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« MAROTTA A MP: "POGBA? NO...ALLEGRI PRONTO A UNA NUOVA SFIDA »

Ambi, terne, cinquine e tombole

Post n°8050 pubblicato il 05 Maggio 2016 da nadir63l
 

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di S. Bianchi

 

Scudetto? Avete rubato, è il commento che si è sentito fare fino all’anno scorso. Quest’anno, con un’eccezionale rimonta che ha zittito tutti, non si sente più un’anima parlare di torti arbitrali, campionati falsati, di Juve ladrona. Nemmeno il più bieco e becero dei nostri avversari ne ha il coraggio. Tutti zitti davanti allo squadrone, che ha fatto come quando si giocava a pallone da ragazzini: sapendo d’essere superiori agli altri “gli si dava la dote”, si facevano partire con cinque o dieci gol di vantaggio, per poi vincere lo stesso in agilità. Pochi gli argomenti dell’avversario: al solo aprir bocca, faccio come la mia squadra, stravinco ricordandogli i punti guadagnati sulla sua squadra dalla 10° alla 35° giornata: 21 punti se è Vesuviano, 25 se è un Ex-Violinista, 30 se Prescritto, 35 se Livido.

Abbandono il derelitto a truci pensieri sulla propria squadretta e ripenso alla Juventus di quest’anno. Mi rammarico al pensare con quante giornate d’anticipo avremmo vinto questo Scudetto numero 34 con una partenza “normale”, da Juve. Ma no, così c’è stato più gusto: dati per morti e sepolti, stravincere con questa megarimonta ha avuto del libidinoso. Tra l’altro è “cinquina”, che fa eco a quella degli Anni Trenta: anche quella volta, il Quinto non fu tanto scontato, visto che inizialmente quei grandi campioni parevano un po’ demotivati. Poi, si fa presto a dire “cinquine”, ma solo noi n’abbiamo due, citando al riguardo Crazeology di qualche giorno fa: meglio, il concetto non si può esprimere. Gli ”scudetti sono davvero consecutivi, e veri, senza guerre mondiali nel mezzo con tornei provvisori, senza pezzi di cartone assegnati a tavolino da tifosi in giacca e cravatta, senza intercettazioni e spionaggi vari”.

Spero che le similitudini tra le due “”cinquine” terminino qui, visto che negli anni trenta, la Prima Juventus del Quinquennio subì un prolungato periodo d’appannamento e la perdita del Presidente. Andrea Agnelli non vola in idrovolante e quindi non corre rischi, ma secondo me non corre rischi nemmeno la contiguità col successo della Seconda Juventus del Quinquennio. Infatti, il management tecnico parrebbe rinnovare la rosa per gradi (ultimamente anche per scossoni…), magari anche con qualche inciampo, che i più … “Profeti” di noi avevano individuato per tempo.

Sorvoliamo sulle cause del rischioso appannamento iniziale: appagamento, perdita d’importanti punti di riferimento in campo, ambientamento dei nuovi, eccessiva durata dei tentativi di utilizzare variamente “la plusvalenza interista”? Preferisco invece provare a capire le cause del risveglio trionfale. Certamente, i nuovi hanno contribuito a formare una grande squadra e Marchisio, sacrificatosi in una zona di campo a lui inconsueta, ha diminuito gli effetti dannosi determinati dall’assenza di Pirlo. Da ricordare anche “i vecchi”, che dopo Sassuolo hanno dato la sveglia e ricordato certamente quella che è sempre stata la caratteristica bianconera, quella voglia di vincere riassunta alla perfezione da Boniperti, quando dice “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Molto deve aver significato, sia l’imbattibilità prolungata di Buffon, sia una difesa inesorabile, che oggi ha un Rugani in più, sempre ben protetta dal centrocampo e dai rientri di Mandzukic. Infine, sono certamente da citare il perfetto inserimento di Dybala, la maturazione di Pogba, l’effetto Stadium, ma anche la discontinuità degli avversari, più occupati a trovare scuse per le sconfitte, che a cercare motivazioni per le vittorie.

Se con la “cinquina” Buffon è a nove scudetti, gli altri pentascudettati di fila in bianconero sono Barzagli, Bonucci, Chiellini, Lichtsteiner e Marchisio. Salgono sul podio con i loro predecessori Caligaris, Cesarini, Ferrari, Orsi, Rosetta e Mario Varglien. Di questa compagnia di grandi, fa parte a pieno titolo anche l’umile, indispensabile, versatile e paziente Simone Padoin. Che è stato, dopo Gigi Buffon, l’uomo più in vista sui vari social. Qualcuno ha ricostruito, in maniera veramente gustosa, la griglia delle domande di un telequiz (Canale 5?) con la domanda: “Chi ha vinto più scudetti, il Napoli, la Roma, Maradona o Padoin?”. Sono contento anche per lui, che riscuote nuovi benefits morali dopo quel famoso coro che intonava "Che ci frega di Ronaldo, noi ci abbiamo Padoin".


Insomma, eravamo morti e siamo resuscitati. Erano già tutti contenti di essersi per sempre liberati di noi, ma con un filotto di ventiquattro vittorie e un pareggio abbiamo rimontato tutti e ci siamo cuciti lo scudetto sulla maglia con tre gare d’anticipo. Agghiacciante, direbbe un mio caro amico, agghiacciante come la doccia fredda di tutti quelli che a turno pensavano di aver messo le mani su quel triangolino dai colori tramandati dalla Repubblica Cispadana. Come il solito, non c’è stata trippa per gatti, o se preferite, altrove non hanno seguito il dettame trapattoniano “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. Vale soprattutto sotto il Vesuvio, dove, su un muro è comparsa la riprovevole ma simpatica scritta “Anche quest’anno ci provate il prossimo anno”. Rosicate, rosicate: noi intanto rinnoviamo l’antico mantra, che recitava “Combi, Rosetta e Caligaris”, col nuovissimo “Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini”. Dopo questo scudetto vinto in poltrona (altri li vincono a … tavolino), dopo ottanta anni possiamo cambiarlo, questo mantra: lo so che suona peggio di quello vecchio, ma è da un po’ di tempo che non giochiamo più col “Metodo”… accontentiamoci!

 

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