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Boyhood

Post n°343 pubblicato il 09 Novembre 2014 da Taniello
 
Tag: Boyhood

Boyhood

Lo si faccia pur passare alla storia come "twelve years project", con tutti i significati annessi e connessi. Il reale trascorrere del tempo, i dodici anni, gli attori visti crescere e invecchiare contribuiscono certamente a dare un valore aggiunto importante al film. 

Però.

Vien da chiedersi con quale profondità viene di solito accolto lo scorrere degli anni al cinema: dalla più banale scritta "un anno/dieci anni dopo" al più ovvio ricorso alla somiglianza tra attori giovanissimi e adulti. Sì, poi ci stanno i trucchi, l'invecchiamento artificiale ma non sempre funziona, diciamolo.

E quindi? Cosa resta di Boyhood dopo aver apprezzato (molto) l'escamotage narrativo?
Molto ben girato, fluido, solare.
Molto TV, quindi.

Ecco, dodici anni fa il livello qualitativo delle serie tv non era così conclamato, diffuso e riconosciuto dalla critica "alta" come oggi e Boyhood poteva essere una spettacolare serie TV, con (quasi) infiniti approfondimenti sulle storie d'amore di Mason, sulla sorella tanto geniale (peccato non aver approfondito anche lei), su quello scoppiatone del papà, sui tentativi di vita normale perseguiti dalla madre.

Bella storia, buona riuscita ok. Ma oggi ha funzionato meno bene di come poteva essere anni fa, quando altri mezzi, altre vie non erano ancora state così (ben) battute.

Da vedere, comunque. 

 
 
 
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