l'analisi perplessa.

Nessun confine alla fantasia


 Erano anni che non ci pensavo,e poi all'improvviso una visione e si apre il ricordo.Quante volte da bambina, seduta in riva al marepensavo che quella meraviglia fosse un cielo capovoltoe immaginavo a testa in giù dove cominciasse a sgorgare l'infinito, e seguivo un puntino tra i due cieli e, cercavo una nuvoletta dove potermi affacciare. Nessun confine alla fantasia, tutto era concesso non esistevano barriere, staccionateo cancelli... solo lo spazio aperto dei sogni mi trasportava lontana dai luoghi comuni.Là oltre i confini dei cieli, sull'onda del mio mare,con tre o quattro fogli di carta, una matitae una marea di fantasia negli occhi, e disegnavopiccoli aereoplanini, li ripiegavo e poi via di corsaall'incontrario, contro vento sicura che nessun ostacoloavrebbe fermato l'attimo del decollo.Partiti i sogni, mi sedevo in riva al maree col nasino all'insù volavo sulla nuvolettapiù vicina, dove i rintocchi del tempo si fermavano...toccavo qualche tasto del pianoforte dell'universoe una dolcissima melodia prendeva vento,dentro un volo in un adagio, piccoli angelispettatori meravigliati... in un batter d'ali la loro gioia.L'armonioso smorzarsi del vento, gli applausi sussurratidentro sottili fasci di luci, tra le esaltanti vibrazionidi un mondo delicato, candido e profumato ... Francesca© copyright© 2006-201