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non è un post negativo...

Post n°359 pubblicato il 15 Gennaio 2013 da kallida

Non c'è dubbio ogni inizio di anno è pessimo. Non nel senso che succedano cose tristi, ma solo perché ci si aspetta di risvegliarsi in un mondo completamente diverso e invece, dopo i petardi eleganti e la cena leggera del 31 , ti svegli il primo dell'anno e tutto sembra più appensantito, ancora  pieno delle illusioni di qualche ora prima (questo tuttavia ha in sè un aspetto del tutto positivo chè tanto peggio di come è non può essere e quindi si tenderà a migliorare!). 

Così aspetti, aspetti che il mondo si adegui alla necessità che tutti si aspettano un cambiamento radicale, e ti dici che di certo non può farlo in 24 ore, e passano così i giorni. Certo una settimana non è sufficiente, e aspetti, pensando ai leggeri cambiamenti possibili, nell'universo in primo luogo, cioè immagino che si sposti di pochissimo l'orbita terrestre o il moto di rivoluzione abbia una minima decelerazione, roba di questa portata comporterebbe uno stravolgimento assoluto, ma forse ti dici, sta cambiando già da millenni e questo è il momento giusto per capirne la portata,ma niente. Sono passate due settimane e tutto sembra uguale. Lo so bene che la misurazione del tempo è una convenzione e per la Terra non c'è nessuno cambio sul calendario, ma la forza disperata di un paio di miliardi di persone che crede alla stessa sciocchezza ha di sicuro effetti concreti...aspetto...intanto impasto...magari contribuisco senza saperlo allo stravolgimento della troposfera...

 
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Considerazioni

Post n°358 pubblicato il 10 Gennaio 2013 da kallida
Foto di kallida

FOTO N°1

Considerazioni su come rendere inappetibile la merenda all'asilo, poichè il minipanino imbottito al tacchino che ogni mattina preparo sul filo del minuto per riporlo nel portavivande dello zainetto del microgranulo,finisce nelle avide minifauci di qualche altro compagnetto. Interrogato del perché da tre anni non riesce a mangiare per intero una merenda a metà mattina, all'asilo, il microgranulo in questione risponde: " ma a lui ancora non lo avevo dato!",come se fosse un re magio dispensatore di morsi di panini appetibili. Ma soprattutto che cacchio mettono le altre madri negli zainetti dei bimbi perché questi debbano per forza bramare il panino col tacchino, che è pure sano, non è zuccherato, non è grasso, come è possibile che piaccia?

Il problema è anche che non viene richiesto niente in cambio, nè un biscotto farcito nè un pezzetto di briosce sintetica ripiena di grassi idrogenati. E' un dare incondizionato, quello di mio figlio. Che se fosse in carne mi andrebbe anche bene, ma no! Ho tentato la strategia dell'elargizione, cioè per un po' mettevo due panini nello zaino, uno ufficiale e uno per i richiedenti la questua, ma alla fine me ne tornava uno e mezzo smangiucchiato... non si capisce da quanti...Allora ho provato la tecnica del mega panino, più facile da condividere, che così si sentivano apostoli, niente nemmeno in questo caso, perché dividendo in due il panone, faceva due merende, l'ultima in prossimità del pranzo appunto...

Considerazioni al margine sono invece quelle riguardanti la mia propensione a imparare velocemente le minchiate.(Vedi foto N°2: "sto migliorando,no?)

  Se applicassi questa tenacia nelle cose non dico serie, ma almeno più utili della vita...diciamo che avrei meno fastidi...

 
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crucching...

Post n°357 pubblicato il 08 Gennaio 2013 da kallida

 

Uno dei  validissimi motivi per cui sarebbe opportuno che mi trasferissi al nord, e per nord intendo nord Europa: la cucina.

Ultimamente non faccio che parlare e pensare alla cucina, a cucinare, ad essere una brava cuoca. In questo comportamento c’è sicuramente un’avvisaglia di nevrosi, io ne sono consapevole, ma mi sta prendendo la mano ammetto. In particolare faccio esattamente come tutti i governi del mondo e cioè creo casi per solleticare l’opinione pubblica per distogliere l’attenzione della stessa sulle politiche economiche, internazionali, sanitarie etc dei governi, che sarebbero da vagliare maggiormente. Così faccio io: mi spendo in cucina per evitare di pensare alla situazione economica che mi circonda.

