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QUANTO COSTA L'AGGETTIVO "ARTISTICO"?

Post n°2195 pubblicato il 23 Aprile 2017 da monellaccio19
 
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I contratti con "prestazioni di natura artistica" non rientrano tra quelli per cui la legge stabilisce il tetto alle retribuzioni di 240 mila euro. Eccolo l'inganno, perdiamo ogni speranza noi che speravamo in modesto segno di risanamento da parte della RAI. Nisba, niente da fare e per aggirare l'ostacolo, ci pensa il governo tramite un intervento apposito e appropriato per non consentire l'ipotetica fuga dei big dalla nostra azienda di Stato. Il Sottosegretario alle Comunicazioni ha accompagnato con una nota esplicativa, le otto pagine redatte dall'Avvocatura di Stato in cui si ribadisce chiaramente che non possono rientrare sotto il tetto dei 240 mila euro, tutti coloro che offrono prestazioni artistiche in seno all'azienda. Pertanto documenti ufficiali informano il CdA della Rai che tutti coloro che forniscono prestazioni artistiche sono a contratto libero, ovvero, si contratta e si stabilisce la cifra da erogare, mentre per tutti coloro che siano giornalisti e dipendenti Rai effettivi e che non forniscano prestazioni artistiche, devono essere contenuti nel tetto stabilito per legge. Subito Vespa informa che le sue prestazioni, come da contratto sottoscritto nel 2011, sono evidenziate con l'aggettivo "artistiche", pertanto lui non rispetterà il tetto. Insomma, a parte Fazio, Conte, Insinna, Clerici e altri sui quali non vi sia ombra di dubbio circa il loro lavoro, gli altri come Annunziata, Giletti ecc.ecc. come saranno valutati? Il loro lavoro come abbiamo visto, non è solo giornalistico, ma è anche artistico in quanto sono in grado di fronteggiare situazioni che vadano oltre il semplice servizio giornalistico. E allora? Dove li poniamo? Riconosciamolo sono panzane belle, buone e adatte a menar il can per l'aia: anzi, non solo la tutela di coloro che già lavorano nella tv italiana, ma così tutti quelli a venire, avranno la pretese di inserire l'aggettivo artistico nel contratto affinché possano chiudere a condizioni più remunerative d'accordo con l'ente! Il bello è che la patata bollente passi in mano alla Rai, poiché il governo, come Pilato se ne lavi le mani, e i boss della dirigenza dovranno fare i funamboli perché da una parte potranno pagare molto profumatamente coloro che daranno garanzie professionali e grandi ascolti, ma dovranno rispettare i conti senza andare fuori controllo ed evitare di passare al bilancio in rosso per le spese pazze dovute all'aggettivo artistico. Ho solo una preoccupazione: e se in Rai si scoprisse che siano tutti artisti esosi e bravi, cosa accadrà? 

 
 
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