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« DUE ORE PRIMA O DUE ORE ...LUI ACCUSA E IO PURE! »

NO PETTINI? NO NODI!

Post n°3746 pubblicato il 29 Novembre 2020 da monellaccio19
 

 

 

 

Ricordo quel 1970 e i due anni successivi, quando il Parlamento Italiano pose in essere, intervenendo sulla Costituzione, la realizzazione delle Regioni. Un atto studiato nei minimi dettagli per accreditare ad ognuna di esse, poteri autonomi e gestioni dirette dei servizi sociali. Sembrava una scelta moderna, evolutiva e periferica per staccarsi dallo stato centrale. Ebbene, la "leggenda" racconta che in tale circostanza, il presidente del Partito Repubblicano Italiano (PRI) Ugo La Malfa, ebbe a sussurrare nell'orecchio di un suo carissimo, amico/collega in parlamento, la seguente frase: "Abbiamo fatto una delle più grandi cazzate per il paese". Oggi, quella battuta detta seriamente e riferita alle responsabilità assunte nel deliberare la scelta delle Regioni, pesa come un macigno a distanza di 50 anni circa. Un errore gravissimo per un paese che non comprese subito ciò che sarebbe accaduto. Abbiamo visto col tempo cosa significasse quella "indipendenza" relativa e quella possibilità di provvedere direttamente alla gestione di alcuni settori principali dell'economia sociale del paese. La Sanità, una delle voci più pesanti nei bilanci dello stato, passava alla gestione regionale ritenendo così, di sgravarsi dall'onere e nel contempo di migliorare i servizi per un stato che puntava al welfare in maniera piena e uguale per tutti. Un sogno irrealizzabile conoscendo la politica del tempo e delle sue prime "sconclusionate" scelte fatte di errori, di leggerezze e di...mancanze all'italiana. Governarsi da soli sotto certi aspetti, si pensava fosse un vantaggio: è vero, è accaduto, ma solo per chi ha pensato di occupare gli scranni solo per gestire il bene pubblico e trarne benefici personali. La Sanità è quella che ha pagato il prezzo più alto e oggi in piena emergenza ci rendiamo conto come sia andata e come abbiano proceduto i governi che si siano succeduti. Il giro di boa più vistoso e più maldestro, è stato avviato quindici anni fa circa: smantellando quel poco di buono che si era fatto, governi di destra e altri a seguire, hanno tolto dai fondi destinati al pubblico per  dirottarlo ai privati e ciò che man mano si è tolto, anno dopo anno per far quadrare i loro conti, sono nodi che oggi non possiamo far finta di non vedere. Siamo alle pezze, lo stato deve provvedere alle regioni quando non ce la fanno e meglio di così, le leggi non le avrebbero potuto scrivere. C'è stato l'assalto, la facilità di sottrazione, la baldoria delle commesse, degli appalti, fiumi di soldi che passavano da tasche e bocche fameliche. Un continuo e stimolante rapporto (per loro che si leccavano i baffi) e ritardante per noi che subiamo ancora le...pene delle grandi mancanze. Non dimenticate i viaggi della speranza per i "sudici" mentre i nordici si gonfiavano di boria per le loro grandi possibilità. Un assetto che abbiamo patito e che non ci siamo scrollati ancora di dosso. La Calabria è in difficoltà, tre/quattro persone  (?) che non accettano il posto di commissario, vorrà pur dire qualcosa o no? Regioni e mafie a braccetto, tutti a far politica no per il bene del paese, ma per le proprie voglie ed esigenze. Oggi paghiamo sempre noi, lo sappiamo ma non ci badiamo, la politica stando a quel che leggo, non interessa più a nessuno e se il prezzo è sempre in aumento esponenziale da decenni e decenni, a molti non frega più niente: ormai ci si basa su amici potenti e su evasioni sostanziose per chi è avvezzo. Tutti gli altri a pagare e a soffrire per un paese che delude sempre e...di più. 

 
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