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La ragazza senza nome - Wild

Post n°375 pubblicato il 26 Marzo 2017 da Taniello
 

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Mi andava di fare un parallelo tra due recenti visioni, perché entrambe basate sullo stesso tema di donne che cercano cose in seguito a sensi di colpa.

La ragazza senza nome (2016)
Ho da sempre un debole per il cinema dei fratelli Dardenne e sono sicuro che il pubblico di tutti i festival europei dove, con cadenza biennale, si fanno vivi non manchi mai di accoglierli (mettendo la boccuccia a culo di gallina) calorosamente al suono di "toh! i fratelli Dardenne!".
Da sempre storie di gente povera che combatte in squallidi contesti urbani o squallide periferie limitrofe, con annessi squallori, sfruttamenti, sofferenze, dolori. E sempre con pochi mezzi, camera a spalla che si muove, sequenze lunghissime e apprensive. Qui è un medico di base o "condotto" come si diceva una volta, a fare di tutto e a rischio della pelle per dare nome a una povera crista a cui avrebbe potuto dare una mano se... 
La camera non stacca mai dal volto e dal dolore del medico, che incontra altri dolori, altri disagi... insomma, è un piacere!
La regia, come sempre, riprende le cose come stanno e vince a mani basse anche questa volta.

P.S.
Per sopperire alla gravissima colpa di aver co-prodotto uno dei peggiori film della storia dell'unamità (Pericle il nero, con Scamarcio!), devono ancora fare tanti film, ma proprio tanti. Poi si vedrà.

Wild (2014)
Qua invece c'è Reese Whiterspoon che intraprende un percorso di trekking lungo millemila miglia sul versante del Pacifico. Lo fa perché si deve liberare dai mostri del passato e ricominciare. Il film è pieno di luoghi comuni che, però, funzionano e sono ripresi decentemente (non ho mai sentito parlare del regista), mentre la scrittura è di Hornby, lui, quello famoso. Lo scenario domina potente e riempie gli occhi tra flashback a sprazzi (davvero ben fatti e fotografati), mentre la tizia porta ovviamente a termine l'impresa.
Non male, sono quegli USA un poco indipendenti all'aroma di Sundance che hanno sempre il loro fascino e che, grazie soprattutto alle serie TV e a piattaforme di distribuzione contemporanee, si stanno vedendo un po' più spesso.

 
 
 
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