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E IL QUID DOVE LO METTO?

Post n°1139 pubblicato il 28 Agosto 2014 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Funziona così dappertutto: sere d’estate, temperatura piacevole  e un bel  posto dove trattenersi in compagnia. Il posto non è mai fisso, lo si trova casualmente percorrendo il vialetto, là dove ci sono almeno quattro/cinque  persone che amabilmente chiacchierano sul patio, là ci si incontra. Dopo cena, parte la prima coppia e s’insedia, poi tutti gli altri seguono alla spicciolata e si accomodano. E puntualmente, dopo i primi convenevoli di circostanza, le prime pacche sulle spalle tra maschietti e le prime moine tra donne: “Come stai bene con quest’abitino, non te l’avevo mai visto!”. “Accidenti, non pensavo chi ti fossi abbronzata così  tanto, ma che protezione usi?”. Ecco, così cominciano le serate estive all’aperto, godibili per gli amici e per lo sgranocchio, le bibite e le chiacchiere in libera uscita. Tutto però, si esaurirebbe in poco tempo se le conversazioni, le discussioni e le varie scuole di pensiero, non avessero il “Quid” necessario per rendere tutto più interessante,  vivace e intrigante. Il Quid nasce come pronome latino ma con l’uso comune, nella lingua italiana vi è entrato come sostantivo. Definisce , connota e identifica il “che cosa” manca o  il   “che cosa”  caratterizza  un discorso, una persona, un fatto, un avvenimento.  Ecco, viviamo il nostro tempo e la nostra società,  puntando subito sul quid: oggi senza quid non si va da nessuna parte, se non lo si individua in una persona, questi non è nessuno;  se un fatto, una storia, una notizia, non ha il suo bravo quid, non interessa perché ve ne sono a iosa in giro e tutte uguali. Allora, parlando e conversando, il buon Carle’, che nel provocare è maestro ( è un demerito), accogliendo sotto il suo “porticato” (come Zenone)   i suoi amici, introduce  a regola d’arte argomenti dove c’è un bel quid da sviscerare, da stigmatizzare e da giudicare come positivo o negativo. E così, fatto dopo fatto, scontri verbali e  risate  più o meno giustificate, siam giunti all’argomento del giorno, all' “Ice Bucket Challenge”. La discussione accende subito tutti gli astanti, donne e uomini, e per essere convincente, come il mio solito la prendo da lontano: "Secondo voi, le raccolte  nate  per destinare soldini alla ricerca sulle  malattie gravi,  senza un quid, potrebbero mai realizzarsi in una piazza, mettendo  su un gazebo per  rastrellare soldi?”. Ovvero: se non ci fossero arance, azalee, stelle di natale, mele, frutta, ecc.ecc., conseguirebbero  gli stessi  risultati?”. L’avessi mai lanciato l’argomento, quasi si arrivava allo scontro diretto:  La SLA è al centro della cronaca e della discussione. Le secchiate d’acqua gelata  e i relativi risultati, sono i motivi del contendere. C’era bisogno di portare i vip,  i big dello sport, dello spettacolo e della politica, a gesti estremi per enfatizzare la ricerca sulla SLA e soprattutto la raccolta fondi? Senza secchiate avrebbero ottenuto gli stessi risultati? In Italia, per esempio, molte secchiate e  pochissimi soldi;  ergo, un modo come un altro per essere al centro dell’attenzione.  Insomma, a parole ce le siamo date di santa ragione,  tra un frizzo e un lazzo, abbiamo discusso animatamente sui risvolti, sul quid e sulla necessità di connotare tutte le azioni con una buona motivazione. Era notte fonda, cercavo di placare gli animi e di licenziare gli amici concludendo: “Offro sempre soldi a queste  associazioni, ma non ricorrerei a gesti estremi per farmi notare. Dovete riconoscere che non è enfatizzando le situazioni  e ponendosi in evidenza che si risolvono i problemi; dopo tutto, siamo chiamati ad una gara dove non ci sono…..” In quel preciso istante,  due pompe da giardino in piena pressione,  con getti violenti d’acqua fredda, mi hanno “assalito alle spalle” rendendomi fradicio in pochissimi secondi…e i due balordi,  non si fermavano nemmeno davanti alla mia difficoltà a subire spruzzate così violente.  Comprenderete perché mi sia pentito di aver introdotto codesto argomento molto attuale. Quanto meno vi ho spiegato che cos’è il quid, a che serve e come ci si serve per concludere  una bella serata d’estate tra amici: “Fuck you!!!!!”.

 
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