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"Sei lesbica", e la scuola cattolica la licenzia.

Post n°4047 pubblicato il 21 Luglio 2014 da manu78_it

La scuola che insegna la discriminazione,una scuola non puo' insegnare la discriminazione. Nè puo' entrare nelle camere da letto e nella privacy dei suoi  docenti e dettare le regole.......

Sei lesbica? Allora scordati il rinnovo del contratto. Quando è stata convocata dalla direttrice dell’Istituto del Sacro Cuore, scuola privata cattolica paritaria di Trento in cui insegna da cinque anni, la docente non si aspettava certo un terzo grado sul proprio orientamento sessuale. Invece la direttrice, la madre superiora Eugenia Libratore, dopo averla lodata per la sua «capacità nell’insegnamento », le ha rivolto domande precise circa le “voci” che circolavano sul suo conto, offrendole due alternative per continuare a lavorare nella scuola: smentire le chiacchiere oppure accettare di “curarsi” dall'’omosessualità

Non rinnovare il contratto a una persona in ragione del suo eventuale orientamento sessuale significa discriminarlo. E che discriminare per motivi di condizione personale e sociale è anche contrario all’art. 3 della nostra Costituzione. Ma la coerenza, si sa, non è di questo mondo. Soprattutto quando si parla di sessualità e di orientamento sessuale. E c’è ancora chi è convinto che si tratti di un problema da risolvere o, peggio ancora, di una malattia da curare.
Come si può anche solo immaginare che una persona si giustifichi per quello che è, o è sospettato essere? Come si può anche solo chiedere ad una insegnante, di cui si apprezza tra l’altro il lavoro svolto, di rinnegarsi o spiegarsi o intraprendere un percorso di riabilitazione....

 

 
Rispondi al commento:
rocco444
rocco444 il 22/07/14 alle 16:36 via WEB
Ho letto i vari commenti fatti da tutti voi e al di là di chi propone pseudo apologie neonaziste, di chi si erge a nuovo crociato contemporaneo, di chi si sta specializzando in scienza delle finanze proponendo vecchie o nuove ricette di finanziamento pubblico o privato, non entro nel merito di cosa sia giusto o sbagliato, faccio mio quanto detto da papa Francesco «chi sono io per giudicare?»; ma soffermo la mia attenzione sul tono dei commenti fatti da tutti, che ritengo, scusate la mia eventuale arroganza, da talebani… Iniziamo con il mettere da parte il diverso “omosessuale” e posto che noi commentatori siamo tutti etero, ritengo che tutti abbiamo diritto ad avere una opinione per quanto discutibile essa sia (vedi la proposta di nuovi lager), eppure noto un accanimento di tipo Kapò da parte di colui o colei che ritenendosi “normale” subito aggredisce verbalmente l’altro per averla pensata diversamente. In buona sostanza tutti pretendiamo il rispetto per il diverso, ma vedo che di base manca già quello verso l’uguale. Proporre nuovi campi di concentramento non la trovo una buona idea, posto che la finalità era l’eugenetica di fine ottocento non credo che abbia raggiunto lo scopo prefissato, le idee sono buone quando non sperimentate nella speranza di benefici per il benessere della società, se sperimentate e non apportatrici di alcunché riproporle è quanto meno da cretini, per gli eugenetici mi spiace ma la loro resta filosofia e basta. Quanto alle ripetute accuse verso la chiesa di avere preti pedofili e cose di questo genere mi sembra che qui l’accanimento stia rasentando il demagogico per due ordini di problemi, Primo:se poniamo per assurdo che un omosessuale sia un problema, secondo voi io istituzione religiosa che ho già i miei di problemi a cui non riesco a fare fronte e sono interni me ne aggiungo altri di origine esterna? Se non riesco a risolvere il mio interno come faccio a gestire situazioni particolari esterne? Pertanto io userei umiltà non arroganza nel giudicare; secondo:vogliamo ragionare del tipo: fai talmente schifo con i tuoi preti pedofili ora vuoi porti il problema di aggiungere anche insegnanti lesbiche? Cos’è una logica al massacro? Io non conosco bene la faccenda perché quello che realmente si sono dette le suore e l’insegnate lo sanno solo loro e per esperienza il sentito dire è una cosa, quello che è accaduto è un'altra…, per assurdo propongo un’altra versione: la suora sapeva dell’orientamento sessuale dell’insegnate e fino a quando la cosa è rimasta tra loro l’ha fatta lavorare apprezzando il suo operato, successivamente si è parlato di voci il che mi fa presupporre che gli stessi bacchettoni che commentano qui dentro nei panni dei genitori saranno andati dalla suora a professare il proprio scandalo ed a gridare all’anatema…a quel punto la suora non ha avuto alternative ed ha dovuto fare di necessità virtù… Mettetevi nei panni delle persone prima di esprimere giudizi, soprattutto quando ragionate sul sentito dire..
 
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