Ora io non sono una cuoca provetta, come si usa dire. Ma non sono nemmeno una schiappa. Cioè ho una cucina da catering ospedaliero. Non ti fa mai male, è sempre sana , ma ha un difetto di  ipogusto. O meglio, al nord sì che sono apprezzata e non nego che ho goduto nei tempi passati di un discreto successo fra amici inglesi e tedeschi e perfino francesi, e forse anche al nord Italia, perché avvantaggiata dalle caratteristiche regionali, ma qua, al sud e in Sicilia poi … non ho speranze. Eppure io faccio tutto da me: il pane, la pasta, i dolci, le creme, le salse …  non c’è niente in cui non mi sia cimentata, perfino le arancine. Cioè ottempero alla normativa minima richiesta per essere femmina di casa. Ma ho  quel problema lì della leggerezza che mi affossa in un’ipotetica classifica di best sicilian wife. Io ci provo a friggere, soffriggere, olio , burro, grassi e padelle, ma ugualmente ciò che cucino risulta leggero,  non dico insapore, ma davvero troppo delicato per questa gente. Qui per essere considerati minimante in grado di cucinare dovete fare il sugo che macchia, deve lasciare gli aloni sulle tovaglie almeno per tre lavate, altrimenti era leggiu (leggero ndr). Deve essere tutto così intenso e denso che non è contemplato niente di vagamente light. L’avevo superata qualche anno fa,ma ora si è ripresentata questa mia debolezza. Non so come fare, mi sono impegnata a fare sughi tintura di iodio, ma non ci sono riuscita … perciò l’unica soluzione è trovare chi apprezza.

 

 
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tested

Post n°356 pubblicato il 06 Gennaio 2013 da kallida

 

Amabile discussione informale con futuro chirurgo plastico.

“Dovresti fare un filler almeno, per il resto non vedo altri problemi gravi. Per il botox c’è ancora tempo, il codice a barre (rughe in senso verticale sopra le labbra superiori) si fa dopo una certa età. ..”

“Ma … il naso?”

“No, te lo puoi tenere,meglio un botulino preventivo sulla fronte, io lo faccio ogni sei mesi (ndr: la dottoressa ha appena 33 anni!), anzi mi dura anche 10 mesi!”

A parte il risvolto psicologico di una dialogo di questo appena conosciuta la dottoressa in questione, ci siamo dette “Piacere …” e lei ha aggiunto subito la questione acido ialuronico…e passi, stavo pure al gioco chiedendo i prezzi,  le durate e soprattutto le controindicazioni, che - a suo dire- se usati con parsimonia non esistono, avevamo pure sorvolato con simpatica leggerezza le implicazioni etiche delle correzioni plastiche, che ovviamente ognuno sceglie di abbracciare o meno,  ed eravamo giunte alla necessità di coprire il taglio del parto cesareo che “ tanto nessuno lo vede laggiù …” dico io, quando lei, alquanto risentita dice la frase più ipocrita del mondo: “ ma la donna non lo farebbe per gli altri, lo farebbe per sé…!”

“Eh?Per sé?Cioè , vuoi dire che se non vivessimo in un mondo completamente basato sui dettami dell’estetica superficiale e asservito a modelli erotici falsati, la donna o chi per lei, ugualmente avrebbe questa necessità di  scarnificarsi, di cambiare le sue fattezze di assomigliare a chi non è, solo per sentirsi a posto con se stessa? E questa sicurezza non gliela dà forse l’approvazione sociale?E non ci trucchiamo, pettiniamo, vestiamo con cura solo per piacere agli altri? Il cui elogio riempie il nostro ego e dunque si trasforma in ormoni del benessere? “…

Ma non le ho detto niente … non potevo, non avevo voglia di litigare e di passare per la radicale della situazione, però come buoni propositi del nuovo anno mi sono promessa che ogni volta in cui udirò la frase: “ Che c’entra, io lo faccio per me!”…mi alzo e assesto una potente testata proprio nel punto in cui si infiltra il botox…magari ha lo stesso effetto paralizzante!!!

 

 
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sgarbatezze

Post n°355 pubblicato il 02 Gennaio 2013 da kallida

Esiste un modo preciso e puntuale di arrivare sempre al cuore delle persone.

