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Credo sia una scelta che ha alle spalle un percorso lungo e pensato, non è facile prendere la decisione di dichiararsi perchè attualmente, per come ancora viaggia la morale comune, l'imosessualità è avvertita come diversità e minoranza e può diventare oggetto di discriminazione. Molte volte significa, perciò, affermare sì la propria identità sessuale con chiarezza e coraggio, ma anche avere vita più difficile sotto altri aspetti numerosi e quotidiani. Il dibattito su alcuni diritti, come il matrimonio e l'adozione, richiede secondo me un cammino ancora molto lunga; non è solo la legge che può cambiare ma soprattutto la mentalità delle persone. Attualmente, dichiararsi a favore o contro è un azzardo, la nostra generazione è ancora impregnata dei tradizionali forti pregiudizi. PREGIUDIZIO: non è un pensiero necessariamente negativo, è il frutto di decenni e secoli, è spesso ben radicato, corrisponde ad un modello che ha funzionato per tanto tempo. I cambiamenti sono sempre traumatici, per tutti. Ma il minimo sindacale sarebbe una maggiore apertura mentale e soprattutto il rispetto. E ancora: se si porta rispetto ad un anziano o ad un portatore di handicap (ed anche qui ce ne sarebbe da dire sul ripsetto) perchè sono persone più fragili, a maggior ragione si dovrebbe portare rispetto per qualunque altra diversità che non disturba nè minaccia nessuno. L'omosessualità non è certo un handicap o una patologia, io la vedo come un terzo sesso, e non sono nemmeno sicura che sia una minoranza esigua rispetto alla media generale delle identità sessuali standardizzate. Se il cosiddetto " coming out" farà il suo percorso, ci potrebbero essere grandi sorprese: ci sono persone che non hanno nemmeno coscienza completa dellla loro identità sessuale e cercano di seguire un percorso di "normalità" con tanti lati oscuri interiormente. Potrei andare avanti per ore ma mi pongo un limite: grazie ad Amoon per l'ospitalità e scusa il pippolone, ma la notizia che hai pubblicato è davvero piena di spunti sull'argomento.