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Un blog creato da giulia_770.it il 15/01/2008

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Le donne del 900...

Post n°7440 pubblicato il 10 Novembre 2019 da simona_780car

Un "percorso difficile" quello che ha condotto, nel corso del Novecento, le donne italiane al lavoro professionale, attraverso gli studi universitari. Di tale percorso il volume prende in esame alcune tappe, analizzando, con una prospettiva sia storica che sociologica, il processo di inclusione lavorativa delle donne nell'ambito della giustizia, della sanità, della scuola, della pubblica amministrazione. Partendo da una solida base documentaria e di ricerca, ogni capitolo si interroga sulle modalità della professionalizzazione femminile individuando nella debolezza dello stato e del mercato, nonché nella forza delle comunità locali e parentali, alcune delle cause di lungo periodo. Se un ruolo determinante, infatti, hanno giocato i processi di scarsa modernizzazione delle burocrazie pubbliche e i limiti di una economia arretrata e duale, altrettanto dominanti sono stati i principi di una cultura (laica e cattolica) centrata sulla famiglia, che per lungo tempo ha riservato alle donne una posizione confinata nella sfera privata. ....Le donne del 900 sono donne che hanno deciso di rischiare, che hanno deciso di utilizzare le loro risorse per tentare di cambiare qualcosa e alcune date vanno ricordate ne parliamo?

Commenti al Post:
mi_piaci15
mi_piaci15 il 11/11/19 alle 10:16 via WEB
nel 1902 fu varata la prima legge per la tutela del lavoro delle donne; il 1908 è l'anno del primo Congresso nazionale femminile dal quale emerse la volontà di richiedere pene più severe per il reato di violenza sessuale anche se solamente nel 1996 questo sarà considerato un reato contro la persona e non contro la morale!....
 
kandy_77
kandy_77 il 11/11/19 alle 10:30 via WEB
Nella storia del 900 ci sono Tina Merlin, la giornalista che per prima denunciò l'imminente catastrofe del Vajont e oltre lei , Rita Atria morta a 18 anni per essersi opposta alla mafia, Teresa Noce, deportata a Ravensbruk che spese la sua vita per rimarcare la necessità dell'uguaglianza tra i sessi, la legge sull'aborto ... e tante alre donne del 900 ribelle...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Vincenzo il 11/11/19 alle 10:40 via WEB
Era una ragazzina Rita Atria, ma nonostante le sua età aveva tanto da insegnare a molti di noi! Aveva avuto il coraggio di ribellarsi, di schierarsi contro l’organizzazione che le aveva portato via l’amato fratello. Di schierarsi contro i suoi compaesani, i suoi amici, persino la sua stessa famiglia! Era stata costretta a lasciare tutto quello che per 17 anni era stata la sua vita, per ricominciare da capo, da sola. Ma in qualche modo aveva trovato la forza per andare avanti, aveva trovato un secondo papà che l’aveva accudita, aiutata, la faceva sentire al sicuro. Ma un maledetto 19 Luglio quella figura, quel fondamentale spiraglio di luce rimasto a Rita, fu spenta, e con lui si spense l’unica speranza nella quale la giovane testimone aveva riposto ogni fiducia… Rita Atria si gettò dalla finestra dell’appartamento nel quale si nascondeva a Roma il 26 Luglio 1992. Non riuscì a reggere il peso della disperazione, sopraggiunta dopo la barbara uccisione del “suo” Paolo Borsellino.
 
simona_780car
simona_780car il 11/11/19 alle 21:02 via WEB
La nostra storia ci dovrebbe insegnare che la democrazia è un bene delicato, fragile, deperibile, una pianta che attecchisce solo in certi terreni, precedentemente concimati, attraverso la responsabilità di tutto un popolo. Dovremmo riflettere sul fatto che la democrazia non è solo libere elezioni, non è solo progresso economico. E’ giustizia, è rispetto della dignità umana, dei diritti delle donne. E’ tranquillità per i vecchi e speranza per i figli. E’ pace. (tratto da Storia di una passione politica, Tina Anselmi e Anna Vinci)
 
agnese_740
agnese_740 il 11/11/19 alle 21:03 via WEB
e molte altre ancora....Matilde Serao (1857-1927), Grazia Deledda (1871-1936), Ada Negri (1870-1945), Amalia Guglielminetti (1881-1941), Sibilla Aleramo (1876-1960) sono solo alcune delle autrici venute alla ribalta agli inizi del Novecento. Scorrendo i nomi delle narratrici è facile riscontrare la diffusa abitudine di servirsi di uno pseudonimo, quasi che all’autorato femminile si renda necessaria l’adozione un nom de plume per essere accettate come scrittrici nel circuito letterario maschile.....
 
