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AGNELLI: "Con Andrea e Gigi fino al 2018. Dimensione Juve è quella internazionale".

Post n°8059 pubblicato il 11 Maggio 2016 da nadir63l
 

BARZAGLI: "Fiero ed emozionato, era quello che volevo". BUFFON: "Orgoglioso del rinnovo"

LIVE TJ - AGNELLI: "Con Andrea e Gigi fino al 2018. Dimensione Juve è quella internazionale". BARZAGLI: "Fiero ed emozionato, era quello che volevo". BUFFON: "Orgoglioso del rinnovo"

Prosegue il matrimonio tra la Vecchia Signora e i due senatori, Gianluigi Buffon e Andrea Barzagli. Il portiere e il difensore della Juventus hanno rinnovato il loro contratto fino al 2018. L'annuncio sarà dato a partire dalle 14:00, in una conferenza stampa congiunta che vedrà come protagonisti i due Campioni bianconeri e il presidente Andrea Agnelli. Tuttojuve.com riporta integralmente e in tempo reale tutte le dichiarazioni: 

AGNELLI: "E' un piacere presentare dei rinnovi della Juve. Con me ci sono due giovani promettenti per il futuro e per le famose seconde squadre. Credo sia un'ottima notizia che il gruppo tecnico della Lega di Serie A si sia espresso a grande maggioranza in favore delle seconde squadre e assecondando la disponibilità del presidente Gravina di accogliere alcune delle seconde squadre nel campionato di Lega Pro. Questo sicuramente, se il Consiglio Federazione lo facesse proprio dalla prossima stagione sarebbe un grande passo avanti in ottica dello sviluppo dei giovani talenti del calcio italiano. Giovani talenti che loro non sono, ma converranno con me della bontà di questa iniziativa, perchè giocatori che oggi sono lontani avrebbero la possibilità di essere ed allenarsi accanto a loro quotdianamente e apprendere maggiormente quelle che sono le loro capacità e competenze, non solo tecniche, ma anche di personalità. Prima di lasciare la parola a loro, vorrei fare un paio di considerazioni. La prima è quella di rimarcare personalmente, ma di tutta la Juventus, l'enorme orgoglio e soddisfazione per la vittoria del quinto Scudetto consecutivo, e quindi aver fatto sì che loro due, ma anche i loro compagni, insieme a tutti i loro compagni che hanno partecipato in questi cinque anni, che si entrasse nella storia del calcio italiano. Una storia che sicuramente ci ha lasciato un minimo di amaro in bocca quest'anno per l'eliminazione in Champions League, ma è stata un'amarezza agrodolce, perchè che la partita con il Bayern Monaco ha confermato la portata internazionale di questa squadra, quindi ha confermato che l'annata precedente non è stata un fuorigiri, ma sta iniziando a posizionare la Juventus veramente come una delle grandi realtà europee, perchè giocare sostanzialmente alla pari con il Barcellona prima e con il Bayern poi, in quelle che sono state secondo noi le partite più belle della Champions League di quest'anno, al pari della semifinale di Europa League tra Borussia e Liverpool - quello è stato il grande calcio europeo di quest'anno -, ci deve dare la consapevolezza definitiva che la nostra dimensione è quella internazionale. Un quinto Scudetto che è motivo di orgoglio ed io prima ancora di ringraziare i ragazzi devo ringraziare l'amministratore delegato Marotta, che è qui con noi, il vicepresidente Nedved e il direttore sportivo Paratici. Solo noi sappiamo quanto sono stati difficili un paio di mesi prima di arrivare a questo risultato. Se ci ricordiamo la presa di posizione di Gigi da un lato e di Patrice dall'altro, dopo la partita con il Sassuolo, abbiamo la consapevolezza che per trasformare l'inizio che abbiamo avuto in un ciclo di 25 vittorie su 26, è stato un grandissimo lavoro di squadra. Ed io non posso ringraziare le persone che ho citato, ma tutti i collaboratori dello staff tecnico, perchè se poi alla fine siamo riusciti a prevalere rispetto ai nostri avversari, è stato grazie al contributo di tutti. Vi parlo di orgoglio per il quinto Scudetto, ne parlavamo tra di noi, ma credo che noi non capiremo fino in fondo fino a quando non saranno passati 10-15-20 anni la portata del risultato che abbiamo ottenuto. Solo quando sarà passato del tempo ci renderemo conto di cosa significa aver scritto una pagina di storia. Ma in questo momento noi non vogliamo renderci conto appieno di quello che abbiamo fatto perchè siamo assolutamente concentrati su quelli che sono i prossimi obiettivi. Chi viene alla Juventus sà che il traguardo più importante non è quello conseguito, ma il prossimo. E da questo punto di vista  le nostre attenzioni sono al 21 maggio, alla finale di Coppa Italia, perchè