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MATURITA’ O PUTREFAZIONE ?

Post n°1195 pubblicato il 20 Giugno 2014 da kiwai
 

 

 

Sono iniziati da qualche giorno gli esami di maturità e ancora una volta i giornali si sono riempiti del solito ciarpame … da un lato quelli che “l’esame non serve”, dall’altro quelli del “toto-tracce”, tutti ipocritamente ignari del vero dramma della nostra scuola: l’eterna polemica tra i sostenitori della “meritocrazia” e quelli della “scuola buonista”, quelli, per intenderci, che alla meritocrazia preferiscono “l’accompagnamento” dello studente …

Immancabile infine l’articolo “di colore” sulle paure dei maturandi.

È così che, in tutta tranquillità, veniamo informati che 4 ragazzi su 10 hanno paura di commettere errori di ortografia durante gli esami.

E non è certo una paura infondata se ”un’altro” e ”qual’é” piacciono con l’apostrofo, se è incerto l’uso tra “dà” e “da”, se “ad hoc” diventa ”doc” o ”d.o.c”, come se fosse una sigla, se le doppie e gli accordi di genere e numero sono un disastro, se scrivono "sufficente", “propio", oppure "pultroppo", "c'è ne sono" o "c'è n'è" per finire col classico "a me mi piace" … senza parlare dei problemini nel coniugare i verbi.

 

Se poi si considera che nelle nostre università si organizzano corsi estivi di “alfabetizzazione” per tentare di arginare gli sfondoni di grammatica, gli errori di ortografia, la confusione nell’uso delle parole e la sintassi sballata delle matricole ... le paure diventano certezze. 

Infine si scopre che per le matricole uno degli scogli maggiori è il lessico. Se è «tecnico» o «mediamente colto» molti studenti vanno fuori strada e la comprensione è distorta ... risultato:

nei primi 12 mesi un quinto delle matricole abbandona gli studi, tant’è che la percentuale di laureati da noi è tra le più basse dei paesi Ocse, con una percentuale dei fuori corso pari al 40,7%.

 

Il trionfo della SCUOLA BUONISTA !!! 

Ci dobbiamo stupire allora se l’OCSE, qualche mese fa, ci ha ricordato che dobbiamo considerare analfabeta  anche una persona che sa scrivere e che magari usa Facebook, ma che non è capace “di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità”?

 

Si chiamano ANALFABETI FUNZIONALI

Certamente diversi da quelli che un tempo firmavano con la X e dovevano ricorrere allo “scrivano” per farsi leggere e scrivere le lettere per i parenti lontani, gli analfabeti funzionali, anche se apparentemente autonomi, non capiscono i termini di una polizza assicurativa, non comprendono il senso di un articolo pubblicato su un quotidiano, non sono in grado di interpretare un grafico …

In sintesi non sono capaci di leggere e comprendere la società complessa nella quale si trovano a vivere.

 

Tre italiani su 10, ci dice l‘OCSE, si informano, votano, lavorano, seguendo soltanto una capacità di analisi elementare.   

Un analfabeta funzionale, traduce il mondo paragonandolo esclusivamente alle sue esperienze dirette:

la crisi economica è soltanto la diminuzione del suo potere d’acquisto …

la guerra in Ucraina è un problema solo se aumenta il prezzo del gas …

il taglio delle tasse è giusto se gli regala 80 euro …

la corruzione si combatte con gli avvisi di garanzia …

non è capace di costruire un’analisi che tenga conto anche delle motivazioni, delle conseguenze indirette, collettive, a lungo termine, lontane per spazio o per tempo. 

Sarà questo uno dei motivi del successo di Renzi e di Grillo ?

 

P:S:

Quello del video è l’europarlamentare Gianni Pittella alle prese con il suo inglese maccheronico. L’esponente del Pd è stato rieletto, risultando il più votato del suo partito nella circoscrizione sud: ben 234.254 preferenze.

 
 
 
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CUBA LIBRE

QUANTO COSTA
LA LIBERTA'???




La morte di un prigioniero di
coscienza, una persona in
carcere per le sue idee, senza
aver commesso alcun reato.
Orlando Zapata Tamayo,
42 anni, fù arrestato durante
la primavera del 2003 e condannato
a tre anni di carcere.
Durante la prigionia a causa della
sua attività di dissidenza nel
carcere, gli furono aggiunti altri
anni di detenzione fino a un totale
di 30 anni di reclusione.
BASTA YA!

 


 

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani  
ARTICOLO 19  
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