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ASINI D’ASSALTO

Post n°1180 pubblicato il 01 Novembre 2013 da kiwai
 

Nel nostro disgraziato Paese, da tempo ormai la scuola ha abdicato al suo ruolo e i risultati dello scadimento qualitativo della preparazione sono sotto gli occhi di tutti: i nostri giovani sono agli ultimi posti in Europa e la loro capacità di inserimento nel mondo del lavoro è sempre più insufficiente.
 

È il frutto avvelenato del triste mito della “scuola di massa” che, invece di aprire le porte di nuove opportunità ad una più ampia platea di giovani capaci, ha disconosciuto il merito e dequalificato i contenuti.  Abolito qualsiasi criterio di selezione, spazzati via i momenti di verifica rappresentati dagli esami, i nostri “diplomifici” si sono ridotti, da tempo,  a sfornare una massa di potenziali disoccupati.
 

Così, dopo anni di criminalizzazione dell’apprendistato, pretesa fucina di sfruttamento, la politica ha riscoperto “gli stages” ovvero quelle ipocrite fucine di precariato, che dovrebbero in pochi mesi sanare i danni irreparabili di una preparazione scolastica inesistente.
 

Unica differenza: oggi “a bottega” vanno giovani laureati o diplomati che solo nella migliore delle ipotesi si cimentano nel mestiere o nella professione che hanno scelto.
 

I più “fortunati”, ma non necessariamente i più capaci, (alla faccia della scuola di massa) trovano spazio presso “illustri maestri” e iniziano brillanti, quanto immeritate carriere …
 

È il caso di una nota “pseudo-giornalista” tale Giulia Innocenzi probabilmente il nome non vi dirà molto, ma se vi dico: “la santorina spocchiosa” forse vi verrà in mente la gracchiante ragazzotta di Servizio Pubblico.
 

Bene, la "maestrina" di Santoro non ha superato la prova di abilitazione professionale, l'esame di Stato per essere ammessa all’Ordine dei giornalisti.

 

La qualità dei pennivendoli nostrani non è certamente eccelsa .. ma non si può disconoscere che uno straccio di professionalità sopravvive .
 

Si può criticare ferocemente la faziosità e la spregiudicata partigianeria di soggetti che della menzogna e della gratuita diffamazione hanno fatto lo strumento del proprio successo, tuttavia non si può negare che il giornalismo d’assalto necessiti di preparazione e capacità.
 

Ma la professionalità, se può prescindere dalla correttezza, non può fare a meno di solide basi tecniche e culturali, quelle appunto che dovrebbero essere dimostrate con l’esame di Stato.

 

Ma la nostra “maestrina” NON HA SUPERATO LA PROVA SCRITTA.
 

Ovvio che alla notizia si sia scatenata la solita canea di intellettualoidi sinistri e naturalmente dei “pennivendoli illuminati” … obiettivo dichiarato: l’Ordine e l’Esame di Stato:
 

"assurdo di considerare come un giudizio attendibile un concorsone taroccato per costituzione, in cui può capitare di andare benissimo o malissimo per puro caso". 

Parola di Luca Telese, ovvero: “niente esami, todos Caballeros!!”
 

“La bocciatura all'esame di giornalismo di giulia innocenzi dimostra la ridicola inutilità dell'esame medesimo.”  

Parola di Mattia Feltri  e della grassa ignoranza della Innocenzi non parliamo?
 

“Ma ha senso l'ordine dei giornalisti o l'esame è quello dei lettori?” 

Parola di Marco Alfieri … lettori de che? Delle sue stronzate sugli elettori del PdL che vanno a puttane?
 

“la mia solidarietà all'ottima collega giulia innocenzi. è brava, a differenza di molti. l'esame da giornalista? solo una sanatoria.” 

Parola di Emiliano Liuzzi sanatoria di cosa? Di una laurea rubata? 

 

Buon ultimo il presidente dell'ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino: 

“Il non aver superato la prova è solo un incidente. Scherzando con i colleghi dico loro che durante gli esami sono in una fase di semi infermità mentale. […] Il Presidente dell’Ordine non dovrebbe dirlo, ma non è il tesserino che fa di una persona un giornalista.  

Rimane da capire se la sua “fase di seminfermità mentale” permane anche dopo gli esami … 

 

MORALE: 

NELL’ITALIA CHE VOGLIONO “LORO” NON SERVONO NE’ ORDINI, NE’ ESAMI, DEVE BASTARE …  

UNA BUONA RACCOMANDAZIONE.

 

 

 
 
 
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CUBA LIBRE

QUANTO COSTA
LA LIBERTA'???




La morte di un prigioniero di
coscienza, una persona in
carcere per le sue idee, senza
aver commesso alcun reato.
Orlando Zapata Tamayo,
42 anni, fù arrestato durante
la primavera del 2003 e condannato
a tre anni di carcere.
Durante la prigionia a causa della
sua attività di dissidenza nel
carcere, gli furono aggiunti altri
anni di detenzione fino a un totale
di 30 anni di reclusione.
BASTA YA!

 


 

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani  
ARTICOLO 19  
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