LA VOCE DI KAYFA

Tornato dalle vacanze, a settembre, col segretario discute della partecipazione a un'iniziativa milanese in favore di un'associazione che raccoglie fondi per i minori. N... dice: "Speriamo che ci sian delle belle bambine, così le sodomizziamo", e il principe chiosa:"Subito, sì, urlando!"

Il brano di cui sopra, purtroppo, non è estratto da un romanzo in cui si racconta una squallida storia di pedofili, bensì è una delle tante intercettazioni telefoniche che inchioderebbero Vittorio Emanuele di Savoia, riportate stamane in seconda pagina, in un articolo firmato da Giovanni  Bianconi, sul Corriere della Sera.  Tra le tante intercettazioni riproposte dall'autorevole quotidiano milanese, ho scelto forse la più cruda, ma quella che, secondo me, fotografa in maniera appropriata il mare di ipocrisia dietro cui si maschera il cosiddetto mondo del jet set, o dei vip(?), fate voi, che primeggia nel mondo.
Sinceramente non mi stupisco che ad un uomo del rango di Vittorio Emanuele di Savoia piaccia andare a puttane, (ognuno è libero di regalarsi un momento di piacere fisico come gli pare, purché non offenda, né faccia del male a terzi). Non mi stupisco nemmeno tanto che l'erede di casa  Savoia possa davvero essere la mente di un organizzazione criminale tesa alla manomissione dei videopoker, allo sfruttamento della prostituzione e al riciclaggio di denaro sporco nel Casinò di Campione d'Italia. Il "nobile" già in passato aveva avuto problemi con la giustizia, venendo addirittura incriminato per omicidio nel 1978 quando il 17 agosto di quell'anno sparò un colpo di carabina dalla sua barca ferendo a morte il giovane tedesco Dirk Hammer, dimostrando di non possedere quell'etica e quell'equilibrio interiori che dovrebbero contraddistinguere un Re, o presunto tale. Quello che mi stupisce, e contemporanemente mi spaventa, (per questo ho riproposto l'intercettazione di cui sopra), è che persone insospettabili(?) potrebbero, (essendo un garantista, il condizionale è d'obbligo), servirsi di eventi di beneficenza per appagare le proprie, presunte perversioni sessuali, (in questo caso si tratterebbe di pedofilia!).
Forse qualcuno ricorderà che quando agli inizi degli anni 90 furono scoperti i brutali delitti di Marcinelle, cittadina del Belgio, perpetrati su bambini da una banda di pedofili capeggiati da Dutroux, si ipotizzò che personaggi dell'alta borghesia e dell'aristocrazia fossero coinvolti in quei crimini, sfiorando addirittura la monarchia belga.
Faccio queste considerazioni non perché voglia ergermi a giudice, (sarà la magistratura a stabilire le eventuali responsabilità degli indagati), ma perché, leggendo e rileggendo l'intercettazione incriminata, mi sovviene l'atroce dubbio che chissà in quante di quelle associazione che si preoccupano della tutela dei diritti dell'infanzia, e di tante altre questioni umanitarie, si celano maniaci pronti ad appagare i propri luridi istinti, salvaguardando la faccia dietro il blasone o l'importante ruolo che occupano nella società, entrambi elementi di garanzia dell'onestà e morigeratezza degli individui...
E' propro il caso di dire che L'APPARENZA INGANNA!