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« Basta euro. Come uscire ...Basta euro. Come uscire ... »

Basta euro. Come uscire dall’incubo-4^ puntata

Post n°1687 pubblicato il 03 Aprile 2014 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

«Basta euro. Come uscire dall’incubo, 31 domande e 31 risposte, la verità che nessuno ti dice” è il titolo del volumetto curato dal professor Claudio Borghi Aquilini con postfazione di Matteo Salvini, liberamente scaricabile dal sito www.bastaeuro.org.
Anche noi sulla scia della padania, il giornale leghista, preseguiamo nella pubblicazione delle domande e risposte contenute nel libretto del prof. Borghi
.

 

6)Ci sarà l’inflazione? Dovremo far la spesa con la carriola di banconote che valgono come carta straccia?


Assolutamente no, l’inflazione non è la svalutazione: in nessuno dei recenti casi di svalutazione in Paesi evoluti è seguita l’iperinflazione. Lo Yen giapponese per esempio nel 2012, ha svalutato fortemente nei confronti dell’Euro e del Dollaro ma non si è vista inflazione, così come non si è vista in Inghilterra o Svezia quando svalutarono svalutarono moltissimo nel 2008 e neppure nella stessa Italia, quando nel ‘92 uscimmo dal Sistema Monetario Europeo con il valore della Lira che calò bruscamente. L’inflazione addirittura si ridusse leggermente. In ogni caso non dobbiamo nemmeno preoccuparci di un’eccessiva svalutazione: se la nuova moneta dovesse calare troppo, i nostri prodotti diventerebbero così convenienti che invaderemmo i mercati. Saranno i nostri stessi concorrenti a “sostenere” il prezzo della nuova moneta per evitare di rendere troppo competitiva la nostra industria. Ricordiamolo perché la differenza è sostanziale: c’è inflazione quando i prezzi salgono (ma se i prezzi salgono vuol dire che la gente ha i soldi per comprare cose, viceversa se i prezzi rimangono stabili e gli stipendi scendono, come sta succedendo ora, è come se i prezzi salissero ma la situazione è drammatica) mentre la svalutazione misura semplicemente una discesa del cambio della nostra moneta contro altre valute. Le due cose non coincidono mai.


7) I miei risparmi si dimezzerebbero? Diventerò più povero per colpa della svalutazione?


Ovvio che no. Non si può fare un discorso particolare perché ognuno ha risparmi investiti in modo diverso, però basti pensare a tipiche forme di risparmio:
a) La casa
La casa è un bene reale, quindi non si “svaluta” cambiando moneta. Se noi domani adottassimo una qualsiasi moneta scelta a caso fra mille, la casa sarebbe sempre quella e il suo valore verrebbe semplicemente definito con una nuova unità di misura.
È da escludersi quindi che la casa “perda un pezzo” o che venga qualcuno a tirare su un muro nel salotto per dimezzarla.
C’è anzi da pensare che un’economia in ripresa possa far ripartire il mercato ed aumentare il valore dei nostri appartamenti. Può essere che inizialmente anche il prezzo delle case in zone non “internazionali” cali se rapportato ad un’altra valuta, ma ciò potrebbe (eventualmente) danneggiare solo un italiano che volesse vendere la propria casa qui per acquistarne una in Germania. È invece ovviamente assurdo pensare che la casa “si dimezzi” in rapporto al mercato italiano. Frasi tipo: “il valore di una casa di 100mq si dimezzerà e con il ricavato della vendita si potrà a malapena comperare una casa di 50mq” sono una palese sciocchezza perché se anche, per caso, scendesse il valore della nostra casa, scenderebbe anche il valore delle altre case e non cambierebbe nulla. Vendendo una casa di 100mq si potrà ancora comperare un’altra casa di 100mq. In ogni caso una ripresa dell’economia, anche dopo una svalutazione, porta sempre benefici al valore degli immobili.
b) Gli investimenti in titoli e fondi
I titoli possono essere azionari e obbligazionari, italiani ed esteri, spesso acquistati per mezzo di fondi di investimento o di gestioni patrimoniali. Le azioni, come la casa, sono beni reali e quindi non si svalutano: se ho 10 azioni di una società che rappresentano il 10% di quella società, ciò non cambia qualsiasi sia la moneta che si scelga di usare. Dobbiamo pensare alle azioni come a delle quote di possesso: l’industria di cui si possiede una quota rimane uguale indipendentemente dal cambio di moneta in circolazione. Anzi, è probabile che le azioni di società industriali italiane possano apprezzarsi perché una moneta corretta le renderebbe più competitive. Le obbligazioni e i titoli di Stato invece rappresentano un credito in denaro e quindi la moneta in cui sono denominati è importante. Le obbligazioni estere non verranno toccate e rimarranno come sono perché il debitore è straniero e quindi se noi cambiamo moneta non necessariamente lo farà anche lui, quindi per chi le detiene potrebbero addirittura rappresentare una rivalutazione verso la nuova moneta. Stesso discorso per i fondi di investimento internazionali che, inoltre, essendo di solito molto diversificati, avrebbero impatti minimi. Titoli di Stato e obbligazioni italiane, invece, verranno convertiti nella nuova valuta ma non necessariamente perderanno potere d’acquisto in Italia perché, come abbiamo ricordato prima, svalutazione non vuol dire inflazione, e anche il prezzo, una volta rimossa l’incertezza di una banca centrale che non garantisce pienamente i titoli, potrebbe beneficiarne. Chi temesse in ogni caso l’arrivo dell’inflazione può liberamente tutelarsi con l’acquisto di titoli ad essa indicizzati, quali i BTP Italia.
c) Oro e oggetti di valore
Anche in questo caso si tratta di beni reali per i quali è del tutto indifferente quale sia la valuta nazionale. Una moneta d’oro ha lo stesso valore in tutto il mondo.
La verità è che è proprio con l’Euro che i risparmi degli italiani stanno andando in fumo o perché i valori e i prezzi crollano a causa della depressione, o perché aggrediti da continui aumenti di tasse imposte dall’Europa. Quando in Italia c’era la Lira, anche negli anni di forte inflazione come ad esempio gli anni ‘80, il risparmio degli italiani era fra i primi al mondo e il record della Borsa di Milano si è avuto nel 2001. Da quando c’è l’Euro la Borsa è precipitata.
Solo nel 2013 i prezzi delle case sono scesi in media del 6%. Persino i titoli di Stato sono diventati meno sicuri e chi ha provato a venderli nei giorni in cui lo spread era ai massimi ha avuto amare sorprese.

 
 
 
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Data di creazione: 04/05/2010
 

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