MEMORIE DI UNA GEISHA

Il cuore muore di morte lenta. Perdendo ogni speranza come foglie. Finché un giorno non ce ne sono più. Nessuna speranza. Non rimane nulla.

 

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un percorso nell'anima

 

 
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IL VASO DI PANDORA

Post n°785 pubblicato il 18 Aprile 2015 da gameplayer
 

 

A volte riaprire i capitoli della propria vita fa male , anche se è passato del tempo.

Succede per caso, parli con un’amica che ti chiede di una situazione pregressa di cui lei sa e improvvisamente , dopo averla ragguagliata, ti rendi conto di aver aperto il vaso di Pandora. D’un colpo , tutto si riversa fuori senza controllo , frustandoti con la forza del dolore e comprendi finalmente, dandogli un nome, il malessere che  ti  accompagna da sempre.

Sono settimane che sono tutta concentrata sulla riflessione che sto condividendo qui, settimane in cui il passato torna ad ondate ad invadere i miei pensieri, rendendomi consapevole di ciò che mi tormenta.

Io spesso su queste pagine ho lamentato la mancanza di ascolto, proprio perché nel mio passato ho avuto la fortuna di conoscere la bellezza si essere ascoltata , e non passivamente, ma con un genuino interesse e un profondo rispetto della mia persona e del mio sentire.

Condivisione, comprensione ed interesse , merce rara e preziosa in un’epoca dove tutti sanno tutto e pretendono di importi ,il loro modo di pensare, credendosi depositari di un sapere superiore  o di essere un passo avanti a tutti. Non sono stata abituata a sgomitare per pretendere  attenzione e ascolto e quando mi trovo di fronte una persona che mi parla sopra o interrompe il mio discorso , quasi imponendomi la sua visione senza neanche farmi finire i concetti, resto in silenzio ritirandomi dietro un sorriso di circostanza  .

Questo impedisce poi alle persone di conoscermi veramente, perché solo attraverso la lettura del mio pensiero espresso si può capire  il percorso  della mia mente, il mio sentire più vero e profondo, è l’osservazione e l’ascolto che  mostrano  gli individui nella loro realtà.

Di questo ascolto io sento la mancanza, perché solo pochissime persone hanno veramente capito chi sono e sono quelle che potrebbero raccontarvi il senso di un mio sorriso sghembo o di un inarcare un sopracciglio.

Per carità, sono comunque stata circondata da affetto e premure, ma la comprensione e l’ascolto non erano quasi mai contemplate. Sorrido sempre quando chi mi circonda dice di conoscermi, perché sicuramente sarà quello che mi conosce di meno, o prende per buona l’immagine che scelgo scientemente di dargli .

Non tutti meritano di andare oltre le mie difese e questo privilegio lo offro a pochi, proprio questa riluttanza a mostrarmi facilmente mi comporta i dolori più grandi; poiché nel momento in cui lo faccio e mi rendo conto che la fiducia riposta  è stata in qualche modo tradita, per trascuratezza o limiti che la persona giurava e spergiurava di non avere, il dolore diventa cocente, procurandomi l’immediata chiusura verso quella persona e l’irrigidimento delle mie posizioni.

Mille volte meglio un’anima semplice dagli evidenti e palesi limiti che conosci e accetti, perché sai che oltre non può andare, piuttosto di chi ti illude di ascoltarti e volerti conoscere ma in realtà o non ne è capace, o peggio, improvvisamente manca per stanchezza o presunzione.

Tutto questo mi ha portato a sentirmi sempre come una bambina di fronte alla vetrina di una pasticceria, che però non possiede gli ultimi centesimi per acquistare il dolce tanto desiderato, e deve necessariamente  rimanere fuori accontentandosi di poter solo guardare  e sognare  quello che c’è in vetrina; così nella mia vita , e così anche con gli uomini, mi manca sempre  un qualcosa per essere, devo sempre meritare per compensare le mie mancanze ... Peccato che il segreto della vita sia proprio questo, l’accettazione e la conoscenza dell’altro, senza giudizi o stereotipi, ma con il genuino interesse per  l’altra persona.

Tutto questo mi porta a concludere con una considerazione personale; sono stufa di stare alla vetrina, e poiché comunque non avrò mai il soldino sufficiente, mi allontano proprio, non credo di meritare la sofferenza di star sempre a guardare vedendomi passare avanti tutti gli altri. Chiudo speranze e sogni nel cassetto con il lucchetto e torno a centrarmi sulle cose fondamentali della vita, cioè quello che sono e quello che mi appartiene, la mia professione in primis che rappresenta l’unica certezza che ho  e che mi permette di realizzare quello che ho individuato come il mio obiettivo, aiutare chi ne ha bisogno a realizzare  i propri sogni; perché se la maledizione druidica che perseguita la mia famiglia non mi permette di vivere i miei di sogni, posso però essere d’aiuto a quelli degli altri .

Il mio mutamento sarà invisibile ai più, perché io ho strutturato la peculiarità di sparire senza che l’altro se ne accorga senza mai venire meno alla mia affabilità , la disponibilità all’ascolto e tutto quello che mi connota e che mi rapporta al mondo. Come dire, disinvesto l’anima e vi offro sorriso e orecchie , ma io, sono già lontana .

 


 
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