Creato da: pa.oletta il 31/05/2010
ed è la vita che seduce...

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Lei ...

Passione d'infinito fascino
Anello a incastonar luce
Ode in onde d'orate
Leggiadra nel suo incedere
Alma a intarsiar amor...

Bogey

 

 

 

 
 

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a mio figlio - 12 marzo

Io li proteggo ancora
i ricordi che ho di te,
io ti proteggo ancora
e non importa dove sei tu,
io ti penso sempre.

 

 

 

Tu non sei i tuoi anni,
nè la taglia che indossi,
non sei il tuo peso
o il colore dei tuoi capelli.
Non sei il tuo nome,
o le fossette sulle tue guance,
sei tutti i libri che hai letto,
e tutte le parole che dici
sei la tua voce assonnata al mattino
e i sorrisi che provi a nascondere,
sei la dolcezza della tua risata
e ogni lacrima versata,
sei le canzoni urlate così forte,
quando sapevi di esser tutta sola,
sei anche i posti in cui sei stata
e il solo che davvero chiami casa,
sei tutto ciò in cui credi,
e le persone a cui vuoi bene,
sei le fotografie nella tua camera
e il futuro che dipingi.
Sei fatta di così tanta bellezza
ma forse tutto ciò ti sfugge
da quando hai deciso di esser
tutto quello che non sei.

         Ernest Hemingway

 
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In un mondo che ...

Post n°307 pubblicato il 22 Aprile 2015 da pa.oletta
 

 

 

La stiratura di una camicia inizia dalle parti più consistenti, cioè dal collo e dai polsini, almeno questo è ciò che ribadiva mia zia, stiratrice per molti anni.

Leggermente ancora umida, la camicia di seta, posta sull’asse da stiro era pronta per la sua piegatura. La punta del ferro a vapore toccò il collo, leggero e bagnato dall’appretto.

Camicia: “Ehi, dico a te,  non potresti essere più delicato? Rischi di bruciarmi, non sono mica come quelle di cotone io! Sono bella e delicata, devi fare attenzione e usare molta cura, altrimenti mi sciuperai".

Ferro: “Dolcezza, guarda che io sono uno che sa il fatto suo! Che ti credi?

Sei un po’ smorfiosa, lo sai vero? Comunque, non ti succederà niente, sono posizionato alla seta ed ho esperienza; oddio, certo, la distrazione può capitare anche a me e quando succede, bella mia, indietro non si torna e purtroppo, il danno è fatto.

Sappi però che ti bacerò il collo con delicatezza, non brucio tanto in questo momento! Vedrai come sarei bella, dopo, attaccata alla gruccia, sarai ammirata da chi ti indosserà e dagli altri che ti vedranno!”

 

La camicia rimase in assoluto silenzio, si lasciò passare la punta del ferro ovunque, le maniche aperte con i bottoni slacciati, il collo, le parti lunghe e morbide.

Lui aveva molta delicatezza ma anche fermezza e quando il vapore si ritirò la camicia era pronta per la gruccia.

Camicia: “Sei stato veramente bravo, mi compiaccio, credo di non essere mai stata in forma come adesso e sai che ti dico? In lavanderia non ci voglio andare più, oltretutto mi mettono quella odiosa etichetta con i punti di metallo, va a finire che qualche volta per toglierla mi faranno male”.

 

Ferro: “Ti devi fidare di me, è tanto che faccio questo lavoro.

Beh, a volte sai, se non mi curano, anch’io col calcare invecchio, ma sono molto efficiente. Quando vuoi, sono qui”.

E mentre la camicia veniva momentaneamente appesa con la gruccia ad un’anta dell’armadio perché si raffreddasse dal caldo del vapore, pensava: speriamo di essere indossata presto, mi piace molto quel ferro quando passa su e giù a togliermi le pieghe, chissà se anche con quelle di cotone usa la stessa delicatezza che usa con me.

 

 

 dal web - racconti e oltre

 

 

 

Nasce quasi una passione tra i due interlocutori che sono, come si dice comunemente, cose inanimate.

E cosa nasce invece tra due complicatissimi esseri umani che si dibattono tra fantasie e realtà quando s'incontrano o si scontrano?

Sfornano tortine di ricotta, da gustare con lo zucchero e cacao oppure se le sbattono in faccia al primo dissapore.

Perché questo racconto? Non c'è un perché , o forse si.

Perché questa canzone? Perché ha tanti perché ...

L’ho ascoltata alla radio poco fa e come sempre Battisti riesce a toccare le corde del mio cuore.

Il mio canto libero, un testo così bello e complesso da renderlo  dolce  nella sua apparente semplicità. L’utilizzo dei fiati dell’orchestra rasserenano l’anima e c’è magia, supremo esempio di ricchezza che fa degli strumenti soggetti.

 

Potremmo essere noi ...

 


 

 
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