sarebbe la prima volta che si realizzerebbe una doppietta italiana e da questo punto di vista siamo concentrati e solo da allora potremo tirare le conclusioni di quest'anno. Obiettivi che si ripeteranno l'anno prossimo con la dimensione internazionale già citata del mister avremo la possibilità di andare oltre la storia, di andare nella leggenda, con un sesto Scudetto oppure cercare veramente di raggiungere l'obiettivo internazionale che non tanto io come tifoso, ma tutti i ragazzi che sono oggi alla Juventus sanno e hanno la consapevolezza che in ogni campo d'Europa in cui andiamo ce la possiamo giocare e sappiamo che quello deve essere un sogno, un sogno che sappiamo oggi è realizzabile. In tema di festeggiamenti mi preme dire: nella cronaca di questi giorni abbiamo letto e sentito dire che la Juventus non festeggia, siamo la Juve e non ci sono le feste. Da questo punto di vista mi devo assumere la responsabilità di quello che è successo, in quanto alcuni miei collaboratori, in tempi non sospetti, si parla di 3-4 settimane fa, sono venuti in ufficio da me presentandomi la possibilità di un festeggiamento inconico, che avrebbe coinvolto una delle principali piazze di Torino, con un corollario alla partita di sabato, dando alla possibilità a tutti i tifosi di abbracciare la squadra. Io in quel momento ero più concentrato su quelli che sarebbero stati i risultati che si sarebbero dovuti raggiungere, in quanto nella mia esperienza ho visto Scudetti che sono stati vinti all'ultima giornata e Scudetti che sono stati persi all'ultima giornata. E da un lato se vogliamo la scaramanzia, o dall'altro il pragmatismo sabaudo, ha fatto sì' che io non prendessi neanche in considerazione l'ipotesi dei festeggiamenti. Poi essendo passato troppo tempo non è stato possibile realizzarli, quindi se non c'è festa quest'anno in parte è colpa mia. Chiedo scusa ai tifosi, ma sicuramente troveremo il modo per far sì che un abbraccio ci sia, non con le modalità però cui siamo stati abituati negli ultimi anni. I due ragazzi che ho accanto a me mi lasciano un po' di emozione, perchè ho accanto due campioni del mondo, due pentacampioni d'Italia consecutivi, a cui Gigi aggiunge altri quattro titoli, coppe e trofeo nazionali. Parlare di Gigi e Andrea è sicuramente difficile. Già la scorsa volta che mi sono trovato qui a parlare di Gigi, la partite che mi preme sottolineare, prima ancora del campione o i dati che avete tutti sotto gli occhi, sono le sue qualità umane e da parte mia credo che il vero privilegio che ho avuto io in questi anni è di aver avuto Gigi come Capitano della Juventus, perchè il Capitano della Juventus è il Capitano dell'Italia, ma non è il Capitano perchè porta una fascia, ma è Capitano perchè si assume le responsabilità. Un uomo, una persona, che fa la differenza, in campo e fuori dal campo. L'altra volta che mi sono trovato qui, avevo auspicato che a una persona come lui, venisse riconosciuto il massimo riconoscimento individuale, il Pallone d'Oro. Non ha portato bene, quindi spero Gigi che non te lo diano mai e vediamo cosa succede. Dall'altra parte Andrea, mi è capitato più volte e più volte lui ha scherzato con me, di definirlo il miglior acquisto che abbiamo fatto e questo non posso che ribadirlo. Andrea è un altro ragazzo serio, schivo e riservato, il quale meriterebbe non 10, ma 100 volte di più alla luce dei riflettori, che invece un po' per ruolo, un po' per carattere non trova. Non credo che gli manchino le luci dei riflettori conoscendolo, però sicuramente meriterebbe di più le luci dei riflettori. Io dal mio modesto livello tecnico, sapete che sono un difensore, non posso che guardare Andrea con grandissima ammirazione e non sarebbe soprannonimato altrimenti The wall, il muro. E' uno dei più grandi difensori della sua epoca, quando penso a Thiago Silva, Piquè e John Terry, Andrea sta sicuramente in questo elenco di giocatori. Il fatto di averlo con noi, averlo avuto con noi negli scorsi cinque anni e averlo con noi nei prossimi due, è motivo di estremo orgoglio. Abbiamo altri due anni davanti a noi con Andrea e Gigi, cammineremo assieme fino al 2018. Gli obiettivi dalla settimana prossima e per i prossimi due anni sono chiari, la nostra dimensione oltre che nazionale, dove l'obiettivo primario deve rimanere la conquista del campionato italiano, sappiamo che abbiamo la dimensione internazionale per poter sognare concretamente. Io vi ringrazio. Lascio la parola ad Andrea e Gigi per un breve saluto introduttivo per poi lasciare spazio a voi per le domande". (applauso, ndr).

