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2016: le 10 parole da non usare più

Post n°1815 pubblicato il 02 Gennaio 2016 da tanksgodisfriday
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La Lake Superior State University pubblica la 41ma edizione delle 10 parole abusate dagli statunitensi nell'anno appena terminato, parole che quindi andrebbero banished, cioè escluse dalle conversazioni.
Chi fosse interessato può dare un'occhiata alle liste degli anni dal 1976 al 2015, o anche alla lista delle parole abusate in questi anni.

Per il 2016 è da evitare l'inutile so in apertura di discorso (l'equivalente del nostro Quindi: quindi cosa, se hai appena aperto bocca?).
Segue conversation, un omogeneizzato che negli ultimi anni avrebbe fagocitato termini più specifici, come: discussion, debate, chat, discourse, argument, lecture, talk. Un vizio comune anche da noi e, temo, inarrestabile.

Che dire poi di problematic, appioppato dai commentatori televisivi a qualunque situazione richieda un minimo di sforzo per essere affrontata. Oppure walk it back (fare un passo indietro), imperativo per qualunque politico statunitense si sbilanci in un'affermazione o proposito di qualche impegno. Per quelli di casa nostra non c'è pericolo, la faccia di bronzo darwinianamente necessaria per emergere consente ai nostri leader di affermare tutto e il contrario di tutto a distanza anche di meno di 24 ore.

Mi sorprende menspreading, o piuttosto mi sorprende scoprire che negli US esistano dei men's rights activists, difensori dei diritti del maschio. Tra questi ci sarebbe quello di sedere occupando uno spazio maggiore rispetto alle donne nei mezzi pubblici. Qualcosa che arriverà anche da noi, a giudicare da quello che vedo sui mezzi della metropolitana: non ho ancora visto un giovane cedere il posto a una signora incinta o una persona attempata.

Dove invece in Italia siamo in anticipo è su phisicality, la fisicità di cui discutono i nostri commentatori sportivi.

Fanno poca storia, invece, le ridondanze (price point è semplicemente il price, ma fa tanto Marketing), la secret sauce, l'ingrediente segreto su cui si baserebbe il successo (sarebbe meglio parlare di intuito, esperienza, razionalità, organizzazione, perseveranza; magari di farsi il culo). Lascio senza commento invece break the Internet, il nostro ha sconvolto (o, a scelta: commosso, scosso) il web.

Le nostre 10 parole da evitare? Comincerei da spending review, che non appartiene né alla lingua italiana, né, ahimé, ai comportamenti dei nostri governanti.

Buon sabato.

 
 
 
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