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Sognava di fare il calciatore...

Post n°7874 pubblicato il 06 Giugno 2021 da giulia_770.it

Seid Visin è morto suicida a 21 anni.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e in piedi

Origini etiopi, adottato piccolissimo da una famiglia di Nocera inferiore, ex promessa del calcio italiano e mondiale, aveva giocato nelle giovanili del Milan accanto a Donnarumma, prima di decidere di abbandonare e tornare nella sua città, per prendere il diploma e cercare un lavoro.Ed è lì che hanno trovato il suo corpo senza vita. Un suicidio. Che lui aveva in qualche modo anticipato mesi fa con una lettera agli amici e allo psicoterapeuta. A rileggerla oggi, fa venire i brividi per la chiarezza, la lucidità, la sofferenza.

...

"Sono stato adottato da piccolo. Ricordo che tutti mi amavano. Ovunque fossi, ovunque andassi, tutti si rivolgevano a me con gioia, rispetto e curiosità. Adesso sembra che si sia capovolto tutto. Ovunque io vada, ovunque io sia, sento sulle mie spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone. Ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, specie anziane, si rifiutavano di farsi servire da me e, come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche come responsabile perché molti giovani italiani non trovassero lavoro. Dentro di me è cambiato qualcosa. Come se mi vergognassi di essere nero, come se avessi paura di essere scambiato per un immigrato, come se dovessi dimostrare alle persone, che non mi conoscevano, che ero come loro, che ero italiano, bianco. Non voglio elemosinare commiserazione o pena, ma solo ricordare a me stesso che il disagio e la sofferenza che sto vivendo io sono una goccia d’acqua in confronto all’oceano di sofferenza che sta vivendo chi preferisce morire anziché condurre un’esistenza nella miseria e nell’inferno. Quelle persone che rischiano la vita, e tanti l’hanno già persa, solo per annusare, per assaggiare il sapore di quella che noi chiamiamo semplicemente vita".

Seid Visin è morto di razzismo in Italia, nel 2021. Ed è ora che cominciamo a chiamarlo col suo nome.

 
 
 
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