BARZAGLI: "Buongiorno a tutti. Sono veramente fiero di me stesso oggi ed emozionato perchè era quello che desideravo: prima di tutto dimostrare di poter giocare in un club prestigioso come la Juve, quindi quando sono arrivato cinque anni e mezzo fa ero veramente con la massima concentrazione, ma anche con quel timore di dover affrontare veramente uno stadio e dei tifosi così importanti, quindi adesso che sono passati 5 anni, dove abbiamo fatto tantissime vittorie e ancora vogliamo proseguire, sono contentissimo di questo rinnovo di due anni e non vedo l'ora di iniziare già da domenica, non vedo l'ora di fare la finale di Coppa Italia e riniziare il prossimo anno. Quindi ringrazio il presidente per le bellissime parole che ha speso su di me, ringrazio la società, il direttore e tutti i suoi collaboratori, gli stessi compagni con i quali abbiamo instaurato un bellissimo rapporto e si vede sul campo".

BUFFON: "Sarò breve e conciso. Anch'io come Andrea sono orgogliosi di questo ulteriore atto di fiducia della società e del mondo Juve nei miei confronti. E ci tengo a sottolineare il fatto che la strada che abbiamo intrapreso è una strada fatta di un insieme di forze, le convogliamo tutti per cercare di migliorarci ed arrivare a quel sogno e a quell'obiettivo al quale tutti noi ambiamo e che penso di poter raggiungere assieme ai miei compagni e a questa grande società che ci fa sentire sicuri. Perchè alla fine la vera verità sta nel fatto che un giocatore riesce ad esprimersi a grandissimi livelli e magari anche per più tempo quando si lavora di gruppo, si lavora bene e quando alle spalle ci sono delle persone che sanno il fatto loro e qui non parlo di campo. La mia storia con la Juve penso che tutti la sappiate, mi auguro che possa concludersi nella maniera migliore e con ulteriori gratificazioni. Visto che l'altra volta ero qui a celebrare questo rinnovo con il presidente e con Chiellini, oggi sono sempre col presidente e con Barzagli, sono molto orgoglioso di questo, di condividere con un mio compagno un qualcosa di così importante, perchè alla fine credo che il legame che ci lega in campo e anche fuori, ma quello che mi interessa è sempre stato il campo, è un qualcosa di veramente profondo, di veramente speciale, che nasce dal rispetto. E credo che in tutte le situazioni che si vivono nello sport e nella vita, non sia facile riscontrare tutto questo e questa stima che c'è tra noi giocatori e penso con i dirigenti. E di questo ne sono veramente gratificato".

