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« il sisma in Medio orienteBergamini ombre parte 1 »

Bergamini ombre parte 0

Post n°1295 pubblicato il 21 Settembre 2021 da garden8
 

Alla fine degli anni Ottanta, una città

dai due volti. Da una parte la città oscura

e sotterranea, nella quale domina la “cappa”

di una cupola politico-giudiziaria-massonica

e mafiosa tuttora visibile e operante (almeno

fino a quando qualcuno non metterà un vero

procuratore capo nel “porto delle nebbie”) e

dall’altra la città degli Ultrà Cosenza e dei Nuclei

Sconvolti ovvero l’anima progressista e ribelle.

I calciatori del Cosenza hanno a che fare,

naturalmente, con tutte le diverse anime

di questa città. Amano gli ultrà perché loro

coetanei e perché hanno gli stessi interessi,

dalle ragazze alla voglia di divertirsi e di

aggregarsi. Una Curva sempre piena, ottomila

anime che ti incitano e ti spingono a

spaccare il mondo, del resto, non può che

esercitare un grandissimo fascino su

un giovane calciatore.

I dirigenti calcistici impastati con ambienti massonici:

Il presidente Carratelli appartiene

all’avvocatura (e abbiamo visto che potere

esercitava) e ci sono ben pochi dubbi che

sia massone, così come il vicepresidente,

lo stampatore Umberto De Rose, figlio di

Tanino, un grande massone che non si è

mai vergognato di dirlo (a differenza di

Carratelli). L’altro vicepresidente Salvatore

Perugini è avvocato e nipote dell’ex

presidente del Cosenza ed ex dominus

democristiano della Cassa di Risparmio

di Calabria e di Lucania, scomparso

prematuramente e medita di entrare in

politica come il padre, il senatore

democristiano Pasquale. Paolo Fabiano

Pagliuso si occupa dell’ arredamento di bar

e ristoranti ed è imparentato con uno dei

boss della malavita, Franco Perna, Antonio

Serra (anche lui in odore di massoneria)

lavora nel campo dei materiali sanitari, 

Giorgio Trocini è bene inserito nel mondo

dell’edilizia e così via.

Il dirigente accompagnatore della società

è Santino Fiorentino. Gestisce un negozio

di abbigliamento sportivo, “Giocasport Franca”,

su via Panebianco ed è il cognato di un

boss della malavita cosentina, Tonino Paese

(appartenente al clan Perna-Pranno), che

passa molto tempo in un biliardo a due

passi dal negozio di Fiorentino, che si chiama

 “Brutia Club”. Paese è sempre stato un

grande tifoso del Cosenza, animato da una

passione che lo porta a seguire la squadra

dappertutto. All’inizio degli anni Ottanta

è passato alla “leggenda” .

Nel corso della settimana di feste dopo

la promozione, il Cosenza viene invitato

anche a giocare una partitella nel campetto

in terra battuta di fronte al negozio di

Fiorentino, nella traversina del Bar Perri,

in un’atmosfera di grandissima condivisione

e di festa generale. Ancora oggi ce n’è

testimonianza su you tube e si può vedere

un Denis Bergamini scatenato nei festeggiamenti.

Un anno e mezzo dopo, Paese, che gira

per la città con una Maserati Biturbo bianca 

col tettuccio nero e con il radiotelefono

vicino al cambio, ha esigenza di vendere

la macchina, che risulta intestata a una sua

parente. Parla con un po’ di calciatori e alla

fine la cede a Denis Bergamini. Pare avesse

percorso soltanto mille chilometri e che sia

costata 35 milioni al nostro centrocampista.

Denis compra la Maserati  ad agosto del 1989,

quattro mesi prima di morire. Quella macchina

ha percorso solo una volta il tragitto Cosenza-Ferrara

e non ha mai seguito il Cosenza in trasferta. 

Il problema è che Paese muore ammazzato

neanche due anni dopo l’omicidio di Denis

(pare, ironia della sorte, per problemi legati

a una donna) e così non c’è stata più la

possibilità di ascoltare quello che sarebbe

stato un “testimone” importantissimo anche

per quei cronisti che cercavano la verità.

Bergamini a soli 27 anni muore ,

la morte  avvenuta

nel lontano 18 novembre del 1989, scosse

l’opinione pubblica lasciando tanto dolore

nel cuore di familiari, amici e colleghi.

Ci son voluti più di trent’anni per definire

che il giocatore del Cosenza non si suicidò

lanciandosi sotto un camion, come fu detto

allora, ma fu ucciso strangolato da una

sciarpa e poi gettato sotto quel camion per

simulare un suicido. Rimangono indagati

l’ex fidanzata dell’epoca e testimone oculare

della tragedia Isabella Internò, accusata di

omicidio. Il marito  Luciano Conte, al tempo

in servizio alla Mobile di Palermo, per

favoreggiamento insieme all’autista del camion.

 
 
 
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Un blog di: garden8
Data di creazione: 28/10/2006
 

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SEX CRIMES

la visione della trasmissione di stasera di Anno Zero, la fatidica puntata con la trasmissione dell'inchiesta choc della BBC.

Personalmente sono molto soddisfatto, il programma è stato equilibrato, non ha avuto paura di mostrare i casi scabrosi di pedofilia che riguardano il clero, non ha evitato di mostrare integralmente Sex Crimes and Vatican, ha usato la giusta sensibilità e prudenza nel mandare in onda il filmato solo dopo la prima interruzione pubblicitaria avvertendo più volte che si trattava di argomenti che potevano urtare la sensibilità dei minori lasciando ai genitori la scelta di far vedere o meno ai loro figli questo documento.

Sono reduce dalla visione della trasmissione di stasera di Anno Zero, la fatidica puntata con la trasmissione dell'inchiesta choc della BBC.

Gli interventi di Don Di Noto e Monsignor Fisichella sono stati garantiti nel pieno rispetto di un equo contradditorio. La presenza in studio di Colm O'Gorman, autore dell'inchiesta è stata preziosa, soprattutto per chiarire il punto più controverso e meno sostanziale della vicenda, quello riguardante il famoso documento segreto, il Crimen Sollicitationis. Non sta certo a me dire chi è risultato più credibile fra i contendenti, ma certamente il fatto che il confronto non si sia svolto essenzialmente su un'interpretazione giuridica, formale degli articoli del documento redatti in latino, bensì sul problema delle vittime, delle mancanze della Chiesa nella collaborazione con la giustizia ordinaria, sulla prassi di trasferire in altre parrocchie preti già accusati dalla polizia di abusi su minori, è innegabilmente positivo.

Credo, e resto convinto, che la bagarre politica generata prima della trasmissione di questa puntata, il fatto che politici si siano addirittura sbilanciati sostenendo in diretta tv che "il documentario non andrà in onda", che il consiglio d'amministrazione abbia tentato in ogni modo di limitare la libertà d'espressione e di censurare preventivamente Santoro e la sua redazione, resti un fatto grave. Un precedente pericoloso ed inquietante che lascia un interrogativo piuttosto deprimente: quanti giornalisti, in Rai come in Mediaset, che non hanno la "forza" e il seguito di Santoro, si sentiranno liberi di trattare argomenti tanto delicati in futuro?

Questa è la mia opinione, la parola va ora ai lettori, ovviamente sperando che coloro che votano siano anche stati spettatori della trasmissione e che il risultato - seppur dal valore relativo- non venga inquinato da quanti possono votare guidati da un semplice pregiudizio ideologico.
Cosa ne pensate?

 

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