Massimo Coppa

L’ANTISEMITISMO È VIVO E LOTTA INSIEME A NOI...


L’ANTISEMITISMO È VIVO E LOTTA INSIEME A NOI...
Onestamente non credevo che l’antisemitismo fosse un sentimento ancora così radicato dovunque, nel mondo, anche nei Paesi teoricamente più evoluti.Per anni mi sono lamentato della grandissima promozione data dai media, dalle scuole e da moltissime istituzioni alla cosiddetta “Giornata della Memoria”, vale a dire al ricordo, che si celebra il 27 gennaio di ogni anno, della Shoah, lo sterminio degli ebrei ad opera dei nazisti.In realtà è tutta la settimana intorno a quel giorno ad essere teatro di celebrazioni, iniziative, riflessioni, articoli, servizi televisivi e quant’altro.Mi sono sempre detto: a quando una giornata per le vittime dei Gulag, i campi di lavori forzati sovietici, o dei Lao-Gai, i campi di rieducazione cinesi?Constatando che la Russia contemporanea ha nostalgia della grandeur sovietica e che Stalin, uno dei mostri del ventesimo secolo, viene rivalutato anche a Mosca, ribadisco che, di certo, bisognerebbe varare iniziative per ricordare, o far sapere, che anche i regimi comunisti, e non solo quelli di destra, hanno imprigionato, torturato e ucciso milioni di persone per motivi politici, ideologici ed anche razziali.Tuttavia mi rendo conto adesso che non solo dobbiamo conservare la “Giornata della Memoria”, ma dobbiamo addirittura potenziarla ulteriormente.Nella mia ingenuità, davo per scontato che l’antisemitismo, almeno nel mondo occidentale, non esistesse più. Invece, scopriamo che è durata pochissimo la solidarietà tributata ad Israele per la brutale azione di Hamas che, il 7 ottobre, partendo dalla Striscia di Gaza ha attaccato il territorio ebraico uccidendo migliaia di civili inermi e rapendone centinaia.I “sì, però” pelosi sono cominciati quasi subito: “sì, azione orribile, però Israele spadroneggia da anni”; “sì, atti omicidi, ma i palestinesi sono oppressi” e via discorrendo.Razionalmente, posso capire l’antisemitismo dei palestinesi e degli arabi che vivono nei cosiddetti “territori occupati” da Israele dopo la guerra del 1967: è difficile chiedere a persone che soffrono per una situazione obiettivamente pesante di fare differenza tra lo Stato di Israele e persone di religione e cultura ebraiche. Tenderanno a confondere le cose, diventando di fatto, più che antisionisti, antisemiti tout court.Ma è sconvolgente assistere a manifestazioni dove migliaia di persone a Roma, Parigi, Londra (Londra!) e Vienna inneggiano non ai palestinesi, ma proprio ad Hamas, un’organizzazione terroristica che si propone di cancellare Israele dalla faccia della terra; manifestazioni dove risuonano slogan dell’estremismo islamico e viene bruciata la bandiera con la stella di Davide. Nello stesso tempo, importanti università americane liberal non si schierano e moltissimi studenti inveiscono contro il popolo ebraico: e questo accade anche a Princeton, che credevamo un faro di sapienza illuminata e dove insegnò uno scienziato ebreo che non ha bisogno di presentazioni, Albert Einstein.Di pari passo, si ha un’impennata di episodi di antisemitismo dappertutto, con la ricomparsa delle famigerate stelle di Davide usate come marchio su abitazioni ed esercizi commerciali.Che cosa provoca questi episodi in Paesi occidentali, evoluti, democratici, alcuni dei quali hanno combattuto il nazismo?In Francia ci sono milioni di persone di origine nordafricana: moltissimi sono cittadini francesi, le cui famiglie vengono dalle ex colonie. Francesi sulla carta, ma mai integrati: si richiamano alla cultura araba ed alla religione islamica, purtroppo scegliendone le interpretazioni più radicali, come quella salafita; e gli estremisti islamici, si sa, sono antisemiti.Londra ha un problema analogo: milioni di immigrati vengono dalle ex colonie, con tutto quel che ne consegue a livello culturale.Vienna, a quanto pare, è rimasta incline a quelle suggestioni filonaziste che fecero scegliere all’Austria di unirsi alla Germania con l’Anschluss.Ma gli Stati Uniti?! Un Paese che ha combattuto Hitler e dove la comunità ebraica ha avuto sempre un punto di riferimento certo, oggi vede centri culturali progressisti schierarsi contro Israele. E l’Italia? Napoli e Roma si sono distinte per manifestazioni sostanzialmente estremistiche, schiacciate a favore di Hamas; ed anche da noi il mondo accademico simpatizza più per i terroristi, come accaduto nelle università di Bologna e di Napoli.Si è sempre detto che gli italiani non sono antisemiti: che le leggi razziali varate dal fascismo nel 1938 erano solo un modo per accontentare Hitler e la sua fissazione anti-ebraica. Moltissimi fascisti, anche dei più accesi, erano ebrei; lo stesso Duce aveva addirittura avuto una famosa amante ebrea, Margherita Sarfatti; e, in definitiva, le leggi razziali non furono mai applicate fino in fondo, da noi, almeno nel senso che gli ebrei non furono rastrellati e sterminati, come facevano i tedeschi altrove e come fecero quando presero il potere anche in Italia dopo l’8 settembre 1943. A parte il triste caso della Risiera di San Sabba, a Trieste, non sono mai esistiti campi di concentramento per gli ebrei, in Italia; e gli episodi che hanno visto gli italiani e la Chiesa proteggere e nascondere gli ebrei sono migliaia. Lo storico Renzo De Felice, molti anni fa, dedicò uno studio in due libri (“Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo”) all’effettiva situazione degli ebrei durante il fascismo, traendone un giudizio abbastanza assolutorio verso l’indole e gli atti del popolo italiano.Tutto ciò, evidentemente, è cambiato. Ci sono larghi settori della politica e del popolo italiano che flirtano con l’antisemitismo. Sono quegli stessi settori che parteggiano per la Russia contro l’Ucraina. L’Italia si scopre essere un Paese incivile, che non nutre grande trasporto verso valori come la democrazia ed i diritti umani, che non distingue l’aggressore dall’aggredito, che simpatizza per regimi nemici della libertà.A me piacerebbe mandare tutti questi begli ingegni che provano trasporto per Putin e per Hamas a trasferirsi in Russia o in un territorio governato da un gruppo fondamentalista islamico: vorrei vedere se gli piacerebbe vivere sotto un regime che soffoca ogni protesta e spia il tuo modo di vivere pretendendo di regolarne ogni aspetto.Purtroppo, le sinistre italiana ed americana, o quel che ne resta, da questo punto di vista hanno grandi responsabilità. Specialmente da noi, la sinistra ha sempre flirtato con i palestinesi, gli arabi e tutti i nemici di Israele e degli Stati Uniti, per cui queste scorie sono rimaste nel circuito culturale del Paese e, come tossine, ne hanno avvelenato il corpo politico e sociale. È questo il motivo per cui, parafrasando un celebre slogan comunista degli anni di piombo, possiamo dire che l’antisemitismo “è vivo e lotta insieme a noi”...Non è possibile commentare questo post