Gigi l'anno prossimo ti fa qualche effetto giocarti il decimo Scudetto personale? Hai pensato a una maglietta personalizzata con una stella? A Barzagli chiedo che effetto ti fa sapere che compagni e avversari pensino ancora che sei il migliori difensore in circolazione.
BUFFON
: "Sinceramente ora vediamo e viviamo questi due anni, cominciamo con molta umiltà il prossimo. Se poi dovesse accadere che io e tutto il mondo Juve auspichiamo, sarebbe una grande soddisfazione, sarebbero davvero dei numeri incredibili, sarebbe la sedicesima stagione con la Juve e in sedici stagioni sarebbero dieci Scudetti e una vittoria di Serie B. Sono numeri veramente importanti che danno un senso e un segnale di continuità incredibile, per me come singolo giocatore, ma proprio di squadra".
BARZAGLI: "Fa piacere essere considerato così, ma io caratterialmente, per come sono fatto, non mi sento e non mi sentirò mai il difensore più forte, anzi, è un motivo in più per poterlo diventare e per poter migliorare. Io mi sento anche a questa età di avere spazio per migliorarmi e quindi cerco sempre di stare al top fisicamente per stare a livelli alti. Imparo anche dai miei compagni, dai miei avversari quando li guardo in televisione. Mi fa piacere, secondo me è una crescita continua anche a questa età e cerco di dimostrarlo sul campo". 

La differenza tra voi e le altre big, è data dal fatto che la Juve ha uno zoccolo duro di italiani? In che modo questo influenza i nuovi arrivati? Al presidente: ci sono società che si stanno muovendo per cercare investitori stranieri, anche qui una differenza rispetto alle altre può essere data dal fatto di avere una tradizione italiana anche in questo senso?
BUFFON:
 "Penso che possa incidere e sia importante avere questo gruppo di ragazzi che inevitabilmente conoscono alla perfezione cosa vuol dire Juventus, cosa vuol dire stare nella Juve, indossare questa maglia e rappresentare questa società fuori dal campo. Ma credo che la forza a questi ragazzi, di poter essere d'aiuto e di conforto, te la dà solo il campo, perchè è vero che il carattere, il carisma ci vogliono, ma la forza con la quale in alcuni momenti dici le cose, le dici perchè è anche il campo che ti fa sentire importante e ti fa sentire ancora un giocatore e uno che vuole arrivare tramite le prestazioni e tramite i comportamenti. Sono cose che vanno di pari passo. La nostra forza nello spogliatoio ci sarà e c'è fino a quando anche il campo dirà che noi siamo gente importante, poi si vedrà. Sull'essere italiani ti ho risposto all'inizio, avere uno zoccolo duro, un nucleo di persone che incarnano l'idea di Juve, cosa vuol dire Juve, è chiaro che aiuta".
BARZAGLI: "Ho poco da aggiungere, ha detto tutto Gigi, ha detto bene. Penso sia fondamentale dire una cosa: c'è sicuramente uno zoccolo duro, ma anche tutti i giocatori che sono arrivati si sono messi al pari nostro e quersto fa la differenza. Noi italiano possiamo far capire cosa vuole dire indossare questa maglia, quello che vuol dire vincere con questa maglia, cos'è il campionato italiano e poi sta al singolo giocatore venire qui e adeguarsi a tutto. A noi ci spinge una società che è la vera base e la vera importanza per noi giocatori".
AGNELLI: "Il nostro orgoglio è una proprietà di 93 anni, mancano solo 7 anni a festeggiare un secolo e poi ci porremo il problema su come gestire il secolo successivo. Ma la tradizione sicuramente aiuta da questo punto di vista. Ringrazio l'invito di sera da parte di mio cugino Yaki a Villar Perosa, dove abbiamo passato una serata sicuramente piacevole. Questo poi fa parte dei discorsi che faccio ogni tanto ai ragazzi prima della partita di Villar Perosa: pensare che su quello stesso prato sono passati da Sivori a Charles, a Zidane, a Platini, a Gentile, a Del Piero, Baggio, citate chi volete, il peso di una tradizione, di una proprietà, centenaria, in un luogo come Villar Perosa, credo sia uno stimolo in più per noi, per fare bene, perchè conosciamo quelle che sono le nostre responsabilità, ma anche per i ragazzi perchè capiscono il significato di tradizione semplicemente calcando un prato verde che non è quello solito rettangolare, ma immaginano vari momenti, varie epoche, dove gente prima di loro ha calciato quello stesso campo".

