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Basta euro. Come uscire dall’incubo-9^ puntata

Post n°1694 pubblicato il 22 Aprile 2014 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

«Basta euro. Come uscire dall’incubo, 31 domande e 31 risposte, la verità che nessuno ti dice” è il titolo del volumetto curato dal professor Claudio Borghi Aquilini con postfazione di Matteo Salvini, liberamente scaricabile dal sito www.bastaeuro.org. Anche noi sulla scia della Padania, il giornale leghista, preseguiamo nella pubblicazione delle domande e risposte contenute nel libretto del prof. Borghi.

 

17)Perché l’Euro danneggia in particolare l’Italia e soprattutto il Nord?   


L’industria settentrionale ha sempre avuto un grande vantaggio dalla Lira perché si trattava di una moneta sottovalutata rispetto alla forza economica e industriale del Nord Italia. In pratica la Padania con la Lira era nella stessa posizione di vantaggio che la Germania ha adesso con l’Euro. Per semplicità diciamo che la forza economica del Nord era “dieci” mentre quella del Sud era “due”. Una stessa moneta che valeva per queste due regioni così diverse era una media tra i valori che avrebbero avuto una moneta del Nord (10) e una moneta del Sud (2). La lira valeva quindi “sei”. Questo valore era troppo alto per il Sud che quindi si deindustrializzava, mentre era molto basso per il Nord che quindi poteva esportare molto facilmente i propri prodotti. Le industrie del Nord grazie alla Lira si presentavano sui mercati internazionali con un “listino prezzi” scontato, i prodotti venivano acquistati da tutti e la disoccupazione non esisteva. Il “costo” di questo vantaggio per il Nord era il dover compensare il Sud (che non poteva competere) con forti trasferimenti fiscali. Con l’Euro questo vantaggio è sparito, le imprese chiudono o spostano la produzione in Paesi più convenienti, ma le tasse e i trasferimenti fiscali sono rimasti perché se per il Sud la Lira era troppo cara figuriamoci l’Euro. La Germania in questo momento è come era il Nord Italia con la Lira con la differenza di non trasferire nulla all’Italia che si sta “meridionalizzando”. Per questo motivo, una volta riconquistata la nostra sovranità monetaria, se si volesse affrontare davvero il problema delle differenze tra Nord e Sud bisognerebbe magari pensare a due monete diverse. Il Sud diventerebbe competitivo e potrebbe creare lavoro vero, non falsi lavori pubblici. Il Nord avrebbe più difficoltà ad esportare rispetto a quando c’era la Lira ma non ci sarebbe più bisogno di trasferimenti e le tasse potrebbero calare fortemente.
 
18) Queste cose “quelli che comandano” non le sanno?


Probabilmente ormai le sanno ma non vogliono ammettere di aver fatto un errore così grave e sperano che in qualche modo le cose si aggiustino. Nel frattempo, dato che la moneta non si può svalutare, si sta provando a svalutare il lavoro con l’arma della disoccupazione. Se io voglio far scendere il “listino prezzi” dei miei prodotti perché la moneta troppo forte li pone fuori mercato, proverò a pagare di meno i miei dipendenti. Capite quindi perché, sempre più spesso, si legge di fabbriche che minacciano la chiusura a meno che i lavoratori non accettino un taglio dello stipendio. Niente altro che il vecchio “o mangi questa minestra o salti dalla finestra”. Questo sistema però si traduce in una perdita fortissima del potere di acquisto per chi lo subisce: una svalutazione fa perdere potere di acquisto (e non sempre) solo nei confronti dei beni di importazione, il taglio dello stipendio lo fa perdere nei confronti di ogni spesa, anche quelle che non c’entrano nulla con l’importazione, come il parrucchiere, i vestiti, la pizza e la bolletta del telefono. Non solo, se ho dei debiti (ad esempio, un mutuo), con il cambio di moneta e la svalutazione non mi accadrà nulla di male, mentre se subisco il taglio dello stipendio la rata rimarrà la stessa diventando in proporzione più pesante rispetto ai miei guadagni. Infine va considerato che se anche sono un lavoratore autonomo, se tutti i lavoratori dipendenti si impoveriscono perché i loro stipendi vengono tagliati, anche i miei guadagni si ridurranno perché avrò meno clienti per i miei prodotti o i miei servizi. È quello che sta accadendo ora. “Quelli che comandano” (la famosa Troika: Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale – nessuno di essi eletto dai cittadini) stanno quindi imponendo una ricetta dolorosissima e piena di controindicazioni gravissime. Ovviamente poi ci sono fortissimi interessi in gioco. Si pensi per esempio a chi ha puntato sulla delocalizzazione o alle imprese che si sono specializzate nell’importazione di prodotti fabbricati all’estero realizzando finora grandi profitti. Questi soggetti si opporranno fortemente al recupero della competitività domestica dell’Italia e soprattutto del sistema industriale del Nord, è comprensibile, ma accontentare le loro pretese sarebbe come voler rimanere ammalati per compiacere il farmacista che così può guadagnare di più.

 
 
 
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Un blog di: Lucky340
Data di creazione: 04/05/2010
 

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