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Scoperto in Tibet l'antenato di tigri e leoni

Post n°93 pubblicato il 16 Novembre 2013 da informatore66
 
Foto di informatore66

Alcuni scienziati hanno scoperto in Tibet, sull'Himalaya, il teschio fossile del più antico grande felino, antenato di tigri e leopardi che oggi conosciamo.

Si tratta di una scoperta fondamentale dal punto di vista dell'evoluzione. Fino a questo momento si riteneva che i grandi felini che oggi conosciamo si fossero sviluppati in Africa, ma il più antico resto fossile risale ora all'Asia. I resti ritrovati risalgono riportano indietro nel tempo la storia dei grandi felini di almeno 2 milioni di anni fa.Le tigri e i leoni, dunque, vedrebbero l'Asia, e non l'Africa, come loro terra di origine. La specie ora ritrovata è stata identificata con il nome scientifico di Panthera blytheae.

 L'animale avrebbe vissuto in Asia, nelle fredde regioni dell'Himalaya, da 4 a 6 milioni di anni fa. Secondo quanto dichiarato dagli esperti, le sue dimensioni sarebbero state inferiori rispetto a quelle dell'attuale leopardo delle nevi.Osservando il teschio e la dentatura, gli scienziati hanno ipotizzato che il felino cacciasse proprio come il moderno leopardo delle nevi, soprattutto per quanto riguarda l'utilizzo della dentatura anteriore e posteriore.Il fossile più antico ritrovati fino ad ora per quanto riguarda i grandi felini era datato a 3,6 milioni di anni fa ed era stato rinvenuto in Tanzania. Il ritrovamento potrebbe confermare l'ipotesi secondo cui l'origine geografica delle pantere e dei loro simili sia da collocare in India o più in generale in Asia, nonostante i reperti più antichi ritrovati prima dell'ultima scoperta si trovassero in Africa. Il fossile è stato descritto nei dettagli all'interno dell'articolo "Himalayan fossils of the oldest known pantherine establish ancient origin of big cats" pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society Biological Sciences.

servizio a cura di: ( informatore66 )    

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Si tratta di un giacimento con un numero stimato di circa diecimila orme di dinosauri, con una concentrazione di tre-quattro impronte per metro quadrato. Secondo lo studioso, le impronte fanno pensare che sull'area abbiano camminato ''dinosauri sia di specie erbivora che carnivora''. Il ritrovamento è stato notificato alla Soprintendenza ai beni archeologici, alla presidenza del parco e alla Regione Puglia, affinché l'area possa essere messa sotto tutela''

 

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