Il verdetto  del Pallone d'Oro è l'unico che ti brucia? E' unica ingiustizia che ritieni di aver subito? Per Andrea: in Italia sono scomparsi i difensori del vostro livello. Cosa è successo?
BUFFON:
 "In tutta onestà non sento e non provo nessun senso di ingiustizia per il Pallone d'Oro, so che ho avuto una carriera brillante, so che ci sono andato vicino alcune volte, penso meritatamente, però penso anche che se non l'ho vinto non ho fatto abbastanza. La verità è solo quella, non è che si può cercare la malafede o altro, la colpa è solo mia perchè dovevo fare meglio in determinate situazioni".
BARZAGLI: "Secondo me è questione soprattutto di generazioni. Abbiamo sicuramente una grande storia di difensori in Italia, però non è detto che per forza deve nascere un Maldini, un Baresi o un Costacurta, magari fosse così. Secondo me dobbiamo aspettare questi ragazzi che crescano, dobbiamo cercare di dare anche nel settore giovanile una filosofia e un allenamento migliori per questi difensori e diciamo che i tempi stanno cambiando. Anche noi siamo un po' più in difficoltà rispetto a prima perchè il gioco è totalmente cambiato, è molto difficile marcare a uomo anche in area, i palloni sono molto veloci, nonè facile e capisco che i ragazzi più giovani si abituano anche a marcature diverse. C'è da aspettarli. E' normale che se non gli diamo la possibilità di crescere velocemente con giocatori anche più esperti, facciamo fatica. E noi su questo siamo rimasti indietro. Io ho passato due anni in Germania dove ci sono le seconde squadre e vedevo che quando alcuni ragazzi della seconda squadra venivano ad allenarsi con noi non notavi questa grande differenza, erano già abituati. Sono abituati a delle pressioni prima di tutto, perchè una partita di una seconda squadra in Germania vanno a vederla 4-5000 persone, di conseguenza giochi con ragazzi di 20-30 anni che hanno esperienza e che magari hanno giocato in Serie A. I nostri si continuano a confrontare con pari età e quando arrivi a 21 anni ti trovi anche un po' svantaggiato".

