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“SOLE” E “SÒLE”


  Sapete la differenza tra “sole” e “sòle”? Il primo ha un significato di luce o di tomaie per fare scarpe. Il secondo, invece, è un termine romanesco che sta per “fregature”... Roma è un interessante laboratorio di... “sòle”, per l’appunto. Gli sprovveduti parlano di voto “antisistema” per M5S. I quotidiani stranieri, invece, parlano molto più correttamente di voto “anti-establishment”. Ovvero, di una rottamazione generazionale e politica senza precedenti delle leadership partitiche tradizionali. Finora si è parlato del movimento grillino descrivendolo come espressione dell’antipolitica. È stato vero in passato, ai tempi dei “Vaffa Day” … Oggi non è così.Dopo la fase di selezione darwiniana delle élite, operata dal burattinaio Casaleggio, che ha prodotto il superamento dei rappresentanti della prima ora, avanguardisti dogmatici e pietosamente ignoranti, sono emerse alla guida del movimento leadership più "compatibili" con i profili istituzionali tradizionali.Ma è ancora una volta il vento della cosiddetta antipolitica - che antipolitica non è - che sta gonfiando le vele dei grillini. La linea di fondo di questo non-partito si basa su almeno tre elementi assolutamente illusori: la democrazia diretta, l’onesta diversità rispetto alla classe politica tradizionale e, come diretta conseguenza di ciò, un governo migliore diretta emanazione del cittadino comune.Insomma il potere ai soviet dell’uomo della strada.Ma, se guardiamo bene, i voti grillini costituiscono solo l’ultimo grido di una parte del Paese, ormai maggioritaria, che pretende ancor più assistenzialismo, purché accontenti tutti e meglio. Non a caso il famigerato reddito di cittadinanza continua a rappresentare il cavallo di battaglia del M5S.Nella capitale i Cinque Stelle hanno camminato sugli scudi grazie ai misfatti di cui la vecchia politica si è resa responsabile. “Mafia Capitale” è stata solo la punta dell’iceberg. Era inevitabile che la parte più esasperata della popolazione si tuffasse a corpo morto tra le braccia di una “promessa” grillina. Virginia Raggi, al di là dalle sue improbabili competenze a svolgere il ruolo di sindaco di una grande metropoli, è il terminale di un’attesa messianica per un elettorato che si rifugia nell’illusione accecante di un evento miracoloso e salvifico. Non a caso il buffone Capo si è esibito in una “passeggiata sulle acque”.-Ora però, oltre gli slogan e le chiacchiere da bar dello sport, la Raggi si troverà, a risolvere i colossali problemi di una Capitale che rappresenta la summa di tutti i vizi nazionali. Una città affetta da tante e tali disfunzioni sistemiche di fronte alle quali il velleitarismo dei grillini fa (amaramente) sorridere.  E io ... azz ... vivo a Roma!