Non è standardizzato, cioè ogni volta cambia, ma non muta il sentimento che lo genera. In questi giorni di festa - che di positivo hanno normalmente la possibilità di stare insieme con gli altri senza ritmi pressanti e quasi a volte senza orari- ho potuto constatare come sia facile distruggere qualunque equilibrio, basta pochissimo, uno sguardo, una battuta di troppo. Mi sono ritrovata in situazioni diverse tentando di rattoppare falle , che ormai però imbarcavano acqua senza tregua. Il problema è che siamo chiusi, tremendamente chiusi, nonostante le apparenze. Tra gli amici , tra i parenti, si sente sempre la parola di troppo, si nota il gesto inopportuno, però nessuno è mai pronto a mettersi davvero in gioco a chiedersi il perché di alcuni comportamenti. Se ci fosse pulizia dentro ai nostri cuori non noteremmo niente di sbagliato negli altri. Così ho passato le serate a giustificare tutti e ho sperato di essere ancora più forte in quest'anno incombente. Più forte per assorbire i fastidi degli altri e ancora più forte per restituirgli gioia...

(ce la farò? E' come le torte, prima o poi una perfetta la farò...!)

 
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AUGURI

Post n°354 pubblicato il 31 Dicembre 2012 da kallida
Foto di kallida

SCUSATE, NON HO RESISTITO...

 
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auguri

Post n°353 pubblicato il 27 Dicembre 2012 da kallida

VOLEVO FARE GLI AUGURI SEMPLICEMENTE PUBBLICANDO UNA FOTO DI UNA NUOVA TORTA NATALIZIA, MA POI HO DECISO CHE PROPRIO VOI NON LO MERITATE...E PERCIò APPREZZATE PER FAVORE LA DELICATEZZA...

BUONA ULTIMA SETTIMANA DELL'ANNO...

 
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coerenza

Post n°352 pubblicato il 23 Dicembre 2012 da kallida
Foto di kallida

Solo per dimostrare la mia sincerità e, ammetto , che mi costa pubblicare questa foto che va tutta a mio discapito, ma una che predica coerenza poi la deve mettere in pratica...ahimè...

 
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spreading...

Post n°351 pubblicato il 19 Dicembre 2012 da kallida

Confesso che vivo di fissazioni. Qualche animo gentile scambia questa nevrosi per creatività e manifestazione di senso artistico perché si concretizza in lavori manuali per lo più . In verità è, come detto, espressione di cocciutaggine. Come in questi giorni, il pensiero dominante è torte decorate, torte decorate, torte decorate.

Le varianti del momento, come alcune femminucce sapranno, sono pasta di zucchero e cioccolato plastico. Oguna delle quali, facili da preparare in casa, se dotati di vera creatività producono effetti grandiosi per gli occhi degli ospiti ,(un po' meno per il palato secondo me, ma almeno resterebbero allibiti dalla bellezza).

Ovviamente mi sono cimentata in entrambe le varianti. Ovviamente con risultati insoddifacenti come prima prova. Girando sulla rete viene fuori che chiunque decora con eleganza e precisione! Io mi limito ai fondamentali, come ricoprire la torta di un colore e al massimo applicare una stella colorata, se ci riuscissi con le dovute proporzioni sarebbe una vittoria per me. Poichè la mia più grande frustrazione nasce proprio dalla discrepanza tra i miei pensieri, bellissimi, coloratissimi, artisticissimi e la lora effettiva realizzazione. Ma cos'è un altro mondo, quello che viene fuori dopo che il pensiero passa attraverso le mie mani? Tortini sbilenchi, accasciati da una parte con coperture di colori rancidi e forme sfregiate... Immagino tortini sfolgoranti ornati di colori inesistenti... Insomma il mio spread personale è troppio ampio, il differenziale tra la mia vita dolcifera e i miei pensieri ha superato la soglia d'allarme!

Adesso ho deciso che assolutamente farò la torta di Natale. E deve essere rossa con l'albero di natale verde di sopra. Non è difficile, per me è quasi inarrivabile però, come riuscirò a disegnare l'abete? Ma ormai è deciso, la ho sempre davanti agli occhi, perciò è una missione, la devo fare.

 
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Da ultimo viene la ciabatta...

