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la storia del Nero

Post n°1113 pubblicato il 24 Giugno 2020 da garden8
 

la storia del nero son sicuro vi terrà con il fiato sospeso .

Allora partiamo dal 1981 quando a soli 23

anni Massimo Carminati rimane ferito

al confine con la svizzera.

con questo documentario .

 

 

Carminati nasce a Milano il 31 maggio  nel 1958 e risiede
nel capoluogo lombardo fino al 1983, quando
chiede il trasferimento di residenza a Formello,
in provincia di Roma.
Carminati da giovane entra nella
cerchia della banda della magliana
sono gli anni 70 .
Carminati come De Pedis Renatino
ha un carisma da criminale
sottobosco e diventando il braccio
di Renatino si occupa del lavoro 
sporco come rese dei conti come
il tabaccaio di zona prenestina che uccide
con altri del gruppo criminale perche
aveva commesso un errore nei confronti 
di Renatino cioè aver rifiutato
di elargire il denaro di estorsioni .
Alla morte di Renatino il capoccia diventa
Carminati che si toglie
il panno di criminale per diventare leader
e mediatore di clan criminali
e nuovo capo della banda della magliana .
Faccio notare sia Renatino che
Carminati del segno del Toro.
er
ers«Fin dai primi anni settanta, infatti, questo gruppo della criminalità
organizzata romana, comprende
la lucratività potenzialmente
enorme del “prestito a strozzo”,
soprattutto se esercitato verso
proprietari o titolari di attività
commerciali o piccole e medie
società e che, comunque,
permette di ricapitalizzare gli introiti
derivanti dal traffico di stupefacenti,
all’epoca nella fase iniziale
dell’espansione in progressione
geometrica successiva.
Richiamata la ricostruzione della fattispecie incriminatrice cristallizzata nell’art. 416 bis c.p. è di tutta evidenza che l’associazione mafiosa, della quale tale norma fornisce il paradigma, possa disporre di strutture più o meno articolate e di un esercito più o meno ampio di aguzzini, spie, gabellieri, sicari, falsari, carnefici, carcerieri, flagellatori, necrofori, trafficanti, usurai, bottegai, mezzani, sensali, tirapiedi, reggicoda, prestanome, cerusici e casuisti, sicché non è detto anzi secondo l’id quod plerumque accidit è proprio il contrario – che per far parte dell’associazione mafiosa tutti i sodali debbano, ad un tempo, assolvere al ruolo di aguzzini, spie, gabellieri, sicari, falsari, carnefici, carcerieri, flagellatori, necrofori, trafficanti, usurai, bottegai, mezzani, sensali, tirapiedi, reggicoda, prestanome, cerusici e casuisti, dal momento che proprio la diversificazione dei ruoli costituisce la prima garanzia di impermeabilità dell’organizzazione e, dunque, della sua sostanziale impunità.»
Maurizio Lattarulo, detto ‘Provolino’, gravita nel gruppo dei ‘Testaccini’: la frangia che, dalla sua base originaria del Testaccio, fa capo ad Enrico De Pedis (detto Renatino), invischiato nel sequestro mai chiarito di Emanuela Orlandi.

 
 
 
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Un blog di: garden8
Data di creazione: 28/10/2006
 

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SEX CRIMES

la visione della trasmissione di stasera di Anno Zero, la fatidica puntata con la trasmissione dell'inchiesta choc della BBC.

Personalmente sono molto soddisfatto, il programma è stato equilibrato, non ha avuto paura di mostrare i casi scabrosi di pedofilia che riguardano il clero, non ha evitato di mostrare integralmente Sex Crimes and Vatican, ha usato la giusta sensibilità e prudenza nel mandare in onda il filmato solo dopo la prima interruzione pubblicitaria avvertendo più volte che si trattava di argomenti che potevano urtare la sensibilità dei minori lasciando ai genitori la scelta di far vedere o meno ai loro figli questo documento.

Sono reduce dalla visione della trasmissione di stasera di Anno Zero, la fatidica puntata con la trasmissione dell'inchiesta choc della BBC.

Gli interventi di Don Di Noto e Monsignor Fisichella sono stati garantiti nel pieno rispetto di un equo contradditorio. La presenza in studio di Colm O'Gorman, autore dell'inchiesta è stata preziosa, soprattutto per chiarire il punto più controverso e meno sostanziale della vicenda, quello riguardante il famoso documento segreto, il Crimen Sollicitationis. Non sta certo a me dire chi è risultato più credibile fra i contendenti, ma certamente il fatto che il confronto non si sia svolto essenzialmente su un'interpretazione giuridica, formale degli articoli del documento redatti in latino, bensì sul problema delle vittime, delle mancanze della Chiesa nella collaborazione con la giustizia ordinaria, sulla prassi di trasferire in altre parrocchie preti già accusati dalla polizia di abusi su minori, è innegabilmente positivo.

Credo, e resto convinto, che la bagarre politica generata prima della trasmissione di questa puntata, il fatto che politici si siano addirittura sbilanciati sostenendo in diretta tv che "il documentario non andrà in onda", che il consiglio d'amministrazione abbia tentato in ogni modo di limitare la libertà d'espressione e di censurare preventivamente Santoro e la sua redazione, resti un fatto grave. Un precedente pericoloso ed inquietante che lascia un interrogativo piuttosto deprimente: quanti giornalisti, in Rai come in Mediaset, che non hanno la "forza" e il seguito di Santoro, si sentiranno liberi di trattare argomenti tanto delicati in futuro?

Questa è la mia opinione, la parola va ora ai lettori, ovviamente sperando che coloro che votano siano anche stati spettatori della trasmissione e che il risultato - seppur dal valore relativo- non venga inquinato da quanti possono votare guidati da un semplice pregiudizio ideologico.
Cosa ne pensate?

 

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