invitandoli a votare il marito. Persino il bambino, no quello in pancia, l'altro, ha gridato dal video: "Votate papà che dobbiamo campare in quattro tra un po'...". Ancora una volta il CODACONS ci mette il naso e vedremo come andrà a finire. Il terzo posto è stato...un miracolo della rete! Infine, una preghiera: si è capito apertamente che con questa stagione si è aperto uno spazio immenso per il festival: i social. Scordiamoci il passato, finiamola di spacciarlo per il "Festival della canzone italiana" in quanto di edizioni iniziali e famose del passato, non ha conservato più nulla. Poiché c'è da badare ai giovani, alle nuove generazioni, si proceda per loro, si organizzi un festival per dare spazio ai beniamini, alla loro musica preferita, alle performance dei vari Lauro e compagni. Nulla quaestio! Per noi di "Villa Arzilla", più avanti con gli anni e non in grado di rapportarci con costoro e con le loro canzoni, se potete e se volete, ponetevi qualche anno indietro, non molti, ma passateci qualcuno che possa essere in grado di soddisfare i nostri gusti. Coraggio si può fare, un po' più indietro e via. Ci sono tanti personaggi in giro e volendo, anche perché sono cambiati i tempi, riportarli a Sanremo mettendoli in gara per...celia. Anzianotti come noi ma sempre in gamba.

 
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