Post n°350 pubblicato il 15 Dicembre 2012 da kallida

 

 

 

Ho sempre pensato da ragazzina, che la dignità di adulto si misurasse in fretta manifestata. Cioè più l’adulto era valido, dando a questo aggettivo una connotazione di impegni profusi nella vita quotidiana verso la famiglia, la società civile etc, più questo si comportava sempre come se stesse per perdere l’ultimo treno disponibile che gli avrebbe salvato la vita, o una cosa del genere.  Questo brillantissimo esempio ce lo avevo sempre davanti agli occhi nel panificio, lo ammetto per me un luogo semi mistico, in cui l’odore del pane sfornato si confondeva con le dignità dei molteplici adulti che lo frequentavo, differentemente da me che ero la delegata a comprare il pane all’ora di pranzo, da ragazzina appunto. Come noterete esiste già un precedente negativo per quanto riguarda la mia emancipazione dal mondo infantile per traghettare felice a quello degli adulti, però si potrebbe aggiungere che proprio per esorcizzare tale precedente ora io volessi utilizzarlo con maggiore consapevolezza. Infatti una parte di me ci ha provato e ne è stata pure soddisfatta, limitatamente all’aspetto della fretta ,per intenderci.

Pertanto anche io entro entusiasticamente affaccendata, dicendo al mondo intero con il mio atteggiamento che ho solo quei due minuti esatti che si incastrano nell’ora già spezzettata in cui ho fatto rientrare, lavoro, bimbo, parcheggio etc, per comprare il PANE …

E qui casca l’asino – come? – direte voi, niente di più semplice! Eh, no!

IO NON CONOSCO I NOMI PROPRI DELLE VARIETA’ DI PANE! 

Mi è successa per anni la stessa cosa con il macellaio, arrivavo lì davanti e chiedevo un chilo di questo , un chilo di quello, semplicemente indicando un ammasso rossiccio e molle, senza avere nessuna cognizione del taglio del bovino, ma poi ho utilizzato la tecnica di imparare due o tre nomi e di dirli a rotazione, e se il macellaio mi diceva di non averli, mi proponeva lui l’alternativa. Ma con il pane è più difficile! Entro con il fare da adulta  di cui sopra , e aspetto in fila (ci vado raramente , ma c’è sempre confusione, ma non è mai lo stesso panificio), inizio subito ad identificare i pezzi che mi potrebbero interessare, non conoscendone affatto il nome specifico, ovviamente la mia scelta si limita a ciò che vedo, però c’è sempre qualcuno prima di me che chiede i filoni ( io sorrido dentro di me pensando, che non sono esposti e quindi pure lui ha il problema che conosco bene) ,ma invece la signorina cuffia dotata tira fuori, non si capisce mai da dove, 5 filoni fumanti! Io oramai ho imparato la mia scena, non posso cambiare all’ultimo secondo, perciò al “Chi viene?” io mi faccio avanti e dico con una sicurezza che ho racimolato in tutti gli anni da adulta, “ 4 pagnotte con il sesamo per favore”, e quella si ferma e mi dice :” No, non ci sono” (Cazzo  ce le ho sotto gli occhi, come non ci sono?), comincio vagamente a sentire la fila dietro che si agita perché mi sono mangiata i 30 secondi concessi a cranio, e cercando di darmi un ‘aria distratta, dissimulando completamente che per me sono quelle che sono accanto a quelli intrecciati più chiari di cui non conoscerò mai né il nome né l’odore a questo punto, e chiedo “panini  ….” (ah, ti ho fregata ragazza del panificio, i panini ci sono sempre) e lei di rimando questa volta un po’ più arraggiata (traduco inselvaggita) “ come li vuole? Al burro, all’olio, al latte …?”( O cazzo! E se ora dico al latte e invece sono all’olio quei due poverini rimasti lì nell’angolo?) perciò tergiverso un po’, chiedo ancora qualcosa col sesamo, ma invano, continuo cercando negli occhi di qualcuno la risposta, ma vedo solo il fuoco nelle espressioni di chi alle 13,40 è ancora impantanato al panificio, scalpitano dietro, sento che le narici che si dilatano proprio come in un’arena , ma io sono il telo rosso che verrà incornato dalla folla inferocita, e allora, pallida e balbettante mentre ripasso a mente  nell’ordine  i nomi che conosco : pane serale,  pane di farina,  pane di semola, scollo, manuzza , pane arabo, pane casereccio, rosetta , anche se nessuno di questi mi sembra essere presente lì davanti a me  – COME OGNI VOLTA- mi arrendo e chiedo: “ una ciabatta”, è l’unica che conosco, è l’unica che vedo, è l’unica che non mi delude mai … sigh

 

 
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