Creato da enca4 il 15/02/2010
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W. Allen

NON E' CHE HO PAURA DI MORIRE.

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CANZONE

Che giorno è

E' tutti i giorni

Amica mia

E' tutta la vita

Amore mio

Noi ci amiamo noi viviamo

noi viviamo noi ci amiamo

E non sappiamo cosa sia la vita

Cosa sia il giorno

E non sappiamo cosa sia l'amore

Jacques Prévert

 

I ragazzi che si amano si baciano

In piedi contro le porte della notte

I passanti che passano se li segnano a dito

Ma i ragazzi che si amano

Non ci sono per nessuno

E se qualcosa trema nella notte

Non sono loro ma la loro ombra

Per far rabbia ai passanti

Per far rabbia disprezzo invidia riso

I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno

Sono altrove lontano più lontano della notte

Più in alto del giorno

Nella luce accecante del loro primo amore.

Jacques Prèvert

 

DALLA - CANZONE

 

N. de Chamfort

CHE COSA DIVENTA UN PRESUNTUOSO

PRIVO DELLA SUA PRESUNZIONE?

PROVATE A LEVAR LE ALI AD UNA FARFALLA:

NON RESTA CHE UN VERME.

N. de Chamfort

 

GLI APOSTOLI DIVENTANO RARI,

TUTTI SONO PADRETERNI

A. Karr

 

 

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QUELLA PICCOLA LUCE SI E' SPENTA

Post n°349 pubblicato il 11 Marzo 2011 da enca4

              Ogni volta che una difficoltà improvvisa, un dolore lancinante e acuto come se fosse la punta di una lancia a scavare nel mio corpo. Ogni volta che le notizie che speravo di avere non erano quelle. Ogni volta che la fatica sovrastava la mia forza di volontà, guardavo davanti a me e, ad anni luce di distanza, riuscivo a vedere la fiammella che avevo acceso e che cercavo in tutti i modi di alimentare.

                Da ieri la fiammella si è spenta del tutto. Prima ha iniziato a tremolare, poi si è spenta. L’ho tenuta accesa per troppo tempo senza alimentarla come avrei dovuto.

                Ho chiesto: “Aiutami a rivedere mio figlio, un’ultima volta, non mi rimane troppo tempo.” La risposta è stata : “Tuo figlio ragiona con la sua testa ed io non farò nulla per fargli cambiare idea. Ti auguro di vivere il più possibile in modo che tu possa soffrire il più possibile, sia per il male che hai, che per non aver tuo figlio vicino a te!”

                La luce si è spenta. E’ rimasta accesa undici anni. Mi ha indicato la strada giusta più di una volta. Qualche volta mi sembrava talmente vicina che quasi potevo toccarla, sentirne il calore sul palmo della mano.

                Non esiste il perdono per chi ha il cuore pieno di rancore e di orgoglio. “Non sono io che debbo perdonarti, ma Dio, quando sarà il momento.”  Io, invece, avrei voluto il perdono terreno e non quello temporale. Ma forse non mi interessava neanche ottenere il perdono. Avrei voluto solamente guardare in viso mio figlio. Mi è stato negato, nonostante lui abbia 24 anni e, pertanto, una mente autonoma. Ma sicuramente una mente condizionata da chi lo ha cresciuto.

                Da oggi cercherò un motivo per accendere una nuova fiammella. Una piccola luce che spero possa guidarmi negli ultimi passi della mia esistenza. Che mi aiuti a non commettere errori, e che resti accesa fino all’ultimo sguardo che rivolgerò a lei.

                                                                                                                             Enrico

               

 
Rispondi al commento:
lucia1958
lucia1958 il 11/03/11 alle 15:16 via WEB
***solo un cuore che disconosce l'amore può arrivare a voler il male altrui... so per certo che nessun commento ti si faccia al tuo scritto possa sortire sollievo al dolore che provi... ma tu hai agito da uomo consapevole e giusto riconoscendo i tuoi errori laddove commessi e cercandone il possibile rimedio... il tuo animo Enrico è sereno avendo tentato il tutto per tutto e non essendoti dato mai per vinto... il rimorso non deve esser tuo ma di chi non ha saputo cogliere e accogliere la tua mano tesa che non ha avanzato alcuna pretesa impossibile se non quella di rivedere un volto amato... gioire del male altrui e non saper perdonare è l'agire di chi non ha mai amato o saputo amare, ma verrà il giorno in cui ne sentirà il bisogno e non potrà più, sarà allora che inizierà a capire e li soltanto lì il rimorso per non aver saputo cogliere quella tua mano tesa diverrà insopportabile... la non consapevolezza che dal nulla siamo venuti e nel nulla andremo si fa comprendere di quanta pochezza siamo circondati, il dolore che provo per questo tuo scritto è indicibile perchè lo sento come se mi appartenesse un padre perdona tutto al proprio figlio come un figlio dovrebbe farlo per il proprio padre... forse i tempi non sono ancora maturi... ma quel giorno verrà... quindi Enrico tu continua la tua lotta e non tener conto di ciò che dice una bocca senza cuore... prosegui il tuo cammino a testa alta e sii fiero del tuo agire... non sei tu ad errare ma colui che non comprende l'errore... un acaro abbraccio forte, fortissimo, e scusa la mia esternazione così sentita ma è come se fossi te in questo frangente... innalza il tuo animo e investi la tua energia nella battaglia che stai conducendo, e lascia ai bordi il resto, riprendi le tue forze, vivi per te stesso... e soprattutto "A M A" TE STESSO!!! bye Lucia :-)
 
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