anitadil_it
anitadil_it il 11/11/19 alle 21:05 via WEB
Infatti, la donna è ancora prigioniera di dogmatiche idealizzazioni ancorate a valori sacri e inconfutabili non compatibili con l’universo letterario. Mascherarsi, quindi, per aggirare la censura sociale e morale che conduce al silenzio o, peggio, a una sorta di riprovazione, è stata, in molti casi, l’unica strada percorribile da parte delle scrittrici, alcune delle quali, hanno utilizzato uno pseudonimo maschile, proponendosi mascolinizzate in una società maschilista che non riconosce alla donna talento creativo e professionalità letteraria.
 
akemi_1976
akemi_1976 il 11/11/19 alle 21:06 via WEB
la voglia di indipendenza si fondono nel corpo di una scrittura quasi clandestina perché protetta dall’anonimato di una maschera; il nome fittizio, in questo caso e soprattutto per le donne di un elevato stato sociale, crea un filtro funzionale a evitare lo scandalo negli ambienti di appartenenza.
 
camile73_cb
camile73_cb il 11/11/19 alle 21:08 via WEB
Fa parte del grande capitolo delle donne del '900 anche la pedagoga Maria Montessori... L ’Antropologia Pedagogica di Maria Montessori: un tesoro nascosto da riscoprire.
 
viola_sala
viola_sala il 11/11/19 alle 21:11 via WEB
La storia del Novecento l'hanno scritta gli uomini, l'evoluzione sociale del secolo — invece — l'hanno fatta le donne. Alcune in particolare, indomabili ribelli e anime trasgressive che hanno praticato saperi e libertà e che sono state protagoniste di una delle più grandi rivoluzioni dei tempi moderni, quella che ha consentito la costruzione della nuova identità femminile, ormai patrimonio delle giovani generazioni. Si chiamavano Matilde Serao, Maria Occhipinti, Sibilla Aleramo e Maria Montessori. Ma anche Micol Fontana, Tina Modotti e Lina Merlin, ciascuna con il proprio bagaglio educativo e politico e ciascuna, a suo modo, unica e rivoluzionaria.
 
cassandra_70bs
cassandra_70bs il 11/11/19 alle 21:16 via WEB
all'inizio del 900 non era raggiunta la parità dei sessi, l'uomo lavorava, la donna doveva accudire i figli e stare a casa...non le era concesso nemmeno di votare....poi ci furono le prime lotte da parte delle suffragette per ottenere il diritto di voto...a quei tempi la politica era cosa da uomini...ma nn ottennero il voto....ai tempi del fascismo la donna era incentrata solo nel suo ruolo di sforna figli per arricchire il bel paese..ne facevano almeno 7-8 a coppia.... solo dopo la guerra la situazione della donna si avvio' verso la parificazione dei sessi..finalmente nel 46 ottenne il voto, nel 70 ci furono lotte femministe per il diritto d'aborto, i divorzi e contro le violenze sulle donne....nel 70 infatti furono gli anni in cui la donna ottenne tutela contro gli abusi (ovviamente non come ora poichè considerato reato contro la morale) ottenne l'aborto, e i divorzi.... nel 81 fu abolito il delitto d'onore, il reato di adulterio sempre grazie alle femministe....e nel 96 furono inasprite le pene contro lo stupro considerato poi reato contro la persona offesa.... oggi c'è la manifestazione contro le violenze alle donne....la parità ancora non è stata completamente raggiunta.....poichè poche donne occupano i vertici...e le violenze persistono
 
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