Creato da enca4 il 15/02/2010
PENSIERI E PAROLE
 

W. Allen

NON E' CHE HO PAURA DI MORIRE.

E' CHE NON VORREI ESSERE LI'

QUANDO QUESTO SUCCEDE.

W. Allen

 

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CANZONE

Che giorno è

E' tutti i giorni

Amica mia

E' tutta la vita

Amore mio

Noi ci amiamo noi viviamo

noi viviamo noi ci amiamo

E non sappiamo cosa sia la vita

Cosa sia il giorno

E non sappiamo cosa sia l'amore

Jacques Prévert

 

I ragazzi che si amano si baciano

In piedi contro le porte della notte

I passanti che passano se li segnano a dito

Ma i ragazzi che si amano

Non ci sono per nessuno

E se qualcosa trema nella notte

Non sono loro ma la loro ombra

Per far rabbia ai passanti

Per far rabbia disprezzo invidia riso

I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno

Sono altrove lontano più lontano della notte

Più in alto del giorno

Nella luce accecante del loro primo amore.

Jacques Prèvert

 

DALLA - CANZONE

 

N. de Chamfort

CHE COSA DIVENTA UN PRESUNTUOSO

PRIVO DELLA SUA PRESUNZIONE?

PROVATE A LEVAR LE ALI AD UNA FARFALLA:

NON RESTA CHE UN VERME.

N. de Chamfort

 

GLI APOSTOLI DIVENTANO RARI,

TUTTI SONO PADRETERNI

A. Karr

 

 

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CERTE NOTTI ...

Post n°366 pubblicato il 26 Luglio 2011 da enca4

Le notti in cui non si riesce a dormire sono lunghe, non finiscono mai. Sembrano, addirittura, allungarsi all’infinito, come un gigantesco elastico. Sono, queste, le notti che nessuno di noi vorrebbe passare perché aiutano a far tornare alla memoria tutto ciò che ha segnato la nostra esistenza in modo significativo.

I pensieri, quando tornano alla mente, non fanno distinzione tra pensieri belli e pensieri brutti; tra cose piacevoli da ricordare e cose che, invece, faremmo volentieri a meno di ricordare.

Sogni rimasti irrealizzati, progetti naufragati insieme al nostro naufragare, persone scomparse e persone ricomparse. Fatti avvenuti e e eventi che non ci hanno dato il piacere di viverli.

Quante cose nasconde la notte. Ma, nello stesso tempo, quante cose scopre la notte. Quanti sportelli si aprono, nostro malgrado. Ogni sportello un ricordo, una nostra cattiva azione, una persona che ha pianto e sofferto per causa nostra.

Vorremmo poter avere l’opportunità di chiudere definitivamente quegli armadi. Lasciarli li, in soffitta dove è giusto che stiano, ma non possiamo. Non riusciamo a staccarci dal nostropassato.

Poi, la notte, ti porta anche pensieri che ancora non hanno una loro ben precisa collocazione dentro di noi. Non hanno, ancora, un posto in nessun armadio della nostra memoria perché sono pensieri che riguardano il nostro futuro, come lo immaginiamo che sarà, e come vorremmo che fosse. Questi abitanti della nostra mente sono i più difficili da sopportare e, guardando in faccia le realtà, da accettare.

Ad uno sgarbo fatto qualche anno addietro, a volte si risponde con una alzata di spalle: “E’ passato così tanto tempo che figurati se …” Questo pensiamo nel momento in cui tutto torna alla mente. Li per li abbiamo l’impressione di essercene liberati, ma sappiamo che non è così. Sappiamo che da quello sportello è uscito un fantasma che, adesso, invaderà la nostra coscienza, e allora si che saremo messi di fronte alle nostre responsabilità. Ma la nostra coscienza può condannarci, come può assolverci. Lei, il nostro giudice, valuta i motivi che ci hanno condotto all’errore e, se siamo sinceri ed onesti con noi stessi, riusciamo a sopportarne il ricordo con più facilità.

Ma quando si pensa al fatto di essere o meno, domani, ancora parti importanti del mondo che abitiamo; quando sappiamo che le possibilità di continuare la vita intrappresa, sono poche, molto poche, allora le ore della notte diventano una tortura.

Ci rigiriamo sul letto continuamente. Non riusciamo a trovare la posizione ideale per poter, almeno, tentare di prendere sonno. Chiudiamo gli occhi per poi riaprirli di colpo per la paura che ci assale al solopensiero di non poterli riaprire più.

Vorremmo vicino tutti coloro con i quali abbiamo avuto modo di condividere parti della nostra vita. Vorremmo che Colui che ci ha creato possa darci una speranza in più. Vorremmo tornare bambini, protetti dai nostri cari, al sicuro dalle cose brutte che, poi, la vita ci ha destinato.

Ma non è possibile tutto ciò. Non possiamo ne tornare indietro nel tempo, ne cancellare parte di esso. Come non possiamo ricreare situazioni che oramai non hanno più ragione di essere.

Queste sono le notti insonni. Ogni notte passata così è un anno di vita al quale rinunciamo.

E’ facile dire: “Devi fare così, non devi pensare alle cose negative, devi essere fino all’ultimo positivo. Non devi essere cattivo con te stesso.”

Belle frasi e sicuramente giuste nel loro contenuto astratto. Ma dal punto di vista pratico lasciano il tempo che trovano, oltre che lasciare dentro ognuno di noi una profonda stanchezza e frustrazione.

                                                                                                                                             Enrico  

 
 
 
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