Al presidente: quando ha capito che questo Scudetto si poteva realizzare? Lei baratterebbe questi cinque Scudetti con la certezza di vincere la Champions il prossimo anno?
AGNELLI: "Da parte mia la certezza, senza scomodare le Juventus del passato e magari guardando solo a quelle degli ultimi sei anni, che questa rosa fosse una rosa importante, la più completa e la più forte, era chiaro a tutti, dal primo luglio. Queste sono le stesse parole che ho usato in occasione dell'assemblea degli azionisti. Visti i grandi cambiamenti che sono stati fatti, che ci fosse bisogno di un periodo di assestamento e di rodaggio, l'avevamo messo ampiamente in conto. Magari non ci aspettavamo che il rodaggio fosse così complicato e che la cavalcata che ci ha portato al titolo fosse così entusiasmante. Ma se vogliamo bilanciare, portiamo 5-6 punti da una parte all'altra, credo che avremmo una media analoga, senza bisogno di parlare di catastrofe da una parte e di impresa straordinaria dall'altra. Ma che questa squadra fosse molto forte lo sapevamo sin dal primo luglio. Per quanto riguarda i trofei vinti, io non baratto ciò che abbiamo fatto, sono estremamente orgoglioso di quello che abbiamo fatto, ma anzi è compito mio, della società, crescere, anno su anno, perchè tutti quanti dobbiamo acquisire quella consapevolezza di poterci confrontare a livello internazionale. E' un sogno che condividiamo e il massimo sarebbe raggiungerlo e aggiungerlo a quanto abbiamo già fatto. Ma non sicuramente barattarlo".

Come ci si sente ad essere presidente di una squadra che ha vinto e vuole vincere ancora tanto? Ai giocatori chiedo se al di là della scossa del dopo Sassuolo, c'è stata qualche altra cosa che non sappiamo a dare la scossa?
AGNELLI
: " Da parte mia è un po' il discorso introduttivo. Credo che tutti quanti noi che abbiamo lavorato alla Juventus in questi anni, comprenderemo appieno tra 10-15 anni quello che è stato fatto. Il mio compito in primis è quello di guardare avanti. Da parte mia tutta l'attenzione deve essere rivolta alla finale di Coppa Italia che è il prossimo obiettivo, e alla stagione successiva. Un giorno, un domani, il più in là possibile, ci guarderemo indietro sicuramente con orgoglio per quello che è stato fatto, ma oggi dobbiamo necessariamente guardare al domani e non al ieri".
BARZAGLI: "Sinceramente dopo quella chiacchierata che ci siamo fatti, l'unica cosa importante che è successa, è la continuità dei risultati, quella ha dato la spunta a tutti. Ha dato forza, carica e siamo cresciuti. Siamo cresciuti tutti, quindi la vera spinta è stata sicuramente da quel confronto, poi i risultati che sono arrivati le domeniche dopo ci hanno fatto fare il salto di qualità per poi inanellare una striscia vincente incredibile che ci ha portato alla conquista di questo quinto Scudetto".

A Buffon: hai messo nel mirino le presenze di Del Piero dopo tutti questi record? A Barzagli se si aspettava di riuscire a tornare al top dopo gli infortuni dell'anno scorso. Al presidente, è ancora convinto che nessuno sia incedibile come ha detto l'anno scorso su Pogba?
BUFFON: "Facendo due calcoli della serva, giocando fino al 2018, neanche disputando 50-55 partite a campionato potrei arrivare a un obiettivo simile. Poi devo essere sincero, gli obiettivi che mi sono dato in questi anni sono obiettivi di squadra, di raggiungimento di traguardi di squadra e l'obiettivo di avere la voglia e l'obiettivo di migliorare ancora. Questi sono gli obiettivi che mi sono messo da 3-4 anni a questa parte. Spesso e volentieri rifugo anche quando molti tuoi colleghi mi tirano in ballo in merito a ballottaggi, sei più forte tu, Courtois o Neuer, che hanno 22-25-30 anni. Io ne ho 38 ed è giusto che mi faccia da parte, che pensi  a me stesso, alla mia strada e a quello che a cui voglio ambire, non è più il momento di fare i paragoni, anche perchè magari in precedenza, alcune volte, mi sentivo anche per presunzione offeso da certi paragoni. Ho preferito a questa età accantonare i paragoni".
BARZAGLI: "Per me l'anno scorso è stato un anno molto difficile, mi sono preso questi sei mesi di vacanza e al di là di questo sono sempre stato convinto di tornare non dico ad alti livelli, ma di tornare fisicamente al 100%. La cosa più importante per il mio ruolo è essere fisicamente al 100% e credo che quest'anno lo abbia dimostrato, sentendomi bene, giocando molte partite, ero molto convinto di tornare e starci a questi livelli".
AGNELLI: "Ti ringrazio per la domanda perchè parlo poco e ho poche occasioni per rettificare. Quello che dissi in passato è che fino al 1° settembre, fino a quando il mercato è aperto, c'è spazio per illazioni, ipotesi di calciomercato, e anche quando usciamo dalle finestre ufficiali devo dire che, come c'era una celebre trasmisione su un noto canale satellitare, è sempre calciomercato. Il primo settembre le rose si concludono. Da parte mia, quello di cui ho una consapevolezza, è che abbiamo una pianificazione ben impostato, abbiamo un lavoro di professionisti come il direttore Marotta, Paratici e Nedved, abbiamo una condivisione totale con l'allenatore Allegri e quindi ho la consapevolezza che la squadra abbia una dimensione internazionale e sappiamo quali sono gli obiettivi per l'anno prossimo. Dopodichè ogni parola detta ha un peso per domani e dopodomani è dimenticata. E per qualsiasi tema legato al calciomercato, il vostro interlocutore non sono io ma il direttore Marotta". 

