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Un blog creato da g1b9 il 10/01/2009

Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

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Aspettando la neve...nella natura selvatica.

Post n°4804 pubblicato il 09 Dicembre 2020 da g1b9
 

Per chi, come me, vive a contatto con la natura, la ama e si diletta ad osservarla per ore nel suo incessante lavoro, ogni giorno dell'anno, la fiaba che  proporrò non mi racconta nulla di nuovo, ma , per chi è cittadino, sarà  una cosa inimmaginabile scoprire il fermento che accompagna tutto il mondo selvatico.I più operosi come sempre ho visto i merli, maniaci dell'ordine e della pulizia, darsi un gran da fare nel sistemare le loro case che amano approntarsi sotto i cespugli, e possibilmente sempre gli stessi.Questo è stato un duro anno per il mio giardino, che tre orrendi nubifragi e una tromba d'aria hanno davvero stravolto, e mi accorgo quanta pena abbia arrecato ai suoi abituali abitanti. Hanno lavorato tanto  i passeri, ma le cince, i pettirossi, i fringuelli e le allodole hanno dovuto spesso cambiare  residenza e credetemi, vederli lavorare con tanta lena stringe il cuore. Ora c'è la neve, sono al riparo, vengono a trovarmi la mattina  sul solito albero vicino al portico e sanno che ricambierò il loro saluto con piacere e gioia negli occhi e nell'anima.

 

 

 Aspettando la neve nel bosco incantato.

Nel bosco incantato l’inverno avanzava a grandi passi, lasciando le sue prime orme di brina fra l’erba coperta di foglie, e gli animaletti preparavano le loro tane, i nidi e le grotte per quando vi avrebbero trascorso la maggior parte delle giornate. Le lepri scavavano rifugi più profondi e protetti nella terra bruna e saltellavano alla ricerca dei loro cibi preferiti: il trifoglietto, le rape e i cavoli, soprattutto quelli che riuscivano a rubare da qualche orticello incustodito .Gli uccellini riassettavano la paglia, il terriccio e i rametti dei loro nidi, vi aggiungevano piume e muschio per renderli più caldi e accoglienti e volavano da un ramo all’altro alla ricerca dei semi e delle bacche più buone. E i cervi, con i grandi palchi ramificati, scendevano dalle loro alte foreste di conifere verso la valle, brucando l’erba più tenera, e in mancanza d’altro accontentandosi di radici, corteccia e piccoli arbusti. L’aria profumava di neve e l’istinto degli animaletti diceva loro che presto, molto presto, candidi fiocchi avrebbero iniziato a scendere dal cielo e avrebbero ricoperto tutto quanto con il loro incantevole manto. Ma prima di ritirarsi nei tiepidi covi c’era ancora molto lavoro da fare, così il bosco era tutto in fermento, e in ogni dove si potevano udire scricchiolii di foglie e rami, scalpiccii agitati e vivaci frulli d’ali. L’indaffarato brulicare si protrasse per alcuni giorni, finché finalmente gli animali ebbero terminato i loro preparativi e tutto fu pronto.

Allora, un incantato silenzio scese sul bosco… ogni movimento, ogni rumore, ogni scricchiolio si acquietò, e tutto divenne immobile. Nubi bianchissime coprirono il cielo a tarda sera, e tutti gli animaletti vollero uscir dai rifugi per osservare la commovente magia che ogni anno dolcemente si ripeteva. I musetti erano tutti all’insù, e c’era chi annusava l’aria, chi gonfiava il pelo per sentire meno freddo, chi allungava le orecchie aspettando, da un momento all’altro, di avvertire quel suono così dolce, leggero e quasi inudibile, che incantava tutti quanti. E finalmente eccolo… un lieve fruscio nell’aria e un piccolo fiocco di neve che si posava sull’erba. Tutti gli animali si misero a sedere e guardarono, estasiati, la prima nevicata dell’inverno. Alcuni cuccioli di lupo e di orso si lanciarono a correre e a giocare in preda a un’incontenibile gioia, ma presto furono stanchi, perché ormai era calata la notte, e ognuno tornò dalla propria mamma. Quando già il primo strato di neve aveva imbiancato gli alberi e le radure, gli animali, piano piano per non far rumore, si ritirarono nelle loro tane. La lepre allungò le lunghe zampe davanti e vi appoggiò la testina, gli uccellini si strinsero nel nido e nascosero il becco sotto l’ala, e i cervi chiusero i loro occhi dolci, rannicchiati al riparo dal freddo.

E mentre la neve cadeva ora più fitta, tutti gli animaletti, cullati dal suo flebile frusciare, si addormentarono.

Commenti al Post:
prolocoserdiana
prolocoserdiana il 09/12/20 alle 16:43 via WEB
Ciao...“Basta che un rumore, un odore, già uditi o respirati un tempo, lo siano di nuovo, nel passato e insieme nel presente, reali senza essere attuali, ideali senza essere astratti, perché subito l'essenza permanente, e solitamente nascosta, delle cose sia liberata, e il nostro vero io che, talvolta da molto tempo, sembrava morto, anche se non lo era ancora del tutto, si svegli, si animi ricevendo il celeste nutrimento che gli è così recato. Un istante affrancato dall'ordine del tempo ha ricreato in noi, perché lo si avverta, l'uomo affrancato dall'ordine del tempo.” M.Proust. Sorriso, bye sal
 
licsi35pe
licsi35pe il 09/12/20 alle 16:49 via WEB
Bellissima, dolcissima questa fiaba degli animaletti che, nel bosco, aspettano incuriositi, l'arrivo della neve. Un "incontro" tenero della nostra umanità con il difficile ma operoso vivere degli animali. Tu sei fortunata a potertvi assistere ad ogni ritorno di stagione. Essere a contatto della natura rappacifica col mondo, anche in questi duri ed eterni momenti di grandi, a volte insormontabili, difficoltà. Buona continuazione, cara Giovanna---*_*
 
monellaccio19
monellaccio19 il 09/12/20 alle 17:39 via WEB
Descrittiva e fantasiosa, capace di immergere il lettore in un contesto naturale, semplice e movimentato da una attività svolta in un habitat limitato. Per la fiaba poi, hai riportato chi sia stata (donna?) capace di riportare in poche righe, tutto il movimento della fauna boschiva che si svolge i primi giorni che precedono l'inverno con la sua prima nevicata. Pensa te, sono stato costretto indossare un maglione sulla camicia pesante di suo, perché ho avuto freddo. Mi veniva voglia di dare una mano affinché nessuno rimanesse indietro. Ma la natura, flora e fauna, conoscono i loro tempi, sanno come affrontarli e infatti, appena il cielo si è predisposto per mandare giù la prima nevicata, loro erano giù tutti sistemati e pronti a giocare con i primi fiocchi prima di...addormentarsi serenamente nei loro rifugi. Grazie Giovanna, ho provato belle emozioni. Buona serata.
 
prolocoserdiana
prolocoserdiana il 10/12/20 alle 08:14 via WEB
Ciao..."Quello che conta - diceva Paolo Rossi ( alias Pablito )- è avere sogni e fare di tutto per raggiungerli. Come quando io rompevo un paio di scarpette la settimana e mia madre si arrabbiava perché i soldi servivano per pagare le bollette. Ma il mio sogno era di fare il calciatore, di giocare negli stadi importanti di cui mi parlava mio padre". RIP. Bye sal&allegraband
 
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