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Ci sono morti e morti

Post n°1244 pubblicato il 27 Agosto 2016 da lightdew
 

foto lightdew

 

Proprio mentre ci indignamo di fronte a esodi e immigrazioni più o meno pilotate, e mentre piangiamo i nostri cari leggendo sbigottiti di ipotetiche manovre belliche che provocano sismi, mi ritrovo a recarmi, con il fiato corto e la pressione troppo alta, a rendere omaggio a due amici, in giorni diversi.

L'uno troppo sensibile per vivere una vita di regole troppo ambiziose, l'altro forse capitato in sala operatoria in una giornata non troppo fortunata.

Di loro non si parlerà sui giornali.

Nessuno scriverà di quanti sono i morti o gli ammalati a causa della perdita di lavoro nel pieno della maturità umana, e così altrettanti pochi saranno quelli che parleranno della malasanità.

Bisogna avere dati certi per esprimersi in merito, permessi familiari, voglia e coraggio per mettersi in gioco.

Proprio per questo da due giorni a questa parte dentro di me si è fatto silenzio.

Silenzio per tutto, per il troppo, per il tutto.

Domande infinite potrebbero rincorrersi, come ad esempio quella che chiede come mai nessuna misurazione ha permesso alla popolazione di mettersi in salvo quella fatidica notte, oppure un'altra che misura e confronta disastri similari in altre parti del mondo dove l'eco risuona più debole.

Per quante volte ancora dovrò chiedermi le stesse cose?

Non rimane neppure il rimpianto di aver fatto troppo poco.

Rimane solamente  vuoto e  silenzio, perchè anche una preghiera può scatenare un inferno.

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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