Creato da enca4 il 15/02/2010
PENSIERI E PAROLE
 

W. Allen

NON E' CHE HO PAURA DI MORIRE.

E' CHE NON VORREI ESSERE LI'

QUANDO QUESTO SUCCEDE.

W. Allen

 

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CANZONE

Che giorno è

E' tutti i giorni

Amica mia

E' tutta la vita

Amore mio

Noi ci amiamo noi viviamo

noi viviamo noi ci amiamo

E non sappiamo cosa sia la vita

Cosa sia il giorno

E non sappiamo cosa sia l'amore

Jacques Prévert

 

I ragazzi che si amano si baciano

In piedi contro le porte della notte

I passanti che passano se li segnano a dito

Ma i ragazzi che si amano

Non ci sono per nessuno

E se qualcosa trema nella notte

Non sono loro ma la loro ombra

Per far rabbia ai passanti

Per far rabbia disprezzo invidia riso

I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno

Sono altrove lontano più lontano della notte

Più in alto del giorno

Nella luce accecante del loro primo amore.

Jacques Prèvert

 

DALLA - CANZONE

 

N. de Chamfort

CHE COSA DIVENTA UN PRESUNTUOSO

PRIVO DELLA SUA PRESUNZIONE?

PROVATE A LEVAR LE ALI AD UNA FARFALLA:

NON RESTA CHE UN VERME.

N. de Chamfort

 

GLI APOSTOLI DIVENTANO RARI,

TUTTI SONO PADRETERNI

A. Karr

 

 

« VOTARE O NON VOTARE? QUE...MA E' POI COSI' DIFFIC... »

PERCHè SUCCEDONO QUESTE COSE?

Post n°358 pubblicato il 28 Maggio 2011 da enca4

Ho una tremenda impressione, più che giustificata visti gli ultimissimi episodi successi che hanno visto protagonisti, loro malgrado, bambini di pochi mesi lasciati letteralmente ad arrostire (scusatemi per il termine, ma non ne ho uno più adatto) dentro le auto dai propri genitori che, presi sicuramente da problemi e pensieri di enorme (?) importanza, si sono dimenticati che, sul sedile posteriore, non era appoggiata una busta della immondizia da buttare nel primo cassonetto, ma il loro figlio.

Il mio presentimento , il mio dubbio, la mia sensazione è che per quanto si possa amare un figlio, lo stesso viene, il più delle volte, messo in secondo piano rispetto ai problemi che, in quel momento, attraversano le menti dei papà o delle mamme, altri protagonisti dei fatti accaduti.

Psicologi, criminologi, medici psichiatrici, stanno cercando di dare delle risposte a questi fatti. Ognuno di loro ha una sua teoria, una sua idea, dimenticando, tutti indistintamente, che ad Jacopo e a Elena le loro teorie non interessano più. Anzi, non interessavano neanche prima.

Un autorevole psichiatra dell’università di Tor Vergata di Roma parla di “sospensione della memoria affettiva”, che riguarda soprattutto i padri. Per quanto riguarda le madri, invece, si parla di “depressione post – partum.”

Io non voglio condannare nessuno. Anche io, come tanti altri genitori, ho commesso degli errori nei confronti di mio figlio. Errori che, adesso, sto pagando a caro prezzo, e che è giusto io paghi. Però mi domando quanto siano diventati importanti i bambini tutti.

Gibran  ha detto: “I tuoi figli non sono i tuoi figli, ma i figli di tutti.” Con questo voleva affermare che non sono solo i genitori naturali a far crescere i “loro” figli. Essi crescono perché ognuno di noi esseri umani, anche il più insignificante di tutti noi, ha qualche cosa da insegnare e da dare.

La colpa, allora, è di tutti noi? In parte si. Solo perché, tutti noi,, a volte commettiamo l’errore di far vincere, nella nostra mente, pensieri che potrebbero essere accantonati, almeno nei momenti in cui abbiamo la responsabilità verso un bambino che si è appena affacciato alla vita.

Sono dei fatti, questi accaduti, sicuramente terribili. Nessuno dei due genitori voleva la morte del proprio figlio. Ma non è concepibile, giustificabile e comprensibile come tutto ciò possa accadere.

Tutti noi se abbiamo dei comportamenti negativi, violenti, davanti a dei bambini, li aiutiamo a crescere nel modo sbagliato. E’ come se, un po’, uccidessimo tutto quello che di buono è nato con lui.

Un bimbo non si uccide solamente interrompendo di colpo la sua vita. Un bimbo si uccide, anche, lentamente, quasi senza accorgersene. Noi crediamo che l’alterco, più o meno violento, avuto in loro presenza con la loro madre, sia per nostro figlio, facilmente dimenticabile. Niente di più sbagliato. Se lo ricorderà sempre. Per tutta la vita.

Allora io vorrei che tutti noi dedicassimo a tutti i figli del mondo, i nostri figli, più tempo, ma soprattutto più attenzione. Teniamoli fuori da quelle che sono le nostre beghe giornaliere. Non facciamoli vivere nell’incertezza del domani, perché già, fin da adesso, hanno tantissimi problemi che, nonostante la tenerà età, già debbono affrontare.

Dobbiamo essere, TUTTI NOI, più genitori, più responsabili, più coscienziosi. Il mestiere più difficile è quello di essere padre o madre. Cerchiamo di farlo nel miglior modo possibile. Nessuno ci paga per questo lavoro. Nessuno ci versa contributi o ci riconoscerà meriti, forse nemmeno loro, i nostri figli. Ma non ce lo hanno chiesto loro di venire al mondo, lo abbiamo fatto come nostra libera scelta e, come tale, è giusto che ne sopportiamo le conseguenze, gli strascichi, i contraccolpi.

                                                                                                                                             Enrico

 
 
 
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