Quanto è difficile rimanere ad alti livelli davanti a tutti questi cambiamenti? Proprio alla luce di questo il vostro rinnovo assume più valore?
BARZAGLI:
 "Ci adattiamo lavorando come al solito, di conseguenza che finchè stiamo bene e anche se le cose cambiano, è uguale. Noi ci adattiamo ai tempi, ai compagni che giocano, ci adattiamo al pallone diverso, magari più Gigi che lo deve parare, io al massimo lo scaravento via. Quindi sicuramente è una cosa che cambia non così drasticamente, noi con il lavoro per il momento lo stiamo gestendo bene".

Cosa manca alla Juve per vincere la Champions se manca qualcosa?
BUFFON:
 "Sicuramente la Juve deve migliorare ancora un pochino non so se sotto l'aspetto della tenuta nervosa, del carattere, dell'attenzione in determinati momenti della gara, perchè questo è ciò che ha detto Monaco di Baviera. Per quel che mi riguarda, questo è un obiettivo che devo cercare di migliorare: è che facendo una riflessione sana di quella sconfitta, mi sono accorto che secondo me ho commesso un errore madornale da non ripetere mai più in futuro, è stato quello dopo il 2-2 di aver patito e subito quella rete, dal punto di vista di energie nervose e di carica agonistica, cioè, mi sono fatto  sopraffare da una delusione, perchè in quel momento è stata una decisione atroce. E questa è una cosa che mi porterò dietro per i prossimi due anni".

In questa trattativa per il rinnovo, si è fatto cenno ad un futuro fuori dal campo?
AGNELLI:
 "Abbiamo due anni in campo. Credo che Gigi abbia appena spiegato molto bene, che bisogna rimanere tutti concentrati e non fars sopraffare da emozioni che sono diverse dalla carica agonistica necessaria per raggiungere i nostri obiettivi. Al termine di determinati percorsi, credo  che tutte le riflessioni potranno essere aperte. Ma un giocatore che va in campo deve andare in campo pensando che il campo è l'unica cosa che esista. Un domani discuteremo con tutti, Gigi con Andrea, quelli che sono i migliori percorsi. Bisogna conoscere anche le volontà dei ragazzi, non è che entrare in società è automatico, perchè magari qualcuno vuole andare ad allenare i bambini del proprio paese o perseguire interessi diversi. Per quanto ci riguarda, la disponibilità per dialogare con i ragazzi è piena, ma ad oggi non esistono ipotesi perchè l'unica ipotesi che deve esistere nella testa di Gigi e Andrea e dei loro compagni, è di performare sul campo. Grazie"(trascrizione Tuttojuve.com).

 
 
 
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