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PRONTO CHI PARLA?

Post n°3793 pubblicato il 17 Gennaio 2021 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

 

Non avrei scelto questa foto, ma volendo provocarvi e volendo sensibilizzare qualche coscienza, spero non me ne vogliate. Non è affatto educativa, lo riconosco e a voler mettere in atto la mia fervida fantasia, posso ipotizzare un futuro a venire, molto strabiliante e impensabile. Da piccini non era altro che un giocattolino somigliante e veritiero, poi crescendo si passò agli 11/12 anni, per essere moderati e dare in mano ai ragazzini qualcosa che richiedesse un minimo di maturità e  consapevolezza di cosa possedessero. Ebbene, quella soglia pian piano scende e oggi siamo giunti a 8/9 anni. Scenderà ancora in un futuro non molto lontano? La "Società italiana di Psicologia Pediatrica" non ha mai perso l'occasione per richiamare l'attenzione dei genitori su questo fenomeno senza limiti e senza remore: basta chiedere e in tanti concedono. Ancora un volta e a proposito, gli esperti entrano in campo per richiamare l'attenzione degli adulti: i telefonini vanno in mano anche a bambini che non sanno né leggere e né scrivere. Certo non è un momento favorevole per sparare dati e risultanze: la situazione peggiora e complice il covid, che ha causato cambiamenti epocali nella vita quotidiana di tutti noi, siamo ai limiti del consentito. E' anche vero che proprio questo contesto anomalo abbia consentito, grazie ai cellulari e alla tecnologia, ai ragazzi di relazionarsi e rapportarsi a distanza, tuttavia quello che preoccupa come sempre, è l'abuso sfrenato che si faccia con l'arnese. Sarebbe opportuno che si mettesse in atto un "patto familiare", un cominciare anticipatamente a parlare con i ragazzi per prepararli con senno e premura, all'uso dei telefonini prima di fornirlo. Sarebbe già un buon passo verso una gestione moderata e utile all'occorrenza. L'85% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni smanetta da mane a sera, sappiamo tutti che non è oro quello che luccica e tra tanti vantaggi che si ottengono con la telefonia, vi sono trappoloni che i ragazzi non conoscono. I social rappresentano un meccanismo perverso, la notte non spengono i cellulari per non staccarsi dalla "realtà", lo stress e l'ansia viaggiano a pari passi con le funzioni del maledetto orpello. Sappiamo che sono presenti ovunque anche a tavola, magari celati da un tovagliolo o poggiati a portata di mano, il "contatto" deve esserci sempre: "...e se mi chiama....". Insomma, le regole ci sono e una delle più toste, magari meno educativa ma necessaria, è quella di controllare spesso i "contenuti" riservati dei ragazzi. Non significa dover spiare, andrebbe contro ogni tipo di educazione, ma tenerli sotto controllo sul mezzo di comunicazione perenne e sempre attivo, sarebbe un buon viatico per prevenire e evitare cattive sorprese. I ragazzi di oggi sono molto preparati, sanno cosa posseggono ma sui contenuti dovrebbero essere aiutati per fare le giuste esperienze. Diamo i buoni esempi, cerchiamo di essere punti di riferimento per loro. Forniamo le ali giuste affinché imparino ad essere buoni titolari di telefonini.  

 
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