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dolcezza e pace,
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PIER PAOLO PASOLINI
 

 

 

 

 

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A "me mi" piace la Meloni, anche se con qualche riserva

Post n°2106 pubblicato il 18 Maggio 2021 da massimocoppa
 

A “ME MI” PIACE LA MELONI, ANCHE SE CON QUALCHE RISERVA
Ragazzi, lo devo dire: a “me mi” piace la Meloni.
Lo so, forse deluderò molti, ma devo confessare che il mio percorso di avvicinamento alla Giorgia nazionale è iniziato da un po’ e va avanti lentamente, ma inesorabilmente.
Si è definitivamente imposta alla mia attenzione quando è rimasta, da sola, all’opposizione. Trovo che quando una maggioranza sia troppo ampia ci si avvicini al totalitarismo: è una cosa che mi insospettisce, mi inquieta.
Draghi sarà la migliore persona del mondo e magari le intenzioni di questo esecutivo sono ottime, ma un governo sorretto quasi da un intero parlamento mi fa venire i brividi, fosse anche per motivi di emergenza nazionale.
Persino Salvini ha voluto entrarci, ed è tutto dire: alla fine gli interessa il posto, il potere, la visibilità, in aperta contraddizione con l’immagine di duro e puro che si era costruita.
E quando tutti saltano sul carro del vincitore, chi rimane fuori? La Meloni. Incredibile, ma non troppo. Questa sua scelta mi ha colpito favorevolmente, subito. Poi, certo, c’è anche il calcolo politico: si può lucrare stando all’opposizione, non mischiandosi, non prendendosi responsabilità, pronti a criticare chi fa. Ma se questo è stato il calcolo, è segno di un’intelligenza e di un’acutezza politiche enormi, per cui ai miei occhi la leader di Fratelli d’Italia diventa ancora più interessante.
Con tempistica sospetta ha alzato anche il velo sulla sua storia privata: di una ragazza abbandonata dal padre, cresciuta con la mamma ed una sorella. Di una donna che si è fatta da sola. Di una ribelle. Di una con gli attributi.
C’è sicuramente un calcolo di immagine: ma la sua è una storia vera e non può non suscitare compassione, solidarietà, partecipazione, ammirazione per gli sforzi che questa donna ha fatto per imporsi in un mondo di uomini, oltretutto di destra.
Così, d’incanto, anche un partito con un nome ridicolo può improvvisamente nobilitarsi alla luce del suo capo.
Questo gli italiani l’hanno capito, altrimenti non si spiega la continua ascesa di FdI nei sondaggi.
Qualche giorno fa la Meloni ha detto apertamente che punta a superare la Lega nei consensi popolari e si proporrà come leader di riferimento del futuro schieramento di centrodestra, candidandosi a prima donna a capo di un governo italiano.
Questo mi ha impressionato definitivamente: desidero fortemente questa bella novità. Soprattutto mi piace che la Meloni abbia messo Salvini in difficoltà, che sia diventata il suo incubo.
Se abbandonasse le posizioni di becero razzismo xenofobico e la difesa ostinata della classica famiglia eterosessuale cattolica (alla quale, peraltro, lei non appartiene!), e rompesse definitivamente con la Lega, sarebbe perfetta. Il suo problema è che, se ingentilisse il suo profilo, perderebbe i consensi di una gran parte di italiani che vota FdI proprio per questo.
È dunque questa la sfida che l’aspetta: rinunciare alla base più rozza ed incolta, per intercettare altri voti. Io sono disponibile a seguirla, seppur a condizione: e non è poco per uno come me che, disgustato, ha disertato il seggio elettorale alle ultime consultazioni legislative.

 
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